Quando parliamo di flogosi o affezioni flogistiche (dal greco phlogos, il cui significato è fiamma) ci riferiamo ad un'infiammazione in un’area definita dell'organismo, colpita da un’alterazione della normale vitalità cellulare, a seguito dell’azione di un fattore esterno.
La sua funzione è quella di evitare la diffusione ed eliminare eventuali patogeni, limitare i danni ai tessuti e consentire l’inizio dei processi rigenerativi. L’infiammazione è pertanto una risposta immunitaria che l’organismo attiva contro le infezioni esterne.
Una volta eliminato l’evento scatenante, l’infiammazione si risolve in breve tempo. In questo caso, si ha una nuova continuità cellulare, con la stimolazione alla proliferazione delle cellule superstiti presenti, non danneggiate dalla flogosi.
Laddove ci fosse un danno ai tessuti, si crea del tessuto di granulazione che consente al sangue di fluire nuovamente e, nello stesso tempo, si moltiplicano i fibroblasti che formeranno la cicatrice.
Sintomi
I sintomi di flogosi che si avvertono più frequentemente sono:
Questi sintomi compaiono nelle flogosi acute e possono continuare in caso di cronicizzazione del disturbo (flogosi cronica).
È anche possibile constatare la presenza di un processo flogistico tramite esami del sangue, che dimostreranno l’aumento dei leucociti (leucocitosi) oppure misurando la temperatura corporea: in alcuni casi, infatti, si può essere in presenza di febbre.
Non di rado le affezioni flogistiche, soprattutto in forma cronica, possono causare patologie gravi (quali ad esempio il diabete, l’obesità, l’insorgenza di tumori, l’osteoporosi o il morbo di Alzheimer), che possono danneggiare anche seriamente l’organismo.
È bene, quindi, fare molta attenzione ai segni con cui si presenta l'affezione flogistica e non sottovalutarli.
Tipi
I tipi di flogosi possono essere due, generalmente distinti in base ad una classificazione temporale:
Flogosi acuta – Si caratterizza per il suo inizio brusco e la risoluzione rapida (ore o giorni o settimane), il tessuto infiammato talvolta si cicatrizza.
Flogosi cronica – Si verifica quando il processo infiammatorio si protrae nel tempo (si parla di diversi mesi e/o anni).
A sua volta, la flogosicronica si distingue, sulla base di un criterio spaziale, in:
Flogosi cronica interstiziale – Detta anche infiammazione diffusa, si caratterizza per avere svariate alterazioni dal punto di vista morfologico, principalmente dovuta all’infiltrazione di agenti infiammatori in un interstizio tissutale, con conseguente distruzione tissutale e processo riparativo.
Flogosicronicagranulomatosa – Detta anche infiammazione circoscritta; per via dell’infiammazione cronica, le cellule si organizzano, infatti, in un granuloma, per circondare e neutralizzare l’agente infiammatorio, ma senza successo nel breve termine (da cui la cronicità).
Flogosi acuta
La flogosi acuta si manifesta rapidamente a seguito ad una lesione, più o meno lieve, risolvendosi nella maggior parte dei casi in poco tempo. Si verificano:
Modificazioni vascolari
Globuli bianchi, dai vasi sanguigni, penetrano all'interno del tessuto infiammato.
Un'infiammazione acuta può decorrere in tre situazioni distinte:
Necrosi dei tessuti – Ovvero la distruzione cellulare.
Guarigione – Quando gli agenti che provocano l’infiammazione risultano sconfitti.
Cronicizzazione – Quando l’agente infiammatorio non è vinto: in questo caso, la flogosi acuta si trasforma in flogosi cronica.
Flogosi cronica
Un'infiammazione cronica si verifica quando il processo flogistico si protrae nel tempo. Ciò può derivare da una forma acuta mal curata di flogosi o dall’incapacità del sistema immunitario di combattere un'infezione.
Il livello di cronicità dell’infiammazione è direttamente proporzionale alla quantità e alla permanenza di tessuto di granulazione.
In esso, i granuli sono costituiti daabbozzi di nuovi vasi sanguigni (neo-angiogenesi) utili a ripristinare il flusso di sangue in un’area danneggiata dalla flogosi, e alla creazione di cicatrice e nuove cellule tissutali.
Esempi
Ecco alcuni esempi di flogosi molto comuni. Parliamo di:
Infiammazione intestinale –Si manifesta con colite (infiammazione del colon), colon irritabile (disordine della funzione intestinale con dolore addominale e diarrea), dolori e problemi intestinali di diverso genere.
Appendicite – Un disturbo molto comune causato da un rigonfiamento doloroso dell’appendice e dalla sua infiammazione.
Flogosi al seno – Può essere un segnale della presenza di una forma tumorale alle mammelle; per verificarne l'effettiva presenza, è necessario sottoporsi ad una ecografia mammaria. Spesso, tuttavia, può trattarsi anche di alterazioni cellulari benigne. In questi casi, si verifica, cioè, una presenza di cellule alterate, ma non tumorali. Queste alterazioni cellulari possono avere natura infettiva (batteri, virus). Talvolta, però, è possibile associare ad una flogosi anche modificazioni cellulari reattive: ci sono, cioè, alcune cellule con alterazioni non particolarmente gravi, ma che probabilmente sono un effetto reattivo di un’infiammazione aspecifica.
Flogosi allergica – Con questo termine, si è soliti designare un processo infiammatorio che avviene nei tessuti durante una patologia allergica. Nella fase iniziale dell'infiammazione, due tipi cellulari, i mastociti ed i linfociti, rivestono un ruolo di grande importanza: ricevuto uno stimolo, liberano i mediatori responsabili delle reazioni immediate della sintomatologia; in seguito, favoriscono la crescita cellulare e l’attivazione delle cellule coinvolte nella riparazione tessutale. Questo tipo di infiammazione si differenzia dalle altre forme infiammatorie proprio per la presenza di questa azione cellulare.
Cure
Per far guarire una flogosi, è necessario permettere all’organismo la continua formazione di cellule che rimpiazzino quelle colpite dalla lesione.
Ciò avviene in genere grazie alla stimolazione delle cellule superstiti presenti nella zona lesionata.
È importante rivolgersi al proprio medico curante, per valutare insieme il grado di infiammazione in atto e le cause che scatenano la condizione.
La terapia per le affezioni flogistiche sarà relativa alla patologia riscontrata, potrà basarsi sulla somministrazione di antinfiammatori, antidolorifici e, se necessario, antibiotici.
Cosa mangiare
Se si vuole ridurre la flogosi (affezioni flogistiche), è bene includere nella propria dieta cibi che possiedono proprietà anti-infiammatorie, in particolare cibi che contengono antiossidanti e polifenoli quali:
Olio d’oliva
Verdura a foglia verde come gli spinaci
Pomodori
Pesci grassi, come il salmone, lo sgombro e le sardine
Noci
Frutta, in particolare ciliegie, mirtilli e arance
In sintesi, risulta particolarmente consigliato seguire la classica dieta mediterranea per contrastare sintomi di infiammazione. Al contrario, i seguenti cibi possono contribuire ad incrementare la flogosi ed è bene evitarli o consumarli in quantità ridotte:
Farine raffinate, presenti nel pane bianco e nei dolciumi