Lipodistrofia: cos'è
Con il termine
lipodistrofia si fa riferimento a un gruppo di malattie che, nelle loro peculiarità, sono però tutte caratterizzate dalla mancanza e/o dalla perdita di
tessuto adiposo sottocutaneo e dall'accumulo di
grasso in zone dove questo non dovrebbe essere (e quindi nei
muscoli e in organi come il
fegato).
La condizione di
magrezza severa, accompagnata da una
fame insaziabile e da tratti caratteristici come:
- viso allungato
- muscoli in evidenza
- vene sporgenti.
Sono tutti segni che indicano la presenza di questa rara malattia, di cui ancora non si parla molto. Ecco perché, spesso, anche la diagnosi arriva in ritardo. Si stima che in Italia vi siano circa 250 persone affette da sindromi lipodistrofiche (tra queste, circa 60 sono colpite dalla forma generalizzata, mentre le restanti dalla forma parziale); esistono infatti più tipologie di lipodistrofia.
Le donne, rispetto agli uomini sono più colpite (il rapporto è di 3:1). La lipodistrofia, in quanto malattia rara, è tutelata dallo Stato Italiano: il codice di esenzione per questa patologia è RC0080.
Tipi di lipodistrofia
La lipodistrofia si divide in diverse categorie:
-
sindromi lipoatrofiche, condizioni molto eterogenee che hanno in comune la mancanza del tessuto grasso
-
lipoatrofia, perdita di grasso
-
lipoatrofia focale o parziale, perdita di grasso che insorge in una singola area del corpo, non dovuta a conseguenze metaboliche
-
lipoatrofia diabetica, diabete mellito in associazione con la lipoatrofia.
Oltre a ciò, la lipodistrofia può essere ereditaria (familiare o genetica) o acquisita in seguito all'assunzione di determinati farmaci o dopo l'insorgenza di alcune malattie.
Cause della lipodistrofia
La lipodistrofia può essere causata da una carenza nei meccanismi per la creazione degli adipociti, come:
- difetti dell'adipogenesi
- aumento della distruzione degli adipociti.
Tuttavia, può anche essere considerata la manifestazione della cronicità dell’infezione da
HIV ed essere dovuta all'insorgenza della
resistenza all'insulina e ad altre anormalità metaboliche, quali:
- impossibilità di immagazzinare i trigliceridi
- adipociti assenti o immaturi.
Cosa comporta la lipodistrofia
La lipodistrofia comporta una serie di anomalie cliniche, come:
- resistenza all'insulina e dislipidemia
- aumento della circolazione di acidi grassi liberi
- accumulo eccessivo di trigliceridi in diverse zone del corpo, specialmente in fegato e muscoli
- quoziente respiratorio elevato (maldistribuzione dell'ossigenazione dei tessuti).
Conseguenze
Le
sindromi lipodstrofiche possono portare a disordini epatici e metabolici, quali il
diabete e le
dislipidemie, nonché a problemi cardiaci (
cardiomiopatia ipertrofica). Da qui l'importanza di una
diagnosi tempestiva e di un
trattamento precoce della malattia.
Cura della lipodistrofia
I problemi clinici che richiedono un
trattamento in presenza di
lipodistrofia hanno delle cure in comune con malattie come il
diabete e l'
pertrigliceridemia. Questa patologia, infatti, finora è stata trattata mediante
metformina o
insulina, oltre alle raccomandazioni verso il paziente di adottare uno
stile di vita sano e di praticare attività fisica.
Anche gli
antidolorifici sono stati spesso prescritti per
diminuire i sintomi della patologia. Inoltre, in seguito alla
ingente perdita di grasso, è possibile ricorrere all'intervento estetico, il
lifting, per rimodellare le zone più duramente colpite dal disturbo.
Recentemente, è stato approvato in Europa un
farmaco contro la lipodistrofia: si tratta di un ormone chiamato
metreleptina (leptina ricombinante umana), che avvisa il
cervello in merito alle risorse energetiche dell'organismo.
Quando vi è una carenza di leptina infatti si scatena il sintomo della
fame insaziabile, con conseguente immissione di un
eccesso di calorie attraverso un'alimentazione smodata.
Si attende l'arrivo in Italia di questo farmaco, la cui distribuzione in Europa è stata approvata nell'agosto 2018 e per cui è necessaria anche l'autorizzazione dell'AIFA (Agenzia italiana del farmaco).