La dispnea, ossia l’improvvisa mancanza di respiro o una più generale difficoltàrespiratoria, è la ragione più comune di richiesta d’intervento medico (al pronto soccorso o direttamente in ambulanza).
Accusare questo sintomo immediatamente dopo uno sforzo fisico di notevole intensità è abbastanza nella norma, ma quando l’affanno si manifesta improvvisamente ed inaspettatamente, potrebbe essere un segnale d’avvertimento di una condizione fisica da non trascurare.
Come detto sopra, Il termine medico per descrivere questo disturbo è dispnea.
Cause della mancanza di respiro
Per avere una visione più completa sulle cause delladispnea, bisogna distinguere tra due casi.
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Diabetide
TSH basso
Oliguria
Mancanza di respiro improvvisa
Problema ai polmoni o alle vie respiratorie:
Asma: le vie respiratorie si sono ridotte, diventa più difficile lo spostamento dell’aria. Si consiglia l’uso di un dispositivo con inalatore d’aria
Polmonite (infiammazione ai polmoni): spesso è causata da un’infezione, si manifesta con mancanza di respiro e tosse. Si cura con antibiotici.
Broncopneumopatia cronica ostruttiva: malattia che rende difficile il passaggio dell’aria nei polmoni, la mancanza di respiro è un segnale di un improvviso peggioramento di questa condizione.
Embolia polmonare: presenza di un blocco in uno dei vasi sanguigni nel polmone.
Problema al cuore:
Attacco di cuore: senza provare alcun dolore toracico, la mancanza di respiro può essere l’unico segnale di pericolo per presagire un imminente attacco di cuore.
Insufficienza cardiaca: quando il cuore ha difficoltà a pompare abbastanza sangue, l’acqua si accumula nei polmoni rendendo difficile la respirazione.
Fibrillazione atriale o tachicardia sopraventricolare: disturbi causati da battito cardiaco irregolare.
Non è raro, per molte persone che soffrono di attacchi d’ansia, sentirsi come se mancasse il respiro. L'affanno, infatti, può essere un sintomo comune di un disturbo d’ansia e questo può essere il risultato di iperventilazione.
Durante l'iperventilazione, nel sangue aumenta la presenza di ossigeno e contemporaneamente diminuisce quella di anidride carbonica: la sensazione è di non riuscire a respirare abbastanza.
L'ansia che provoca iperventilazione è spesso causata da una di queste due problematiche:
respirazione troppo veloce (magari in corrispondenza di uno sforzo fisico)
focalizzare troppo l’attenzione sul proprio respiro, finendo con l’immettere eccessiva aria nei polmoni
Diagnosi
In realtà, si potrebbe non sentire l’affanno quando si viene visitati dal medico, poiché il paziente verrà fatto sedere e potrebbe aver camminato poco, quindi è importante pensare a come descrivere l'affanno o portare qualcuno che possa aiutare.
Un consiglio: se si possiede un telefono con una fotocamera, si potrebbe registrare le attività che portano all’affanno e mostrarle al medico per fargli capire come appare e che tipo di rumori provoca.
Ottenere una diagnosi per affanno giornaliero a lungo termine può richiedere del tempo poiché vanno considerate tutte le possibili cause. Il medico o lo specialista potrà chiedere di sottoporre il paziente ad esami ripetuti e di provare varie cure prima di essere certi della causa. È anche probabile che ci sia un insieme di condizioni e fattori da tenere sotto controllo, quindi si dovrebbe parlare con il medico e impostare delle priorità e degli obiettivi.
Il medico potrà:
Controllare alcuni parametri quali lapressione sanguigna, la temperatura, la frequenza ed il ritmo cardiaci, il numero di respiri al minuto, i livelli di ossigeno nel sangue utilizzando un sensore sulla pelle.
Eseguire dei test del soffio. Questo include un test dell’anidride carbonica che utilizza un monitor per vedere se si è inalato del fumo o dell’aria inquinata e un test chiamato microspirometria. Verrà chiesto di soffiare forte dentro ad una macchina per alcuni secondi. Mostrerà se le vie respiratorie sono piccole.
Auscultare il petto e controllare come si muove o respira.
Esaminare la testa, il collo e le ascelle per controllare se si sono gonfiati i linfonodi.
Controllare il cuore e se si stanno accumulando liquidi nelle caviglie o nei polmoni.
Guardare le unghie, poiché a volte danno indizi.
Guardare la pelle e le articolazioni per trovare altri spunti.
Il medico potrebbe trovare dei segni di ansia e depressione e chiedere di compilare un semplice questionario.
Inoltre, potrebbero essere consigliati altri esami in ospedale come:
Radiografia al petto
Spirometria per controllare la funzionalità polmonare
Elettrocardiogramma. Se l'affanno è intermittente, potrebbe essere chiesto di indossare un registratore portatile per 24 h o 7 giorni per registrare l'attività cardiaca.
Esami del sangue per accertare l’anemia o problemi alla tiroide, fegato, reni, allergie e problemi al cuore.
Cosa fare
Se il disturbo è acuto, rivolgersi subito ad un medico (chiamandolo a casa o andando di persona in ospedale, se è possibile) per verificare di che natura è il problema.
Se il disturbo è riconducibile a difficoltà cardiache o respiratorie, sarà necessario l’intervento medico.
Altrimenti, se la mancanza di respiro è causata da ansia, è possibile anche provare a risolvere il problema “in casa”, in questo modo:
Rimedi a breve termine
evitare di provare a respirare più del dovuto;
rallentare il proprio respiro, inspirando ed espirando lentamente;
distrarsi, evitare di pensare alla propria respirazione. Accendere la TV, parlare con qualcuno, fare in modo che il corpo non si accorga più del processo di respirazione;
camminare, perché questo esercizio permette di tenere sotto controllo sia la frequenza cardiaca sia la respirazione. Può anche essere una buona fonte di distrazione (soprattutto se si è all’aria aperta).
Rimedi a lungo termine
mantenere sia il respiro sia l'ansia sotto controllo;
adottare strategie di respirazione profonda (ad esempio, attivando l’addome anziché il petto);
frequentare corsi di yoga e meditazione come aiuto per mantenere sotto controllo l’ansia.
In ogni caso, se l’affanno è dovuto a problemi di ansia, è bene scoprire qual è la fonte di questo stato di agitazione e provare a risolvere il disturbo a livello psicologico. Affidarsi a specialisti può essere perciò di grande aiuto.
Ulteriori trattamenti
L’uso della somministrazione di ossigeno con maschera (senza o con reservoir) o cannula nasale o occhialini nasali trova indicazione in condizioni più impegnative, nelle quali è necessario evitare che l’accumulo di anidride carbonica inibisca i centri respiratori o che vi sia dispersione di ossigeno invalidando così l’utilità della ventilazione. Il trattamento della dispnea è rivolto principalmente alla causa.
Nei pazienti con dispnea e malattia terminale, è frequente l’uso di oppioidi come la morfina a rapido rilascio o a rilascio prolungato. L’ossigeno può essere di aiuto in pazienti contemporaneamente dispnoici e ipossici (con ridotta concentrazione di ossigeno nel sangue). Le benzodiazepine possono essere invece utili in caso di ansia associata a dispnea.
Il reservoir è una sorta di “palloncino” collegato alla maschera, nel quale i gas respiratori si mescolano formando una miscela più fisiologica che il paziente può respirare a lungo, senza ad esempio inibire eccessivamente i centri respiratori.