Cosa sono
I
test sierologici si eseguono a partire dalle
analisi del sangue. Il
siero del sangue contiene infatti due tipologie di proteine: l'
albumina e la
globulina. Grazie ad analisi specifiche, elencate di seguito, questi due gruppi possono essere distinti ulteriormente, soprattutto per quanto riguarda i sottogruppi della globulina.
Tra tutti, infatti, le
gammaglobuline corrispondono di fatto agli
anticorpi, ossia quelle sostanze che aiutano a prevenire e combattere le infezioni legandosi a cellule estranee quali
batteri e virus e determinando la loro eliminazione grazie all'azione del
sistema immunitario.
Il test sierologici servono quindi ad identificare gli eventuali anticorpi (o immunoglobuline) prodotti dall'organismo in risposta ad un virus, che possono essere di due tipi:
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IgM (Immunoglobuline M) – sono solitamente prodotte per prime in a risposta alle infezioni, manifestandosi dopo una settimana dall'inizio dei sintomi
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IgG (Immunoglobuline G) – costituiscono la maggioranza della cellule di immunoglobulina. Molti anticorpi contro batteri e virus appartengono alle IgG, che vengono prodotte solitamente dopo due settimane dall'inizio dei sintomi. Quando si trovano nel sangue, quindi, vuol dire che l'infezione è avvenuta già da tempo e il paziente è tendenzialmente immune al virus in questione.
Test sierologici e coronavirus
Per quanto riguarda le
immunoglobuline e il
coronavirus, le immunoglobuline di tipo
M o
IgM risultano prodotte nella
fase iniziale dell’infezione, sono rintracciabili nel fluido ematico dopo circa 5 giorni dai primi sintomi per poi scomparire dopo alcune settimane. Le
IgG, invece, o immunoglobuline di tipo
G, sono
prodotte successivamente e risultano rintracciabili nel sangue dopo un paio di settimane dalla comparsa dei primi sintomi.
Non deve quindi stupire che di recente siano tornati a riscuotere largo interesse, dal momento che individuare anticorpi ai virus, in particolare quelli al
Covid-19 o nuovo
coronavirus, è di grande e urgente importanza, soprattutto in prospettiva della fine della
quarantena. Ciò è importante perché molte persone che hanno contratto il coronavirus hanno mostrato sintomi blandi o sono addirittura risultate asintomatiche.
Tipi di test
In generale, esistono 2 categorie di test sierologici:
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Qualitativi o rapidi – servono a stabilire se una persona è entrata in contatto con un virus sviluppando di conseguenza degli anticorpi, grazie ad una goccia di sangue. Tali test qualitativi rivelano soltanto solo se una persona è entrata a contatto con il Covid-19, ma non possono specificare né se si è ancora contagiosi né se si è immuni alla malattia. Le persone positive e quindi dotate di anticorpi per il Covid devono fare un tampone per avere la certezza di essere ancora contagiosi. Al contrario, chi risulta negativo significa che non è ancora entrato in contatto con il Coronavirus e pertanto può ammalarsi, deve pertanto indossare la mascherina e mantenere il distanziamento sociale in presenza di altre persone.
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Quantitativi – si svolgono in laboratorio e, per essere effettuati, necessitano di un prelievo e individuano in maniera più specifica il numero e la tipologia di anticorpi prodotti. I risultati sono solitamente disponibili dopo 1 o 2 ore.
Oggi risultano disponibili 3 tipi di test sierologici:
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Chemiluminescenza o chemioluminescenza – questo tipo di test, che si effettua in laboratorio, consiste nell'emissione di raggi di luminolo, da cui appunto il nome chemiluminescenza. Questa emissione permette di rilevare le reazioni immunitarie tra antigeni e anticorpi presenti nel siero del sangue del paziente
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Test immunoenzimatici – i test immunoenzimatici, che comprendono ad esempio il test ELISA, si svolgono in laboratorio. Essi servono a rilevare la possibile presenza di antigeni o anticorpi in un campione sanguigno per accertare la presenza di un'infezione
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Immunocromatografia – è un test che si può definire veloce, con risultati disponibili dopo un quarto d'ora, ha però una precisione minore. Il test consiste nel rilevare la reazione antigene-anticorpo immergendo una striscia in un liquido campione apposito; se sulla striscia è presente l'anticorpo che si vuole rilevare, su di essa comparirà una o due linee colorate, in base al tipo di anticorpi ricercati.
Sottolineiamo comunque che l’interpretazione dei test richiede una valutazione attenta da parte di un medico o di personale sanitario specializzato.
Dove fare il test sierologico
In base alla tipologia di esame (se quantitativo o qualitativo) dipende anche
dove è possibile effettuare il test sierologico.
Quelli di tipo
quantitativo devono per forza essere effettuati in un
ospedale, in una
clinica o in un
laboratorio di analisi autorizzato e necessitano quindi di un prelievo, mentre i
test qualitativi possono anche essere effettuati in
autonomia, dal momento che sono acquistabili sui principali siti di e-commerce.
Costi dei test sierologici
Il prezzo di un esame sierologico può variare molto. Il costo effettivo per i laboratori di analisi non supera i pochi euro, tuttavia, per quanto riguarda i costi del test sierologico per Covid-19 possono essere richiesti compensi elevati; i prezzi più bassi oscillano tra i 30 e i 60 euro, quelli di fascia media tra i 130 e i 150 euro, ma possono innalzarsi fino a 600 se si ricorre ad una clinica privata.
Nel caso si ricorra al test quantitativo, trattandosi di fatto di un esame del sangue, ricordiamo che deve essere prescritto da un medico.
Differenza tra test sierologico e tamponi
Il
test sierologico nel caso del Covid-19 non sostituisce però il tampone. Il test sierologico non permette infatti di capire se una persona risulta attualmente infetta e in grado di trasmettere il virus.
Bisogna dunque
essere cauti nel ricorso a tali esami, dal momento che la possibile presenza di anticorpi non esclude di essere ancora contagiosi e potrebbe ingenerare i cosiddetti "
falsi positivi". Pertanto, anche qualora si risultasse in possesso degli anticorpi, sarebbe comunque
necessario sottoporsi al tampone; solamente in caso di esito negativo, significherà con certezza che si è guariti e non più contagiosi.
Al momento, infatti,
non ci sono certezze che un
test sierologico che attesta che il paziente ha contratto il coronavirus ma non risulta più positivo (IgM negative + IgG positive) garantisca che il soggetto
non possa essere nuovamente reinfettato. Pertanto, anche chi dovesse trovarsi in questa situazione è tenuto all'utilizzo scrupoloso dei dispositivi individuali di protezione.
Risultati del test sierologico
I risultati del test sierologico consentono di verificare un'eventuale esposizione ad un agente patogeno. Tali risultati includono:
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IgM e IgG entrambe negative: significa che l'infezione non si è verificata oppure che l'esposizione all'antigene si è verificata da poco tempo, dunque non si è ancora attivata una risposta immunitaria rilevabile dal test oppure ancora che la conta degli anticorpi prodotti risulta troppo bassa per poter essere tracciata
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IgM e IgG entrambe positive: indicano un'infezione in corso e contratta di recente
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solo IgM positive: rivelano che l'esposizione all'agente patogeno è molto recente
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solo IgG positive: dimostrano che l'infezione si è verificata in passato.
A seconda dei risultati, il medico curante potrebbe prescrivere ulteriori test per arrivare ad una diagnosi definitiva.