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Impronte digitali

Medicina generale
Impronte digitali

Cosa sono le impronte digitali?

Le impronte digitali sono il segno lasciato dai polpastrelli delle dita su una superficie liscia, utilizzato come mezzo di identificazione personale.

Più in dettaglio, si tratta della traccia lasciata dai dermatoglifi presenti sui polpastrelli delle mani, ovvero l'insieme delle creste e dei solchi cutanei che assumono forme differenti da individuo a individuo.

I dermatoglifi sono inoltre presenti sui palmi delle mani, sulle piante e sulle dita dei piedi: nella maggior parte dei casi, sono quelli presenti sui polpastrelli delle mani ad essere impiegati come mezzo di riconoscimento per identificare un individuo e distinguerlo da un altro. Non a caso, si ritiene che la differenziazione morfologica delle impronte digitali sia dovuta in gran parte a fattori ereditari e genetici.

Classificazione impronte digitali

I solchi e le creste che compongono le impronte digitali possono assumere conformazioni diverse, dando origine a differenti schemi. Tuttavia, le variazioni possibili sono piuttosto limitate e ciò consente di eseguire una classificazione sistematica dei suddetti schemi.

Si possono quindi individuare 3 diverse aree che presentano linee specifiche:

  • zona basale, localizzata in prossimità dell'interlinea fra la seconda falange e il polpastrello;
  • zona marginale, le cui linee contornano il polpastrello nella sua parte apicale, in quella radiale e in quella ulnare;
  • zona centrale, altrimenti conosciuta come nucleo dell’impronta, che si trova al centro del polpastrello ed è delimitata dalle linee presenti nelle altre zone.

Le linee formate dalle creste presenti sulla superficie dei polpastrelli possono poi assumere diverse conformazioni, dando così origine a 4 diverse figure, denominate nel seguente modo:

  • Adelta
  • Monodelta
  • Bidelta
  • Composta

Ad ogni modo, la classificazione e il riconoscimento delle impronte digitali sono procedimenti complessi, che richiedono una notevole preparazione.

Caratteristiche impronte digitali

Le impronte digitali possono essere impiegate come mezzo di riconoscimento individuale grazie alle loro notevoli caratteristiche, ovvero:

  • individualità: le impronte digitali sono uniche per ciascun individuo. È bene ricordare che questa caratteristica viene attribuita in base a dati empirici e non è ancora stata scientificamente dimostrata;
  • immutabilità: le impronte digitali si formano nel feto verso l'ottavo mese di gravidanza e non varieranno più per l’intera vita dell'individuo. L’unico cambiamento percepibile è quella relativo alle dimensioni, che aumentano nell'età adulta. In caso la pelle dei polpastrelli venga ferita, la cute si rigenera con le medesime caratteristiche morfologiche che aveva prima della lesione, a meno che non si formino delle cicatrici tali da alterare in modo permanente la morfologia dell'impronta digitale.

Rilevare impronte digitali: come si fa?

Innanzitutto, si distinguono tre tipi di impronte:

  • visibili, dovute al contatto di mani sporche su superfici pulite o di mani pulite su superfici sporche o impolverate: le linee papillari asportano (o lasciano) lo sporco o la polvere, lasciando chiara l’impronta sulla superficie che potrà essere fotografata per confrontarla con quelle già in archivio (ottenute tramite inchiostrazione delle 10 dita e delle palme con pressione su carta);
  • modellate (o per spostamento), dovute al contatto delle mani con sostanze malleabili, come cera, colla, pece: anch’esse possono essere fotografate;
  • latenti (nascoste o invisibili), che si producono perché i pori della pelle emettono una sostanza, costituita da acqua, materiale sebaceo, acidi, calcio, fosfati. La loro qualità dipende dalla sudorazione dell’individuo, dalle condizioni ambientali e dalla superficie (le migliori sono quelle levigate come vetro, ceramica, metalli verniciati, mobili). Per rilevarle, si deve creare un contrasto tra le linee digitali e la superficie: il metodo tradizionale consiste nello spargere con un pennello, il cosiddetto grigio-argento, una polvere di alluminio e additivi che si deposita sulle linee papillari dove si presume sia l’impronta. Se c’è, si asporta con nastro adesivo nero. Nel caso la superficie fosse porosa (carta, legno grezzo), si usano reagenti chimici (ninidrina, violetto di genziana) che fanno risaltare le linee.

Un metodo ulteriore è quello fisico, tramite evaporazione metallica in alto vuoto e si usa generalmente per superfici di plastica. In laboratorio, l’oggetto viene messo in una campana sotto vuoto: all’interno di essa, si provoca l’evaporazione di una sostanza metallica, che poi si deposita uniformemente sul reperto, evidenziando le impronte.

Un sistema alternativo recente utilizza la luce laser: può essere applicata su maniglie, cassettiere e altri oggetti, ma soltanto in un ambiente sicuro (privo di specchi) e usando occhiali adeguati.

Impronte digitali nei gemelli

Per i gemelli omozigoti, nonostante essi possiedano un corredo cromosomico identico, vale la regola dell’individualità delle impronte digitali: esse sono uniche per ciascun individuo, pertanto le impronte digitali nei gemelli sono differenti.

Utilizzi delle impronte digitali

Le impronte digitali vengono impiegate soprattutto come mezzo di riconoscimento personale: ben noto è il loro impiego per riconoscere e identificare i criminali da parte delle forze dell'ordine e degli organi di sicurezza.

Tuttavia, esse possono essere impiegate anche in altri settori, quali:

  • l’antropologia, per la sistematica etnica;
  • la medicina legale.

Inoltre, in alcuni casi, le impronte digitali possono essere utilizzate in ambito medico per l'individuazione di alcune patologie. Pare infatti che alcune forme di dermatoglifi possano essere strettamente correlate ad alcune aberrazioni cromosomiche, come quella che caratterizza la sindrome di Down.

Dr.ssa Elisabetta Ciccolella Farmacista
Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
farmacista

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