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Una donna con una depressione causata da farmaci sarà in grado di guarire con le sole sue forze?

Buonasera, soffro da sempre di emicrania. L'anno scorso non riuscivo più a sconfiggere il dolore in alcun modo e son stata da un neurologo. Non mi ha mai informata sui farmaci che andava prescrivendomi, né che tali farmaci andavano presi per sempre o comunque dismessi lentamente, né che mi avrebbero fatto precipitare in un baratro buio. Per 2 mesi ho assunto: Laroxyl gocce (gradatamente da 1 a 7. Dopo un mese, poiché l'emicrania era sempre forte, mi disse di aumentare di 3 gocce e poi ancora di arrivare fino a 15). Nei 3 mesi successivi: Laroxyl 25 mg cf e Sandomigran 0,5 mg cf. Mi prescrisse anche 1/2 compressa di Lorazepam 2,5 mg compressa per via dei sogni che mi intensificavano l'emicrania. Durante questa seconda terapia appena descritta ho cominciato ad avere le prime avvisaglie di depressione. Al termine del terzo mese era già molto presente con crisi di pianto. Il sesto e il settimo mese: Topamax 25 mg (gradatamente: 1 compressa per 5 giorni, 2 compresse per 5 giorni e poi sempre 3 compresse al giorno) e Mutabon ansiolitico 2 cf dopo cena + 1 compressa di Lorazepam 2,5 mg. Non avevo un'ansia particolare, un'agitazione per la quale mi disse mi veniva prescritta. Non ero stata informata che non potevo sospenderlo a mio piacimento e che, deduco, doveva andare di pari passo con il Topamax. Dopo 2 mesi di tale ultima terapia ero nella depressione più nera. Ho deciso immediatamente di sospendere il Topamax e l'ho fatto in 9 giorni. Dopo non ho più preso nulla. Ho continuato con il solo Lorazepam per poterlo dismettere lentamente e infatti ho diminuito la dose gradatamente fino all'ultimo pezzettino e ci ho impiegato 40 giorni. La depressione che ho vissuto e sto vivendo dopo aver preso per 7 mesi gli orrendi farmaci prescrittimi è un inferno. Lentamente sto migliorando, ma sto ancora male e non mi riconosco, non solo non ritrovo più la persona "felice" che ero prima, ma sono proprio l'opposto. Non sento più la gioia di vivere, vedo il brutto e le cose belle non hanno più alcuna bellezza. Ho avuto pensieri di morte, suicidio e di annientamento. Sembra quasi che la mia personalità sia mutata. Ho bisogno di una risposta sincera, cari dottori. Una risposta disinteressata, vi prego. Non prenderò mai più farmaci di questo tipo, sia chiaro, né entrerò in analisi. La mia è stata una depressione biologica e pertanto vi chiedo, per favore, di rispondere alla mia domanda: supererò tutto con le mie sole forze? Quanto ancora possono durare questi brutti effetti? Quanto ci vorrà perché il mio cervello produca la dopamina sufficiente a farmi sentire felice come ero un tempo? Ringrazio e benedico chi mi vorrà fornire una risposta dalla quale dipende la mia serenità.

Risposta

Gentile signora,
ammiro la tenacia e la costanza con cui hai cercato di liberarti dai farmaci. Purtroppo, ti è rimasto questo strascico di depressione che solitamente si cura con antidepressivi, anche se, come psicoterapeuta, devo dire che il farmaco non sempre è necessario se viene accompagnato e sostituito da un'adeguata psicoterapia personalizzata.

Con questo non intendo dire che devi fare sedute psicanalitiche, ma che esistono tante altre forme di terapia che hanno lo scopo di aiutarti a vedere la realtà in maniera più positiva e ad avere più fiducia nelle tue capacità e risorse.  Di solito, ci vuole uno psicoterapeuta che vede le cose più obiettivamente del paziente e quindi è in grado di trovare diverse modalità di soluzioni che non sono alla portata del persona che soffre di depressione. Il fatto che pensi di poter riuscire da sola e già un buon indizio che potrebbe realizzarsi concretamente se riesci a superare quei blocchi che ti tengono imprigionata.  

Ti faccio tanti auguri di poter reagire positivamente e avere successo, ma se dovessi avere delle difficoltà, non indugiare a cercare aiuto da un professionista preparato.

Cordiali saluti
 

Risposta a cura di
Dr.ssa Claudia Tripi Psicoterapeuta
Dr.ssa Claudia Tripi
psicologopsicoterapeuta
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