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Schizencefalia

Neurologia
Schizencefalia

Cos’è la schizencefalia?

La schizencefalia è una malformazione cerebrale rara che si manifesta con la formazione di una fessura, che si estende dallo spazio subaracnoideo al sistema ventricolare ed è contornata da sostanza grigia. Lo spazio subaracnoideo è lo spazio compreso tra due membrane delle meningi (membrana aracnoidea e pia madre), mentre il sistema ventricolare è un sistema interconnesso di canali in cui scorre il liquido cerebrospinale.

La fessura coinvolge più frequentemente i lobi frontali o parietali (65% dei casi), mentre è poco comune il coinvolgimento dei lobi temporali o occipitali, a meno che la fessura non si estenda dai lobi frontali o parietali.

Si distinguono due tipi di schizencefalia:

  • tipo I, anche detta “a labbra strette, in cui le due pareti opposte della fessura si trovano adiacenti e possono anche fondersi in alcuni punti. In questa forma, quindi, vi è l’apposizione della corteccia cerebrale (cioè lo strato laminare più esterno dell’encefalo, da non confondere con la corteccia cerebellare, che è lo strato esterno del cervelletto);
  • tipo II, anche detta “a labbra aperte”, in cui si forma una cavità che si riempie di liquido cerebrospinale, perché le due pareti sono distanti.

Entrambe le tipologie possono presentarsi come unilaterali o bilaterali.

La schizencefalia è frequentemente associata con altre anomalie cerebrali, quali agenesia o disgenesia di:

  • nervo ottico;
  • setto pellucido;
  • corpo calloso;
  • ippocampo.

Attraverso la risonanza magnetica nucleare (RMN), è possibile definire al meglio le anomalie strutturali della corteccia cerebrale e quindi distinguere tra loro le patologie che, nel complesso, prendono il nome di “malformazioni dello sviluppo corticale”. Tali patologie sono un gruppo eterogeneo di cui la schizencefalia fa parte, insieme ad altre come la disgenesia, la microencefalia, la lissencefalia, la polimicrogiria, l’emimegalencefalia e la displasia focale corticale.

Quali sono i sintomi?

I sintomi sono:

  • ritardo nello sviluppo mentale;
  • idrocefalo;
  • disturbi motori correlati con il grado dell’anomalia anatomica, fino a emiparesi;
  • crisi epilettiche (solitamente epilessia focale) e conseguenti crisi convulsive, la cui gravità non è correlata con l’estensione dell’anomalia anatomica (l’epilessia ha cause non ben determinate, ma sono state osservate associazioni con alcune patologie, come le malformazioni anatomiche e lesioni acquisite).

Oggigiorno, l'anomalia viene rilevata già in epoca prenatale o perinatale. In particolare, è più facile individuare la schizencefalia a labbra aperte con la diagnosi prenatale.

Quali sono le cause?

Le cause della patologia non sono ancora ben definite, ma l’ipotesi più accreditata è che sia il risultato di una migrazione neuronale anormale durante lo sviluppo del tessuto nervoso. Infatti, sono stati segnalati dei casi familiari, con il riscontro di mutazioni germinali eterozigoti del gene homeobox EMX2.

Durante l’embriogenesi, l’estremità cefalica del tubo neurale si modifica per formare gli abbozzi dell’encefalo, che poi continuano a svilupparsi. La restante parte del tubo neurale, invece, origina il midollo spinale, che nella sua forma completa si estende fino al cono midollare.

Affinché tutto ciò avvenga sono necessari tre processi: la proliferazione, la migrazione e il differenziamento neuronale (cioè le cellule progenitrici dei neuroni si trasformano in neuroni, costituiti da un corpo cellulare e un assone. Gli assoni sono i prolungamenti delle cellule nervose, responsabili di formare una rete e quindi le opportune connessioni tra i neuroni affinché possano svolgere le loro funzioni).

Nel corso dello sviluppo, difetti in uno di questi processi determinano l’insorgenza di malformazioni, non solo dello sviluppo corticale, ma anche altre tipologie, come:

  • l’oloprosencefalia (mancata divisione degli emisferi cerebrali);
  • la sindrome di Dandy Walker (una malformazione del cervelletto caratterizzata dalla peculiare rotazione del verme cerebellare);
  • la sindrome di Joubert (agenesia o ipoplasia del verme cerebellare);
  • le facomatosi (un insieme di patologie di cui fanno parte neurofibromatosi e sclerosi tuberosa).

Altri autori indicano come causa della schizencefalia episodi ischemici in utero. Tale ipotesi deriva dall’osservazione della maggiore frequenza di schizencefalia tra i bambini abbandonati e adottati le cui madri hanno fatto uso di droghe in gravidanza, portando quindi a pensare al danno indotto da queste sul feto.

Inoltre, è stato proposto che anche l’infezione da citomegalovirus congenita possa essere responsabile della patologia.

Dr. Leila Turnava Medico Chirurgo
Dr. Leila Turnava
Neurologo

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