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Sindrome di Usher

Genetica
Sindrome di Usher

Cos'è la sindrome di Usher?

La sindrome di Usher (USH) è una rara malattia genetica ereditaria che colpisce udito, vista ed equilibrio. è una delle principali cause di sordomutismo negli esseri umani con esordio già dall’infanzia e colpisce circa 400 mila persone in tutto il mondo, con una prevalenza stimata di 1/30.000.

E’ caratterizzata da cecità neurosensoriale, solitamente congenita, associata a retinite pigmentosa e perdita progressiva della vista.

Tipi

Sono stati definiti tre sottotipi clinici della sindrome (USH di tipo 1, di tipo 2 e di tipo 3), con 10 geni coinvolti identificati finora: sei geni sono associati a USH1 (la forma più grave), tre a USH2 e uno a USH3.

Sindrome di Usher tipo 1

I bambini con sindrome di Usher di tipo 1 sono completamente sordi alla nascita e hanno gravi problemi di equilibrio. Molti di questi bambini ottengono poco o nessun beneficio dagli apparecchi acustici. I genitori dovrebbero consultare il proprio medico e altri professionisti per determinare il miglior metodo di comunicazione da adottare con il loro bambino.

L'intervento dovrebbe essere introdotto presto, durante i primi anni di vita, in modo che il bambino possa trarre vantaggio dalla grande finestra di tempo durante il quale il cervello è più ricettivo all'apprendimento delle lingue. Diagnosticare la sindrome di Usher di tipo 1 a un bambino fa sì che, prima di perdere vista egli abbia maggiori probabilità di beneficiare dell'intera gamma di strategie di intervento in grado di aiutarlo a partecipare più pienamente alle attività della vita.

A causa dei problemi di equilibrio associati alla sindrome di Usher di tipo 1, i bambini con questo disturbo risultano maggiormente lenti nel sedersi senza sostegno e, di solito, non camminano autonomamente prima dei 18 mesi di età. Questi bambini di solito iniziano a sviluppare problemi di vista nella prima infanzia e questi i problemi spesso iniziano con difficoltà nella visione notturna, ma tendono a progredire rapidamente fino a rendere la persona completamente cieca.

Sindrome di Usher tipo 2

I bambini con sindrome di Usher di tipo 2 nascono con sordità o ipoacusia da moderata a grave e un normale equilibrio. Nonostante la gravità della perdita uditiva vari, la maggior parte di questi bambini può beneficiare di apparecchi acustici e comunicare oralmente. I problemi di visione nel tipo 2 tendono a progredire più lentamente rispetto a quelli di tipo 1, fino a quando non compare la retinite pigmentosa che tende a colpirli da ragazzi.

Sindrome di Usher tipo 3

I bambini con sindrome di Usher di tipo 3 hanno un udito normale alla nascita e sebbene la maggior parte di essi abbia un normale o quasi normale equilibrio, alcuni possono sviluppare in seguito problemi di equilibrio. L’udito e la vista peggiorano nel tempo, ma la velocità con cui il peggioramento si esprime può variare da persona a persona, anche all'interno della stessa famiglia. Una persona con la sindrome di Usher di tipo 3 può sviluppare perdita dell'udito da piccolo, necessitando quindi di apparecchi acustici per il resto dell'età adulta. La cecità notturna di solito ha inizio durante la pubertà e di solito la cecità subentra entro la fase centrale dell’età adulta.

Sintomi e segni

I principali sintomi della sindrome di Usher sono:

  • la perdita dell'udito;
  • retinite pigmentosa: una malattia dell’occhio che nel progredire restringe il campo visivo provocando una condizione nota come "visione a tunnel", fino a che rimane solo la visione centrale;
  • gravi problemi di equilibrio.

Cause

La trasmissione della sindrome di Usher è autosomica recessiva

Il sottotipo clinico 1 è dovuto alle mutazioni di cinque geni (MYO7A, USH1C, CDH23, PCDH15, USH1G) e di un locus (USH1E); il sottotipo 2 è dovuto alle mutazioni di tre geni (USH2A, GPR98 e DFNB31) e di un locus (15q); nel sottotipo 3 è mutato un solo gene (CLRN1). 

Sono stati osservati casi di eredità digenica.

Diagnosi

La diagnosi clinica si basa sulla sordità neurosensoriale bilaterale (simmetrica, congenita e profonda per il tipo 1; moderata e grave con una importante perdita neurosensoriale alle alte frequenze per il tipo 2), associata a retinite pigmentosa (depositi di pigmento all'esame del fondo oculare, con elettroretinogramma piatto o ridotto). 

Poiché la patologia colpisce l'udito, l'equilibrio e la visione, la diagnosi della sindrome di Usher solitamente include la valutazione di tutti e tre i sensi. In particolare, per quanto riguarda gli occhi, la valutazione può includere:

  • test del campo visivo : per misurare la visione periferica di una persona;
  • elettroretinogramma: per misurare la risposta elettrica delle cellule dell'occhio sensibili alla luce;
  • esame della retina: per osservare la retina e altre strutture nella parte posteriore dell'occhio.
L'esame audiologico misura i suoni forti in una gamma di frequenze che devono essere emessi prima che una persona possa sentirle. Un elettronistagmogramma misura i movimenti involontari degli occhi che potrebbero significare un problema di equilibrio.

L'esame genetico è possibile dopo avere effettuato indagini preliminari, alle quali segue ladiagnosi molecolare basata sulla sequenza genomica dei geni-malattia.

Cure

Attualmente, le cure per la Sindrome di Usher non esistono ancora. Il miglior trattamento prevede l'individuazione precoce della malattia in modo che i programmi educativi partano il più presto possibile. L'esatta natura di questi programmi dipende dalla gravità della perdita uditiva e della vista.

La presa in carico del paziente deve essere multidisciplinare e competente, per la gestione sia della sordità che della cecità (otorinolaringoiatri, oculisti, logopedisti, psicologi, specialisti delle protesi acustiche, utilizzando programmi di sviluppo psicomotorio e di apprendimento personalizzati per i pazienti sordo-ciechi). Gli impianti cocleari, monolaterali e bilaterali, sono largamente usati per i pazienti con sordità profonda; gli impianti cocleari e le protesi acustiche sono più efficaci se impiantate in tenera età. Per la retinopatia si consiglia in alcuni casi l'impiego di lenti dotate di filtri speciali. Sono in corso ricerche di terapia genica, neuroprotezione e sistemi visivi artificiali. La prognosi dipende dalla progressione del deficit visivo: la cecità si verifica in quasi tutti i casi tra i 50 e i 70 anni di vita.

Alcuni oculisti ritengono che una dose elevata di vitamina A possa rallentare, ma non fermare la progressione della retinite pigmentosa. Questa convinzione deriva dai risultati di una lunga sperimentazione clinica sostenuta dal National Eye Institute e della Fondazione Fighting Blindness.
Sulla base di questi risultati, i ricercatori raccomandano che i pazienti adulti con la maggior parte delle forme comuni di retinite pigmentosa assumano un supplemento giornaliero di 15.000 UI (unità internazionali) di vitamina 
A sotto la supervisione del proprio specialista di fiducia.

Inoltre, le persone che stanno prendendo in considerazione l'assunzione di vitamina A è bene che discutano questa opzione di trattamento con il proprio medico curante prima di procedere.

I ricercatori stanno attualmente cercando di identificare tutti i geni che causano la sindrome di Usher, determinandone la funzione per mettere a punto protocolli di terapia genica mirati.

Dr.ssa Gloria Negri Biologo
Dr.ssa Gloria Negri

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