Cos'è il vomito
Il
vomito o, per utilizzare il corrispettivo termine medico, l’
emesi, consiste nell’
espulsione di materiale gastrointestinale dalla bocca. Con l’espressione
conati di vomito si fa, invece, riferimento alla sensazione di impellente
bisogno di vomitare, che può precedere o accompagnare l’emesi.
Cosa sono i conati di vomito
I
conati di vomito, ovvero lo
stimolo all’emesi, sono un fenomeno involontario, un atto riflesso, ovvero innescabile da particolari eventi, che ha luogo in conseguenza della contrazione dei muscoli del diaframma e dell’addome, non seguito, però, dall’apertura del cardias, l’orifizio simile ad una valvola, che mette in comunicazione stomaco ed esofago, indispensabile ai fini dell’emesi.
Affinché il contenuto gastrointestinale (alimentare e non) possa essere espulso dalla bocca, è necessario, infatti, che i muscoli dell’addome si contraggano con forza e che, contemporaneamente, il cardias si apra per lasciar passare il materiale in risalita.
La contrazione muscolare che dà il via alla sequenza è definita antiperistaltica, ovvero diretta in senso opposto rispetto ai normali movimenti della muscolatura liscia dello stomaco e dell’intestino e si origina nel digiuno, cioè nella parte centrale dell’intestino tenue, tra ileo e cieco.
I conati di vomito danno dunque la sensazione che ci sia la necessità di vomitare. I conati di vomito possono essere:
Se prolungati, i conati di vomito sono debilitanti.
Cause dei conati di vomito
Il vomito è sempre preceduto da
ipersalivazione, nausea e conati, ma i conati non sempre conducono al vomito vero e proprio.
Sia i conati che il vomito possono verificarsi per molte cause diverse.
Trattandosi di fenomeni involontari ed atti riflessi, ovvero conseguenti ad uno stimolo, essi possono presentarsi in conseguenza di un’ampia varietà di situazioni e condizioni sia fisiche che psichiche: comune
chinetosi (mal d’auto),
traumi cerebrali, patologie che interessano il tratto gastrointestinale ed emozioni particolarmente intense sono solo alcuni esempi.
I conati di vomito possono avere un'origine:
Patologie che causano conati
I
conati di vomito possono essere
causati da una molteplicità di patologie o disordini di natura fisica.
Possono, inoltre, manifestarsi in conseguenza di
intossicazioni alimentari e non e di assunzione, intenzionale o accidentale, di farmaci e sostanze.
Alcune tra le cause più comuni dei conati sono:
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Cefalea: la cefalea è un dolore alla testa o al collo, che può interessare anche viso e cuoio capelluto. Ci si riferisce, in genere, ad essa con il termine colloquiale di mal di testa, ma la cefalea non è, in realtà, un problema singolo, ma un gruppo di disturbi. Le cefalee possono essere primarie (quando insorgono in modo autonomo, es. emicrania, cefalea a grappolo..) o secondarie (quando è una patologia sottostante a scatenarle, es. sinusite). La cefalea si manifesta in molti modi diversi. A parte il dolore, può provocare sonnolenza, capogiro, visione sdoppiata/offuscata, fotofobia, percezione di flash, punti luminosi e aloni, parestesie, nausea e conati. Mal di testa e vomito si presentano, spesso, in combinazione.
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Ernia iatale: l’ernia iatale è la fuoriuscita parziale dello stomaco dallo iato esofageo, l’apertura del diaframma che unisce esofago e stomaco. Si tratta di una patologia piuttosto comune, che spesso passa a lungo inosservata. Quando è sintomatica, l’ernia iatale può causare pesantezza e dolore epigastrici, extrasistole e dolore toracico simile a quello dell’infarto, pirosi, reflusso gastroesofageo (che può, alle lunghe, causare esofagite), nausea dopo mangiato, conati di vomito ed emesi vera e propria
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Chinetosi (mal d’auto, mal di mare, mal d’aria, ecc.): quando il corpo non si muove in modo uniforme nello spazio, come accade, ad esempio, quando ci troviamo a bordo di un mezzo di trasporto, si può soffrire di chinetosi. In condizioni normali, i segnali che provengono dall’orecchio interno, dalla vista e dai propriocettori (recettori situati in varie aree del corpo, incaricati di rilevare le variazioni di postura nello spazio) si integrano in modo organico. Quando ciò risulta impossibile, compaiono i classici sintomi della chinetosi: pallore, sudorazione, perdita di equilibrio, iperventilazione, vertigini, salivazione, conati e vomito
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Gastroenterite: la gastroenterite, di solito di natura infettiva, ovvero causata da virus, batteri o parassiti, è l’infiammazione della mucosa che riveste lo stomaco e l’intestino. Tra i sintomi principali della malattia, crampi addominali, febbre, dolori muscolari, diarrea, disidratazione, nausea, conati ed emesi
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Epatite: l’epatite è una seria infiammazione che interessa il fegato. Può avere origine virale, tossica, metabolica o autoimmune. In alcuni casi si risolve entro un lasso limitato di tempo (6 mesi), altre volte può essere cronica e degenerare, eventualmente, in cirrosi epatica. Tra i sintomi dell’epatite, mancanza di appetito, perdita di peso, dolore addominale o al fianco, presenza di liquido nella cavità addominale (ascite), epatomegalia, ittero, aumento delle transaminasi, diarrea, prurito, urine scure, nausea, vomito
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Calcoli alla cistefellea: i calcoli alla cistefellea (o colecisti) sono formazioni solide di colesterolo e sali di calcio. Possono essere asintomatici e passare inosservati. Se, tuttavia, si spostano, possono andare ad ostruire il deflusso della bile, causando la cosiddetta colica biliare. Tra i possibili sintomi della calcolosi, aumento delle transaminasi, bocca amara, perdita dell’appetito, dolore addominale o al fianco (molto intenso nella colica biliare), febbre, ittero, nausea e vomito giallo tendente al verde, definito anche vomito biliare
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Calcoli renali: I calcoli renali sono formazioni solidificate di sali minerali comunemente disciolti nell’urina. Quando si spostano all’interno delle vie urinarie, possono causare escoriazioni, infezioni ed ostacolare la fuoriuscita dell’urina. Alcuni possibili sintomi sono: anuria (assenza di minzione), disuria (difficoltà ad urinare), dolore all’inguine e all’addome, ematuria (sangue nelle urine), febbre, brividi, produzione di urina maleodorante e torbida, nausea e vomito
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Chetoacidosi diabetica: la chetoacidosi è una complicazione grave del diabete mellito di tipo 1 e di tipo 2. Origina da un deficit di insulina che impedisce all’organismo di utilizzare il glucosio circolante. Al suo posto, vengono utilizzati acidi grassi che, come scarto, producono corpi chetonici, i quali, in circolo nel sangue, lo acidificano. La chetoacidosi diabetica, se non immediatamente trattata, può condurre a coma e morte. Tra i sintomi, iperglicemia, iperkalinemia, tachicardia, ipotensione, mal di testa, sonnolenza, aumento della frequenza respiratoria (tachipnea), nausea e vomito
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Infarto del miocardio: interruzione prolungata dell’afflusso di sangue al muscolo cardiaco che causa morte dei tessuti. L’infarto può avere molte manifestazioni. Causa dolore intenso localizzato al petto, ma anche dolore addominale ed alla bocca dello stomaco, nausea e vomito
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Labirintite: infiammazione che interessa l’orecchio interno e, in particolare, le strutture preposte al mantenimento dell’equilibrio. Può avere origine infettiva (virale e batterica), allergica, traumatica o psichica (stress). Causa perdita d’equilibrio, colorito pallido, vertigini, nausea ed emesi
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Encefalite: grave infiammazione che interessa tutto l’encefalo e può condurre a coma e morte. L'encefalite è primaria se dipende da virus (es. herpes simplex), secondaria se scatenata da altre patologie (es. toxoplasmosi). L’encefalite può, inoltre, avere cause tossiche o essere conseguente ad una neoplasia. L’elenco dei sintomi comprende afasia, convulsioni, dolore/rigidità del collo, febbre, letargia, perdita della coordinazione motoria, vomito
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Pancreatite: la pancreatite è un’infiammazione acuta del pancreas. Le manifestazioni sono, di solito, gravi ed includono dolore addominale ed epigastrico, ascite, aumento della VES e delle transaminasi, iperglicemia, bassi livelli di sodio e di calcio nel sangue, agitazione, ipotensione, nausea e vomito verde scuro
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Alcolismo: la dipendenza da alcol causa intossicazione a carico dell’intero organismo e, in particolare, del sistema nervoso e del fegato. Conseguenze comuni dell’alcolismo sono depressione e disforia, cambiamenti d’umore, anoressia, astenia, ipertensione, perdita di equilibrio e coordinazione dei movimenti, nausea e vomito. In seguito ad abuso prolungato nel tempo, possono manifestarsi delirium tremens, epatite, cirrosi epatica, emorragia gastrointestinale e coma
Cause psichiche dei conati
Sì, la nausea e la
sensazione di vomito impellente, possono avere anche
cause psichiche, come, ed esempio:
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Ansia: l’ansia è una situazione di disagio che provoca preoccupazione e tensione. Spesso scaturisce da una risposta inadeguata allo stress, ovvero da una mancanza di adattamento da parte del soggetto. Molti sintomi dell’ansia sono fisici. Tra le manifestazioni più frequenti, crampi addominali, capogiri, sudorazione, formicolii, nausea, conati e emesi.
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Attacchi di panico: gli attacchi di panico sono un disturbo d’ansia abbastanza comune, ma molto spiacevole. Insorgono improvvisamente, accompagnati sia da sensazione intensa di paura (di perdere il controllo, di impazzire, di morire, ecc.), che dà sintomi fisici come sudorazione, tremori, sensazione di soffocamento, perdita d’equilibrio, parestesie, nausea e sensazione di emesi imminente
Conati di vomito al mattino
Una condizione non patologica che provoca molto frequentemente nausea mattutina è, sicuramente, la
gravidanza. Si stima, infatti, che, nel periodo della gestazione, ne soffra una percentuale di donne compresa tra il 50 e il 90%.
Anche lo
stress può manifestarsi, comunque, sotto forma di nausea e
sensazione di vomito imminente.
Cosa fare quando si sente il bisogno di vomitare
L’
emesi è una condizione sgradita alla maggior parte delle persone, tanto che è comune cercare di evitarla. Tuttavia, si tratta di una
reazione naturale del corpo e, come tale, dovrebbe essere assecondata.
Può anche capitare di avvertire il bisogno di vomitare, perché, ad esempio, si sono ingerite quantità eccessive di cibo o alcol, oppure si hanno serie difficoltà digestive, ma non si riesce comunque a vomitare.
In casi come questi, può risultare utile sapere come vomitare volontariamente, inducendo, cioè, il riflesso del vomito. Il metodo migliore è senz’altro la stimolazione del velo pendulo, ovvero dell’ugola. Sebbene indurre il vomito possa risultare d’aiuto nei casi sopra descritti, è, comunque, una pratica da mettere in atto sempre e soltanto in via eccezionale.
Assolutamente sconsigliato è l'indurre il vomito in un soggetto vittima di
avvelenamento, se non si conosce la sostanza che è stata ingerita.
Ad esempio, l’emesi non deve essere mai indotta nel caso in cui siano stati ingeriti acidi o derivati degli idrocarburi.