Cos'è l'allergometria?
Si parla di allergometria per riferirsi al complesso delle indagini che si eseguono nei soggetti affetti da malattie allergiche, allo scopo di individuare le sostanze antigene (allergeni) nei confronti delle quali esiste un'alterata reattività e che pertanto sono responsabili delle manifestazioni morbose.
Tali ricerche sono indispensabili per poter trattare con successo le diverse malattie allergiche e consistono essenzialmente nel porre a contatto dell'organismo diversi allergeni.
Quali sono i test più utilizzati per l'allergometria?
Le tecniche più in uso sono attualmente:
- Test epicutanei o patch test: l’allergene è applicato sulla cute tramite un cerotto; servono per valutare le dermatiti allergiche. Dopo 24-48 ore, in caso di positività, compare un'area arrossata ed edematosa, talora accompagnata da vescicole.
- Test cutanei o prick test: l’allergene è deposto in goccia sulla pelle e fatto penetrare all’interno dell’epidermide attraverso una piccola puntura.
- Test percutanei: l’allergene è deposto sulla cute che viene quindi massaggiata per l’assorbimento (test poco o nulla utilizzzato).
- Test intracutanei: l’allergene viene iniettato direttamente nel derma, con una siringa graduata, munita di ago molto sottile. La superficie anatomica prescelta è di solito quella interna dell'avambraccio o della coscia. La prova, praticamente indolore, viene considerata positiva ove si manifesti dopo alcuni minuti un arrossamento in rilievo (pomfo), in genere, rotondeggiante, talore a contorno irregolare, circondato a sua volta da un alone di arrossamento non in rilievo (eritema).
- Esami del sangue: si avvia la ricerca del dosaggio delle IgE totali e specifiche.
- Test di provocazione: si espone il paziente all’allergene sospetto per controllare la sintomatologia, in un momento in cui non ha disturbi; la comparsa di sintomi allergici conferma la diagnosi. Se il paziente presenta invece sintomi di allergia in atto, si può ricorrere all'interruzione del contatto tra il paziente e le diverse sostanze potenzialmente responsabili della forma.
- Test di eliminazione: si osservano eventuali miglioramenti clinici all’allontanamento dell’allergene sospetto (utilizzato soprattutto per le allergie alimentari).
Quali sono i sintomi allergici più evidenti?
Una volta terminato il test allergometrico, bisogna aspettare un certo lasso di tempo per avere i risultati. Il tempo dipende dal tipo del test effettuato: 15-20 minuti per i prick test, 20-30 minuti per i test intradermici; 48-72 ore per i test epicutanei o patch test.
Di solito, questi comportano la comparsa di uno dei seguenti sintomi cutanei:
- rigonfiamento
- arrossamento
- infiltrazione
- piccole papule
- piccole vescicole
Quali sono i criteri dell'allergometria?
Il numero degli allergeni studiabili è praticamente illimitato, per cui occorre, all'inizio di ogni ciclo diagnostico, orientare la ricerca verso quei gruppi di allergeni che più verosimilmente sono interessati nella malattia di volta in volta in esame: ad esempio, in caso di allergia a carico delle vie respiratorie (asma bronchiale o rinite allergica) si darà la precedenza agli allergeni con i quali l'organismo viene in contatto per via inalatoria.
Per ragioni di praticità, si inizia inoltre dall'esame non di singoli allergeni, ma di gruppi di allergeni riuniti in un unico estratto; in caso di positività del gruppo di allergeni riuniti in un unico estratto, si potrà procedere poi all'analisi separata per ciascuno degli allergeni componenti, con estratti a concentrazioni tanto minori quanto più elevata si è rilevata all'esame preliminare la reattività del paziente.