Le tecniche proiettive si basano sulla teoria della "proiezione" freudiana, che, pur differenziandosi nei vari Autori (ad es. Freud, Murray, Bellak, ecc.), definiscono e spiegano un fenomeno psichico dinamico che costringe una persona ad esprimere le proprie pulsioni interne su oggetti o altre persone della realtà esterna. Le tecniche proiettive sono dunque un metodo di indagine della personalità che pone il soggetto di fronte ad una situazione ambigua a cui egli risponderà secondo il significato che questa situazione ha per lui. E’ facile comprendere come i test proiettivi, per la loro complessità, richiedano una grande esperienza per l'operatore e differiscano gli uni dagli altri sia per il materiale utilizzato che per i loro obiettivi e i principi su cui si basano. I test presentati sono raggruppabili a seconda di come lo stimolo viene strutturato.
I metodi delle tecniche proiettive sono:
Nei metodi costitutivi (S.I.S., Rorschach, ecc.) il paziente deve assegnare una struttura (reale o immaginaria) ad un materiale non strutturato o strutturato solo parzialmente; questi metodi hanno indubbiamente una migliore validità diagnostica ma lo psicologo o lo psicoterapeuta che li interpreta deve avere una formazione precisa per il loro uso.
Nei metodi costruttivi (Reattivo di Wartegg, Test del Villaggio, ecc.) il paziente, avvalendosi di un materiale definito per forma e per grandezza, deve costruire un modello che abbia un significato compiuto. L’interpretazione si basa sul fatto che questo significato esprime i bisogni della personalità del soggetto.
I metodi interpretativi (TAT, Favole della Duss, PFS, ecc.) sono costituiti da stimoli che il paziente deve elaborare, dando loro un significato che deve esprimere un continuum passato-presente-futuro, e che pertanto svela i suoi bisogni e carenze. L’interpretazione si basa su paradigmi sistematici.