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Mobbing

Psicologia
Mobbing

Chi viene preso di mira nel mobbing?

Gli obiettivi più comuni nel mobbing sono di solito chi è "diverso" dalla norma. Di solito, le vittime sono competenti, istruite, resilienti, senza peli sulla lingua, sono empatiche o attraenti e tendono a essere maggiormente donne, di età compresa tra i 32 e i 55 anni. 

Mobbing: come riconoscerlo?

Il bersaglio del mobbing viene messo in ridicolo, umiliato e infine rimosso dal posto di lavoro. Si lascia la vittima ignara di quello che è successo e perché. Si toglie la sicurezza a una persona, la sua dignità, l’identità e l’appartenenza, danneggiando la sua salute mentale e fisica. Gli effetti si irradiano verso l'esterno anche verso il partner, la famiglia, gli amici e la comunità.

Quando una persona viene presa di mira e criticata, può essere vista come un "piantagrane" e quindi essere ignorato e isolato dagli altri colleghi.

All’inizio si hanno gossip e insinuazioni diffuse a porte chiuse prima che il bersaglio del mobbing sia a conoscenza di ciò che sta accadendo. Spesso la persona che istiga il mobbing è emotivamente immatura e minacciata in qualche modo dalla persona presa di mira. Le persone con disturbi di personalità spesso impiegano tattiche di "splitting", ossia contrappongono i membri di un gruppo contro l'altro, al fine di vendicarsi contro quello che viene percepito come un insulto fatto dal bersaglio del mobbing.

Quali sono le cause del mobbing?

Il mobbing è più probabile che si verifichi quando sono presenti un certo numero di fattori sul luogo di lavoro. Ad esempio, alcune industrie che affrontano un aumento della pressione finanziaria, perché la domanda di mercato è in declino, sono più inclini al mobbing.

Queste organizzazioni sono guidati dall’ossessione del guadagno e si sentono responsabili solo per gli azionisti e gli amministratori. Questo crea ambienti tossici in cui i gestori chiudono un occhio al bullismo e al  mobbing e in alcuni casi può anche essere favorito.

Le organizzazioni che sono guidati dalla burocrazia, ad esempio i dipartimenti governativi, sono senza dubbio i più soggetti a mobbing. Sembrano avere politiche e procedure per garantire un ambiente di lavoro sicuro, ma ridefiniscono il bullismo come un "conflitto di personalità" e finiscono per non offrire alcuna protezione reale. In sostanza, il cattivo comportamento è tollerato e lasciato libero di crescere. 

Quali sono i modi per affrontare il mobbing?

Il modo migliore per affrontare il mobbing sul posto di lavoro è quello di aumentare la resilienza, prendersi cura di sé e uscire il più presto possibile dal lavoro. Spesso è impossibile vincere contro le organizzazioni che supportano tacitamente il mobbing. Ci sono cinque passi fondamentali da seguire nel caso di mobbing:

  • Documentare tutto in dettaglio. Fin dai primi segni di qualcosa "che non va", anche se è solo una sensazione viscerale, tenere un diario di tutti gli incidenti che si verificano. Più prove si ha, più facile sarà ricorrere ad azioni legali in seguito.
  • Avere lo spazio e il tempo per capire le cose. Cercate qualcuno più in alto nella scala gerarchica con cui potersi confidare.
  • Cercare un medico per fermare il mobbing. Un buon psicologo vi aiuterà a sviluppare delle strategie di recupero, può scrivere una relazione sulla ferita psicologica che avete subito e mantenere i contatti con l'avvocato in caso di azioni legali.
  • Prendersi cura di sè. Mettere al primo posto ciò che si ama, impegnarsi in una pratica spirituale quotidiana e seguire una buona dieta ed esercizio fisico.
  • Impegnarsi in attività di vita significative. Impostare nuovi obiettivi, intraprendere attività creative, concentrarsi su divertimento e risate.

Quali sono le fasi di accettazione del mobbing?

Come avviene per un qualsiasi evento traumatico, anche nel mobbing ci sono delle fasi e conoscerle permette di comprendere meglio quello che sta accadendo.

La negazione

La prima fase del dolore è la negazione e nel caso del mobbing i segnali che dovremmo prendere in considerazione sono le azioni da parte del management di criticare formalmente, indagare, mettere in guardia, sospendere, interrompere o segnalare un lavoratore per illecito. Può assumere la forma di una valutazione dura, un rimprovero verbale o di un richiamo formale di cattiva condotta. Quando questo accade, il lavoratore dovrebbe sia riconoscere il danno potenziale che viene da una tale azione, sia  rispondere in maniera non aggressiva.

Rabbia

È del tutto naturale diventare arrabbiati quando ci trattano ingiustamente ed è comprensibile essere infuriati quando il lavoro e la carriera sono in gioco. Ma è proprio questo quello che un manager che fa mobbing sfrutta, perché i lavoratori si sentono impotenti di fronte agli attacchi manageriali.

Contrattazione

Quando si tratta di morte, spesso cerchiamo di contrattare con Dio, ma quando si tratta di mobbing, spesso siamo fiduciosi per parlare con i nostri datori di lavoro.

Questo è un errore perchè spesso si fornisce ai datori di lavoro informazioni abusive utili per la strategia legale e le debolezze vengono poi usate contro chi subisce mobbing. Se la contrattazione segue la fase della rabbia, è quasi sempre inutile, o fornisce un piccolo compenso al lavoratore per i torti che ha subito.

Depressione

La depressione associata con il mobbing può essere debilitante e può colpire mentre ancora si è sul posto di lavoro. Diventa più profonda dopo la perdita del posto di lavoro. La depressione grave è particolarmente probabile se chi sta effettuando il mobbing ha esteso la propria rete sociale o professionale.

Ampliare il proprio gruppo di supporto al di fuori del posto di lavoro può aiutare a superare la depressione da mobbing.

Accettazione

La fase finale di accettazione può essere la più difficile da raggiungere per chi ha subito mobbing, soprattutto perchè ha subito una profonda ingiustizia e / o perdita professionale, sociale ed economica.

Eppure è la prima fase vera di guarigione e quindi la più importante. Prima si raggiunge la fase di accettazione e si rimuove dalla vicinanza con chi fa mobbing, il più veloce e maggiore è il recupero sia psicologicamente che professionalmente.

Dr.ssa Elisabetta Ciaccia Psicoterapeuta
Dr.ssa Elisabetta Ciaccia
psicologopsicoterapeuta

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