Esistono delle sostanze (presenti in alcuni cibi) che sono potenzialmente in grado di aumentare l’efficacia dei farmaci
anticoagulanti orali (per esempio l’olio di pesce, il succo di pompelmo o di mirtillo) ed alcuni che, al contrario, ne riducono l’efficacia perché contengono alti quantitativi di
vitamina K (come broccoli, cavoli).
Se il
valore dell'INR scende al di sotto dell’intervallo di riferimento (stabilito dal medico), aumenta il rischio di un evento trombotico e/o embolico: sarà quindi necessario
aumentare il dosaggio dell’anticoagulante.
Al contrario, se
l'INR sale al di sopra dell’intervallo di riferimento, aumenta il rischio di
emorragia e quindi il dosaggio del farmaco andrà ridotto.
In generale, un buon
microbiota aiuta in ogni caso, dato che la K2 viene prodotta a livello intestinale dal microbiota; inoltre, una
caratterizzazione genetica sarà utile per comprendere quali
polimorfismi alterino i valori della
coagulazione.