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Percezione in psicologia

Psicologia

Cosa è la percezione in psicologia?

La percezione in psicologia è un fenomeno vivo e attivo di codifica di un’immagine interna di un dato sensoriale proveniente dal mondo esterno. L’osservatore fa rientrare nel percepito le proprie sensazioni e tensioni dovute ai bisogni, quindi si può asserire che la percezione è un processo per trarre informazioni sul mondo, ma in modo soggettivo e caratteristico per ognuno. Per il realista ingenuo è sufficiente guardare e ascoltare la realtà per presupporre una corrispondenza fra mondo esterno e mondo percepito.

Il concetto di percezione in neurofisiologia

La neurofisiologia ci mostra invece che vi è una catena di processi che va dalle sensazione dello stimolo con direzione centripeta verso aree corticali di proiezione specifica. La conferma di ciò viene dall’assenza fenomenica in presenza di oggetti fisici (esempio: i raggi ultravioletti producono modificazioni fisiologiche nel nostro organismo ma con esperienza percettiva) o dalla presenza di oggetti percettivi in assenza di oggetti fisici (Esempio: il buio, il silenzio sono stati percettivi possibili anche in assenza di realtà fisiche corrispondenti) o ancora il fenomeno dell’illusione che risulta dalla discrepanza fra oggetto fisico e oggetto percepito (Esempio: la dimensione della luna a seconda della posizione rispetto all’osservatore).

La percezione è accompagnata da un comportamento di orientamento atto a trarre stimoli dell’ambiente, modificando la relazione spaziale tra soggetto e oggetto; inoltre in essa è presente la memoria di conoscenza precedente che lo integrano e ne sono integrate.

Cosa afferma la teoria della percezione in psicologia?

Come motivi della percezione sono state indagate esigenze conoscitive autonome (curiosità, McDougall), esigenze in seguito a stimoli esterni e esigenza di usare la percezione per azioni finalizzate. Nella teoria della percezione si evidenzia il contrasto tra materialisti ed idealisti con la controversia dell’esistenza affettiva dell’oggetto al di fuori della coscienza del soggetto che percepisce. Secondo l’impostazione della scuola di Berlino, la Gestalt (Kohler, Wertheimer e Koffka) la percezione è la ricostruzione interna ad ogni osservatore della realtà ambientale cui coincidono sia le caratteristiche degli stimoli, sia le attività proprie dell’organismo.

Le singole sensazioni costituiscono indizi che avviano la percezione di struttura complesse, i nostri organi di senso sono colpiti da moltissimi stimoli ma solo pochi di essi attivano le nostre attenzioni, sia per caratteristiche di novità dello stimolo sia per tendenze ed interessi del soggetto. Le sensazioni sotto il fuoco dell’attenzione, creano “forma” sul resto delle stimolazioni che fanno da sfondo: ciò che crea la “figura” è in relazione con le motivazioni, le emozioni, le idee del soggetto che percepisce. L’indipendenza della forma dalle sensazioni elementari è provata nell’assunto di Von Ehrenfels: una melodia è percepita anche se trasportata in una tonalità più alta o più bassa.

L’accento è quindi sulla forma-Gestalt della percezione in cui il tutto è più della somma delle parti ed è concepita come predisposizione innata ad organizzare le sensazioni in un modo peculiare. In precedenza gli associazionisti concepivano l’esistenza di strutture psichiche inferiori.

Dr.ssa Paola Valenzano Psicoterapeuta
Dr.ssa Paola Valenzano
psicologopsicoterapeuta

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