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Gli approfondimenti per conoscere meglio i nostri amici a quattro zampe: dall’alimentazione alla salute generale

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Lili Reinhart, la star della serie tv “Riverdale”, è tornata a parlare della sua esperienza con l’acne cistica, una condizione contro cui combatte da quando aveva 12 anni. «La mia pelle ha sofferto di continue eruzioni cutanee, iperpigmentazioni, arrossamenti e cicatrici», ha dichiarato tramite un post sul suo profilo Instagram. L’acne cistica è la forma più severa di questo disturbo cutaneo, che generalmente compare durante l’adolescenza o, in alcuni casi, tardivamente, ossia dopo i 20 anni. Essa è caratterizzata dalla presenza di cisti dolorose che possono lasciare cicatrici permanenti. Questa condizione, tuttavia, non impatta solo l’aspetto estetico della persona coinvolta, ma ne può influenzare anche la salute mentale. In passato, infatti, l'attrice ha confessato di aver sofferto di dimorfismo corporeo, proprio a causa di questo disturbo: «Quando mi veniva l’acne, non riuscivo a guardami allo specchio per mesi. Ricordo che mi truccavo al buio perché non volevo vedermi sotto la luce». Ora che è adulta, Lili sta cercando di adottare approcci più sani per affrontare l’acne, come postare selfie senza trucco sul suo profilo e, cosa più importante, imparando ad accettare la propria condizione: «Il mio corpo sta ancora cambiando. Forse, prima o poi, la mia acne sparirà, ma per ora cerco di accettarla. Alla fine della giornata dico a me stessa che agli altri non importa nulla dell’aspetto della mia pelle: sono solo io a preoccuparmene», ha dichiarato. Foto: @lilireinhart. #LiliReinhart #Acne #Salute
Per quanto tempo si può lasciare il cibo fuori dal frigo senza incorrere in rischi per la salute? La risposta potrebbe non essere così scontata, e sottovalutarla può costare caro. Guarda il reel e scopri cosa dicono gli esperti 👆🏻 #Alimentazione #Prevenzione #Salute
Negli ultimi anni il tema della disconnessione digitale è diventato sempre più centrale all’interno del dibattito sul lavoro. In un’epoca in cui la tecnologia ci mantiene costantemente connessi, non è raro trovarsi a rispondere a email, messaggi o telefonate di lavoro anche al di fuori dell’orario prestabilito. Secondo un rapporto pubblicato da Eurofound a fine 2023, questo accade regolarmente all’80% delle persone intervistate. Una su quattro, inoltre, risponde sistematicamente a queste comunicazioni. Le motivazioni? L’82% lo fa perché si sente responsabile, il 75% per rimanere aggiornato o perché ritiene che questo sia ciò che gli altri si aspettano, mentre il 61% dichiara di temere possibili ripercussioni in caso di mancata risposta. Il risultato è che, così facendo, si finisce per lavorare ben oltre l’orario previsto. E questo può incidere sul benessere personale: restare sempre connessi, infatti, può causare stress, ansia, burnout e un generale peggioramento della qualità della vita. Da queste evidenze nasce il dibattito sul cosiddetto “diritto alla disconnessione”, ovvero la possibilità, per ogni lavoratore, di non essere reperibile al di fuori degli orari concordati. Tra gli esempi più recenti c'è quello dell’Australia che, nel 2024, ha introdotto una normativa in questa direzione. Di fatto, la legge non vieta ai datori di lavoro di inviare comunicazioni dopo l’orario lavorativo, ma riconosce il diritto del dipendente a non rispondere. E in Italia? Al momento non esiste una normativa analoga, ma si sta discutendo in Senato un disegno di legge che potrebbe tutelare maggiormente i lavoratori dalle richieste fuori orario, colmando così un vuoto legislativo. #Attualità #SaluteMentale #Lavoro
È normale discutere all'interno di una relazione: sebbene conflitti costanti possano rappresentare un campanello d'allarme, imparare a dissentire in modo sano può avere effetti positivi sulla coppia. Spesso si tende a dimenticarlo, ma anche all'interno di una relazione si rimane comunque due persone distinte. È quindi naturale interpretare le situazioni in modi diversi, e talvolta ciò può generare incomprensioni o litigi. Anche se risolvere un conflitto non è sempre semplice, affrontare le discussioni con rispetto può diventare un’opportunità di crescita per entrambi. Secondo gli esperti, infatti, litigare può essere un segnale che entrambi hanno a cuore la relazione e sono disposti a confrontarsi apertamente. Una discussione sana è anche un’occasione per conoscere meglio il partner: capire i suoi bisogni emotivi, le sue paure e speranze nella relazione. Ma come gestire un litigio in modo costruttivo? Gli esperti suggeriscono di prestare attenzione al linguaggio, evitando di ferire o cercare di dimostrare di avere ragione a ogni costo, e provare a mettersi nei panni dell’altro per comprenderne la prospettiva. Il litigio può quindi giovare alla relazione, ma solo se avviene entro i limiti del rispetto. Minacce, confronti con altre coppie, il coinvolgimento dei figli all'interno delle controversie o l'uso del trattamento del silenzio sono tecniche da evitare, così come la violenza fisica o verbale. #Relazioni #Comunicazione #Psicologia
Hai mai ricevuto un consiglio da un nonno o una persona anziana che ti ha cambiato la giornata? @oldfriendclub parte proprio da qui: dare spazio a chi ha vissuto molto, per aiutare chi sta ancora cercando la sua strada. Tra errori, fatiche e conquiste, gli anziani di questa community condividono frammenti di vita che sembrano parlare a ognuno di noi. Un modo nuovo di sentirsi meno soli, soprattutto quando la vita da adulti sembra troppo complicata. #Anziani #Consigli #Vita #OldFriendClub