Si presenta come un’infezione benigna alle vie respiratorie che non dà sintomi, ma dissemina lesioni nella cute, nel tessuto sottocutaneo, nelle osse, nel fegato, nei linfonodi, nelle meningi, nei reni, solo per indicarne alcune.
La contaminazione avviene tramite spore che, alla temperatura di 37°, si modicano diventando più grandi e invadendo i tessuti. Una volta che si rompono rilasciano delle endospore che possono dare vita a nuove sferule.
Si diagnostica con:
Se questa infezione non viene trattata in modo rapido porta alla morte; ben il 70% dei pazienti che associano una coccidioidomicosi al virus del’HIV muoiono entro una mese dalla diagnosi della malattia.
In caso di infezione primaria, di un livello non particolermente grave, con un coinvolgimento extrapolmonare, che non comprenda le meningi, viene trattato con 400 mg di itraconazolo al giorno. Nei casi gravi viene usata l’amfotericina B EV in dosi di 1-3 grammi. Un trattamento particolare si ha con i pazienti malati di AIDS; 200 mg al giorno di azolo, sostituito da amfotericina B EV nel caso di pazienti che non tollerano gli azolitici.
Nel caso di pazienti con meningite si può procedere nel seguente modo: amfotericina B + intracisternale per via sottocutanea oppure fluconazolo in dosi di 400 mg al di. In caso di coccidioidomicosi meningea la cura va continuata per un lungo periodo di tempo, se non a vita. Alle volte per guarire dall’osteomielite può rendersi necessaria l’eliminazione dell’osso coinvolto.