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Acondroplasia

Genetica
Acondroplasia

Che cos'è l'acondroplasia?

L'Acondroplasia (ACH, achondroplasia OMIM#100800) è la condrodisplasia più comune e colpisce un bambino ogni 15.000.

Essa è una patologia autosomica dominante caratterizzata da alterazioni della crescita della maturazione dei condroblasti (cellule della cartilagine) delle epifisi (estremità delle ossa lunghe), che provocano un’inadeguata formazione di osso encondrale (ovvero, l’osso che normalmente è preceduto da un modello cartilagineo viene qui sostituito in tutto o in parte da tessuto osseo).

L’Acondroplasia rappresenta il nanismo rizomelico più frequente: i pazienti mostrano infatti una marcata riduzione della lunghezza degli arti prossimali (gambe e braccia) a fronte delle dimensioni del tronco che sono pressoché normali.

Si parla altresì di nanismo disarmonico.

Quali sono le cause della malattia?

L’Acondroplasia è una condizione genetica ed eziologia autosomica dominate, ovvero basta una sola copia del gene mutato per sviluppare la malattia.

In dettaglio, i soggetti acondroplasici che sposano soggetti normali, hanno il 50% di probabilità di trasmettere la malattia alla progenie, mentre matrimoni tra acondroplasici danno origine a figli malati (eterozigoti) nei 2/3 dei casi e a figli sani nel restante 1/3.

Gli omoziogoti malati, ovvero individui con entrambe le copie del gene mutato, non sono vitali e, solitamente, non giungono al termine della gravidanza. Si parla, in questo caso di semidominanza, perché il fenotipo del degli omozigoti è più grave rispetto a quello degli eterozigoti.

Tuttavia, circa il 90% delle persone affette nasce da genitori non affetti: si tratta quindi di una mutazione insorta de novo ossia da un accidente genetico. Da questo momento, però, tale mutazione fissatasi nel genoma dell’individuo, può essere trasmessa alla progenie.

Il gene-malattia è il FGFR3 (Fybroblast Growth Factor Receptor 3, OMIM *134934) che mappa sul cromosoma 4 (4p16.3). Esso codifica per un recettore del fattore di crescita dei fibroblasti espresso dalle cellule della cartilagine in accrescimento e che determina alterazioni della crescita e della maturazione condroblastica alle estremità delle ossa lunghe.

Quando si manifesta l'acondroplasia?

L'acondroplasia è una condizione rara plurimalformativa che si evidenzia già al momento della nascita.

Quali sono i sintomi del disturbo?

La manifestazione principale è rappresentata dalla bassa statura, stimata in media 131 cm per gli uomini e 124 cm per le donne, associata ad altre caratteristiche cliniche specifiche come: 

  • fronte sporgente con ipolasia della parte centrale del volto; 
  • coste corte;
  • dita tozze e robuste;
  • mani “a tridente” caratterizzate da uno spazio tra le falangi ditali del III e del IV dito;
  • limitazione dell’estensione del gomito;
  • iperestensibilità all’altezza delle ginocchia. 
Gli arti sono particolarmente corti a livello del segmento prossimale (nanismo “rizomelico”). Spesso è presente macrocefalia. La colonna vertebrale mostra, a livello lombare, una lordosi accentuata che, a volte, può rendere difficoltosa la deambulazione.

Dal punto di vista neurologico, nell’infanzia può verificarsi un arresto respiratorio centrale secondario a stenosi della giunzione cranio-cervicale, mentre in età adulta possono comparire manifestazioni secondarie alla compressione midollare a livello L1-L4.

Non è presente disabilità cognitiva.

I neonati affetti sono spesso ipotonici ma in seguito il tono muscolare migliora durante i primi 2 anni di vita. In conseguenza dell’ipotonia infantile, può verificarsi un ritardo nel raggiungimento delle tappe motorie; tuttavia lo sviluppo intellettivo, come già detto, è normale. La crescita lineare scende però progressivamente sotto alla norma.

Come si diagnostica l'acondroplasia?

La diagnosi di acondroplasia è sia clinica che radiologica, ovvero basata sull’analisi delle caratteristiche fisiche tipiche, accompagnata da radiografie o tramite altre tecniche di imaging.

La diagnosi prenatale, invece, può essere eseguita al terzo trimestre di gravidanza con un'ecografia e attraverso l'analisi del DNA fetale, per identificare l'eventuale mutazione genetica.

Quali sono le possibili complicanze?

La complicanza più comune è l’obesità che può contribuire all’aggravamento dei problemi articolari presenti. Inoltre, si possono sviluppare lordosi, cifosi, compressione del midollo spinale e stenosi spinale.

L'acondroplasia può essere ereditaria?

Sì, come carattere autosomico dominante, cioè basta una sola cellula alterata del gene per causare la malattia. Nell’80% dei casi, la patologia è dovuta a una nuova mutazione del gene. Nel caso in cui i bambini ereditino il gene difettoso da tutti e due i genitori, la forma di acondroplasia sarà particolarmente grave; in genere, i soggetti muoiono poco dopo la nascita a causa di insufficienza respiratoria. 

Qual è l'aspettativa di vita?

Solitamente, l'aspettativa di vita è simile a quella delle persone sane. Solo in alcuni casi possono insorgere complicazioni cardiovascolari o respiratoria che determinano la morte del paziente.
Dr.ssa Gloria Negri Biologo
Dr.ssa Gloria Negri

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