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MRGE

Gastroenterologia
MRGE

Qual è il significato di MRGE?

Questo acronimo un po’ complesso sta a significare malattia da reflusso gastroesofageo, e indica, nello specifico, una condizione cronica che si viene a instaurare quando i succhi gastrici, di natura prettamente acida, riescono a risalire lungo l’esofago, causando infiammazione e problemi digestivi, ma non solo. 

In realtà, molte persone sperimentano occasionalmente episodi di reflusso gastroesofageo verso l’esofago, ma se questi episodi tendono a manifestarsi in modo ricorrente, almeno due volte alla settimana e per un periodo di varie settimane, allora si è in presenza di una MRGE riconosciuta; in altre parole, una MRGE è una condizione persistente e a lungo termine in cui si verifica un reflusso gastroesofageo.

L’esofago costituisce il tubo o canale di trasporto del cibo dalle prime fasi di metabolismo, all’interno della bocca, fino alla digestione completa che avviene nello stomaco; un vero e proprio collegamento fra due stadi fondamentali dell’apparato gastro-intestinale.

Se una condizione di MRGE non viene riconosciuta e trattata in tempo, può portare a complicazioni più gravi per la salute di vari tessuti e apparati, come:

  • esofagite, ovvero un’infiammazione cronica dell’esofago;
  • stenosi dell’esofago, una condizione in cui l’esofago diventa molto stretto, rendendo difficile persino deglutire;
  • esofago di Barrett, ovvero una condizione particolare in cui le cellule del tessuto interno dell’esofago si convertono in cellule simili al tessuto intestinale, sfociando in un cancro;
  • problemi respiratori, causati dall’eventualità di immettere gli acidi dello stomaco nei polmoni attraverso la respirazione, portando a congestione toracica, raucedine, asma, laringite e polmonite.

Cause della MRGE

La MRGE si sviluppa in persone di ogni età e sesso, e talvolta per ragioni sconosciute. Tuttavia, esistono alcune cause o fattori di rischio che bisogna tenere presenti nel valutare le modalità di insorgenza di questa condizione.

Per farla breve, la MRGE insorge quando la valvola sfinterica posta alla fine dell’esofago si indebolisce e perde elasticità e funzionalità, aprendosi quando non dovrebbe.

Questo fenomeno avviene, secondo la ricerca medica, in particolare:

  • in persone obese o in forte sovrappeso, a causa della forte pressione sull’addome, incrementata rispetto alle condizioni di peso normale;
  • nelle donne in gravidanza, ancora a causa dell’aumentata pressione esercitata sull’addome;
  • dopo aver assunto determinati farmaci, come i farmaci antiasma, i bloccanti dei canali del calcio, gli antistaminici, i sedativi e gli antidepressivi;
  • nei fumatori, o nelle persone esposte al fumo passivo;
  • nei soggetti con ernia iatale, è stato riscontrato un aumento del rischio di insorgenza di MRGE, a causa dello spostamento verso l’alto dello stomaco, dovuto ad un’apertura nel diaframma.

MRGE: i sintomi

A causa della sua natura di reflusso biliare, il principale sintomo del reflusso gastroesofageo è il cosiddetto bruciore di stomaco, che causa un dolore intenso nella zona del petto, facilmente scambiabile con un sintomo cardiaco per l’area in mezzo al petto dove si manifesta e per la sua intensità. Il bruciore tende a peggiorare se il soggetto è sdraiato supino o subito dopo aver consumato un pasto pesante.

Tuttavia, non tutti i pazienti affetti da MRGE sperimentano il caratteristico bruciore di stomaco. Altri possibili e comuni sintomi del reflusso gastroesofageo sono:

Diagnosi della malattia da reflusso gastroesofageo

Chiunque stia sperimentando sintomi da frequenti reflussi acidi da sospetta MRGE dovrebbe contattare prima possibile il proprio medico o consultare direttamente uno specialista gastroenterologo per ulteriori indagini mirate.

Esistono vari esami per diagnosticare una MRGE, fra cui:

  • Monitoraggio del Ph e dell’impedenza dell’esofago: questo test la quantità di acido presente nell’esofago mentre l’organismo si trova in diversi stati, ad esempio mentre si nutre o dorme.
  • Endoscopia gastrointestinale superiore: questo esame prevede l’utilizzo di un tubulo con videocamera incorporata, che viene inserito nell’esofago e permette di ispezionare l’area interessata. Nella stessa sessione d’esame può ritenersi anche utile il prelievo di un campione di tessuto da esaminare con una biopsia.
  • Raggi gastrointestinali superiori: si tratta dell’esame ai raggi X della zona interessata, in modo da identificare anomalie fisiche che possano causare la MRGE.
  • Manometria esofagea: questo test misura le contrazioni muscolari che avvengono nell’esofago durante la deglutizione. Si effettua per misurare la potenza della valvola sfinterica.
  • Monitoraggio del pH esofageo Bravo wireless: in questo test, una piccola capsula temporanea viene attaccata all’esofago; serve per misurare i valori di acidità per un periodo di tempo continuato, solitamente di 48 ore.

Dieta per la MRGE

Il reflusso gastroesofageo ricorrente viene inizialmente trattato con gli opportuni farmaci, prima di tentare altre modalità di intervento.

I farmaci inibitori della pompa protonica costituiscono una delle soluzioni di cura farmacologica per la MRGE. Questi farmaci, infatti, agiscono inibendo la produzione di acidi nello stomaco. 

Altre opzioni farmacologiche includono:

  • Inibitori della pompa protonica: un’altra categoria di farmaci che riducono la produzione di acido nello stomaco;
  • Antiacidi: contrastano la formazione di acidi attraverso delle sostanze chimiche basiche nello stomaco. Gli effetti collaterali di queste sostanze possono essere diarrea e costipazione;
  • Procinetici: queste sostanze aiutano lo stomaco a svuotarsi più rapidamente, favorendo la digestione. Alcuni effetti collaterali includono diarrea, nausea e ansia;
  • Eritromicina: questo farmaco è un antibiotico che favorisce lo svuotamento dello stomaco.

Inoltre, in caso che i cambiamenti nello stile di vita del paziente non portino ad un miglioramento significativo dei sintomi da MRGE, o che i farmaci non portino ai risultati previsti, può essere consigliabile intervenire chirurgicamente

I tipi di intervento chirurgico fra cui poter scegliere, in questi casi, sono essenzialmente due:

  • Fundoplicatio: il chirurgo applica una cucitura sulla sommità dello stomaco, nella zona intorno all’esofago. Questo procedimento fa aumentare la pressione sulla zona più bassa dell’esofago ed è generalmente efficace nel ridurre il reflusso.
  • Procedure endoscopiche: consistono in una serie di procedure diverse che si basano sull’endoscopia, come la cucitura endoscopica, e la radiofrequenza, che utilizza calore per produrre piccole bruciature, per favorire il rafforzamento del muscolo sfinterico.
Dr. Enrico Tempèra Medico Chirurgo
Dr. Enrico Tempèra
gastroenterologo

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