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Febbre lassa

Medicina generale
Donna parla con medico

Cos'è

È il virus Lassa a causare questa patologia infettiva a carattere sistemico, causata da un virus appartenente al gruppo delle febbri emorragiche virali (Fev), nella fattispecie alla famiglia delle Arenaviridae. Infatti, possibili conseguenze della febbre sono proprio le manifestazioni emorragiche. Da qui, la definizione di febbre emorragica.

La malattia è stata scoperta intorno agli '70 quando fece le prime vittime, due infermiere missionarie a Lassa, città nigeriana che poi ha dato il nome alla febbre. 

Responsabili delle febbre emorragica, come conferma anche l’Istituto Superiore di Sanità, sono i virus a RNA (Arenavirus, Bunyaviridae, Filoviridae, Flaviviridae, che vivono negli insetti e negli animali.

La febbre emorragica è un tipo di malattia virale che causa febbre, ma anche sanguinamento e disfunzione organica causata da una serie di virus che appartengono a diverse famiglie tra cui Ebola, Marburg, Lassa, Junin, Crimean-Congo, febbre gialla, febbre emorragica di Omsk, e altri.

Sintomi

Il periodo d'incubazione può variare dai 6 giorni alle 3 settimane. Generalmente, all'inizio i sintomi della febbre di Lassa sono lievi, indefinibili e confondibili con quelli di una più tipica influenza: febbricola, mal di testa, irritazione agli occhi, mal di gola, tosse secca, dolore toracico, dolori muscolari, crampi addominali, senso di debolezza generale, eventuale nausea, diarrea e vomito. 

Gradualmente possono svilupparsi altri sintomi, soprattutto se la febbre di Lassa non viene trattata in tempo. Non sono rari i casi, infatti, in cui si sviluppano alcune complicanze, tra cui il mal funzionamento di organi vitali come polmoni, cuore, reni, fegato (insufficienza respiratoria, versamento pleurico e pericardico, proteinuria, encefalopatia), emorragie, ipotensione e shock. 

Nel dettaglio, ecco una sintesi dei sintomi:

  • emorragie che interessano occhi, naso, gengive, emorragie vaginali e gastrointestinali
  • difficoltà respiratorie a causa dei liquidi nei polmoni
  • gonfiore del viso e del collo
  • dolore acuti al torace, alla schiena e all'addome
  • convulsioni
  • shock / ipotensione: bassi livelli di pressione arteriosa che non apporta sufficiente quantità di sangue agli organi
  • possibili problemi neurologici (perdita dell'udito, tremori, infiammazione del cervello).
Per quanto riguarda la diagnosi, in effetti può essere difficile diagnosticare la malattia a causa della sua somiglianza con altre malattie tropicali. 

Come per tutte le altre febbri emorragiche virali, infatti, la diagnosi diventa possibile e chiara quando si possono individuare le caratteristiche cliniche specifiche della malattia. A quel punto, si procede con i più specifici esami del sangue sierologici.

Cure e trattamenti

Non esiste una cura specifica per la febbre di Lassa, se non trattamenti mirati a contenerne i sintomi, come la febbre, il dolore, la diarrea e la disidratazione, e a prevenire le complicanze. 

Quindi, tra i trattamenti, quelli che si eseguono sono la somministrazione di liquidi e di elettroliti, farmaci antivirali, come la Ribavirina, antinfiammatori non steroidei (FANS) per ridurre il dolore e l'infiammazione, ossigeno, farmaci per il controllo della pressione del sangue che, in caso di shock, può crollare vertiginosamente, antidolorifici e antiepilettici, trasfusioni di plasma, piastrine e sangue, quando necessario.

Nel dettaglio, gli elettroliti svolgono una funzione fondamentale per la funzionalità di nervi e muscoli nel nostro organismo in quanto regolano l'idratazione del corpo e il pH del sangue.

Generalmente, l'equilibrio elettrolitico viene mantenuto attraverso l'alimentazione e i vari meccanismi fisiologici regolati dagli ormoni che interagiscono con la funzione renale. Spetta ai reni, infatti, il compito di eliminare gli elettroliti in surplus attraverso le urine, e di evitare l'eliminazione di quelli carenti.

Come si trasmette?

Come anche altre febbri emorragiche, la febbre di Lassa si trasmette attraverso il contatto diretto con escrementi o con la saliva dei roditori infetti, che finiscono sugli alimenti, e da persona a persona per contatto diretto con liquidi biologici come saliva, urine, sangue, feci, vomito, secrezioni.

Tuttavia, la malattia non si trasmette facilmente da persona a persona ed è generalmente considerata a basso rischio di trasmissione interumana rispetto ad altre malattie virali come l'ebola o il COVID-19.

Da notare, tuttavia, che non ci si può contagiare con una semplice contatto di mani e neanche con un abbraccio. Inoltre, una persona diventa contagiosa solo quando i sintomi diventano manifesti. Infine, alcuni riscontri che si sono avuti nel corso di studi e ricerche sul virus allertano su un possibile contagio attraverso il rapporto intimo.

La trasmissione tra persone della febbre di Lassa può avvenire negli ospedali o nelle famiglie in cui si ha un contatto diretto con la persona infetta. A maggior ragione, il personale sanitario può essere infettato. se non vengono adottate adeguate misure di precauzione durante i trattamenti.

Misure preventive per chi viaggia

La prevenzione della febbre di Lassa si basa essenzialmente sull'adozione di misure igieniche e di contenimento dei roditori e attraverso l'uso di indumenti protettivi in ambienti più esposti al contagio.

Nelle zone in cui è più diffuso il virus si devono adottare i provvedimenti necessari per impedire l'ingresso dei roditori in casa o nei pressi. Inoltre, è bene tenere ben riposti gli alimenti, allontanare i rifiuti dalle abitazioni, mantenere un alto livello di igiene anche in casa. 

Chi lavora o offre assistenza volontaria presso le strutture ospedaliere, deve fare attenzione ai possibili contatti con persone affette dalla febbre di Lassa, adottando misure di precauzione tra cui l'uso di guanti, maschere e occhiali protettivi.

Come consiglia anche l'Istituto Superiore di Sanità, chi viaggia nelle regioni dell'Africa occidentale, soprattutto nelle zone rurali endemiche, ovvero quelle particolarmente interessate dalla malattia virale, dovrebbe evitare di mangiare cibi crudi o poco cotti, lavare le mani con assiduità, sottoporsi a un'accurata diagnosi al rientro nel proprio paese.

In sintesi, ecco le seguenti misure di prevenzione per evitare di contrarre la febbre di Lassa durante un viaggio in Africa occidentale:

  1. evitare di dormire in luoghi dove potrebbero essere presenti i roditori: il virus Lassa viene trasmesso attraverso l'esposizione alle feci o all'urina dei roditori infetti
  2. evitare di mangiare cibi crudi o poco cotti, in particolare carne, pesce o pollame
  3. indossare indumenti protettivi, come guanti e maschere, in ambienti ad alto rischio
  4. lavare spesso le mani con acqua e sapone, in particolare dopo aver toccato oggetti o dopo aver usato il bagno pubblico
  5. bere solo acqua in bottiglia, evitando l'acqua del rubinetto o l'acqua da fonti sconosciute
  6. rivolgersi subito all'assistenza medica in caso di sintomi simili all'influenza, come febbre, mal di testa, mal di gola o tosse
  7. informare il medico o uno specialista del viaggio in Africa occidentale. Consultare il medico prima di partire per confrontarsi sulle eventuali precauzioni da adottare a scopo preventivo.
Da osservare che al momento non esiste alcun vaccino per la febbre di Lassa.
Dr.ssa Emiliana Meleo Medico Chirurgo
Dr.ssa Emiliana Meleo
pneumologo

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