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Esofagite eosinofila

Gastroenterologia
Esofagite eosinofila

Cos'è l'esofagite eosinofila?

L’esofagite eosinofila è una patologia cronica che può colpire i soggetti di tutte le età, dai bambini agli adulti. Tale infiammazione è immuno-mediata, quindi innescata dal sistema immunitario.

La flogosi, altro termine con cui si indica uno stato infiammatorio, è spesso associata a sindromi allergiche, indotte dagli alimenti ed è caratterizzata dall’accumulo di eosinofili, cioè globuli bianchi, nello strato del tubo che collega la bocca allo stomaco, noto appunto come esofago.

Questo accumulo, che consiste in una reazione al cibo, agli allergeni e al reflusso, può causare un’infiammazione o una lesione del tessuto esofageo. Inoltre, i tessuti esofagei danneggiati comportano a lungo andare difficoltà della deglutizione o persino il blocco del cibo quando si ingoia.

L’esofagite eosinofila è una malattia cronica del sistema immunitario e nonostante sia stata identificata solo negli ultimi vent’anni, al giorno d’oggi è considerata una delle principali cause delle patologie che interessano il tratto digestivo.

L’accumulo di eosinofili può anche causare colite eosinofila, localizzato tuttavia nell’intestino crasso e non nell’esofago. 

Quali sono i soggetti più a rischio?

Come è stato descritto in precedenza, tutti possono essere potenzialmente a rischio di esofagite, tuttavia questa malattia si presenta in particolar modo nel periodo di passaggio tra infanzia ed età adulta e raramente nelle persone anziane.

I soggetti più a rischio sono gli uomini, con una insorgenza ben tre volte superiore rispetto alle donne, con sintomi quali asma bronchiale e allergie alimentari.

Spesso la malattia si presenta tra i membri di una stessa famiglia, un comportamento che ha portato i ricercatori a ipotizzare che l’esofagite cronica abbia in realtà una base genetica.

Quali sono le cause?

Gli eosinofili sono un tipo di globuli bianchi normalmente presenti nel tratto digestivo.

Tuttavia, l’esofagite eosinofila prevede una reazione allergica ad una sostanza estranea. La reazione può insorgere a causa di:

  • reazione dell’esofago, lo strato interno dell’esofago reagisce agli allergeni, come cibo o polline;
  • moltiplicazione degli eosinofili, che provoca la produzione di una proteina che causa un’infiammazione;
  • danni all’esofago, l’infiammazione può causare la lesione o la formazione di un tessuto fibroso in eccesso nel rivestimento interno dell’esofago;
  • disfagia e occlusione del tratto digestivo;
  • sintomi vari, come dolore al petto o allo stomaco. 

Nell’ultima decina d’anni si è assistito ad un significativo incremento del numero di persone alla quale è stata diagnosticata l’esofagite eosinofila. Inizialmente si pensava che questa situazione fosse dovuta al fatto che i medici fossero maggiormente coscienti del disturbo; tuttavia, gli studi suggeriscono che la malattia sta diventando sempre più comune al pari di altri disturbi che interessano l'apparato gastrico.

Sintomi dell'esofagite eosinofila

I sintomi dell’esofagite più comuni negli adulti sono:

  • disfagia;
  • occlusione del tratto digestivo;
  • dolore al petto spesso localizzato al centro, non dovuto al reflusso acido;
  • sintomi del reflusso gastroesofageo;
  • crisi di iperestensione del collo, con inarcamento e “irrigidimento” del corpo (sindrome di Sandifer);
  • vomito.

Nei bambini, invece, i sintomi possono comprendere:

Come si effettua la diagnosi?

Se il dolore persiste nonostante l’assunzione di farmaci antiacidi, il medico potrebbe richiedere:

  • endoscopia superiore, che consiste nell’inserimento di un tubo con una minuscola videocamera all’estremità nell’esofago attraverso la bocca. In questo modo è possibile verificare lo stato del rivestimento interno dell’esofago, cercando eventuali infiammazioni o gonfiori, lesioni verticali o orizzontali e punti bianchi;
  • biopsia, durante una endoscopia è possibile prelevare un piccolo campione di tessuto dall’esofago per poterlo esaminare al microscopio, alla ricerca di eventuali accumuli di eosinofili;
  • esami del sangue, che permettono di evidenziare eventuali allergie, attraverso una conta di eosinofili più alta dei valori nella norma, oppure verificando i livelli di immunoglobuline totali E. 

Si guarisce dall'esofagite eosinofila?

L’esofagite eosinofila è considerata una patologia cronica recidivante. Questo significa che la maggior parte delle persone richiede una terapia per l’esofagite eosinofila costante per tenere sotto controllo i sintomi. Le cure per l’esofagite eosinofila possono essere numerose, tra le quali:

  • dieta per l’esofagite eosinofila, che prevede l’esclusione dalla dieta di prodotti caseari per alleviare i sintomi e le infiammazioni. La dieta deve comunque essere concordata con il proprio medico o con uno specialista in base ai risultati ottenuti con le analisi del sangue;
  • farmaci, come inibitori della pompa protonica, corticosteroidi e steroidi topici.

Infine, se l’esofagite cronica causa un restringimento dell’esofago potrebbe essere necessario intervenire con una dilatazione, per evitare problemi di deglutizione. Questo intervento è particolarmente richiesto quando anche i farmaci steroidei non hanno nessun effetto sulla patologia.

Altri consigli utili come cura per l’esofagite eosinofila consistono nel mantenere il peso forma, per evitare che lo stomaco ingrossato possa provocare reflusso acido, evitare alimenti e bevande che causano reflusso gastroesofageo ed infine dormire con la testa più sollevata rispetto al resto del corpo, per evitare l’insorgenza dei sintomi del reflusso gastroesofageo.

Dr. Enrico Tempèra Medico Chirurgo
Dr. Enrico Tempèra
gastroenterologo

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