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Succhi gastrici

Gastroenterologia
Succhi gastrici

Cosa sono i succhi gastrici?

Il cibo che mastichiamo e che ingoiamo viene chiamato bolo.

Il bolo si mescola con i succhi gastrici secreti da speciali ghiandole che si trovano nel rivestimento dello stomaco. 

Ogni ghiandola a livello gastrico contiene cellule che secernono componenti specifici noti nel loro insieme come succhi gastrici. Tra le sostanze chimiche prodotte troviamo bicarbonato, acido cloridrico, pepsinogeno e vari ormoni.

Da cosa sono costituiti i succhi gastrici?

I succhi gastrici sono costituiti da:
L'acido cloridrico è un acido forte secreto dalle cellule parietali e abbassa il pH dello stomaco a circa 2. 

L'acido cloridrico converte il pepsinogeno in pepsina e, oltre al cibo, spezza diverse altre sostanze nutritive e uccide i batteri che vengono introdotti con il cibo.

Il pepsinogeno è secreto dalle cellule principali e quando è in presenza di acido cloridrico viene convertito in pepsina. 

La pepsina rompe le strutture terziarie e secondarie delle proteine per rendere più facile il compito agli enzimi digestivi nell'intestino tenue.

 La lipasi gastrica è un altro enzima digestivo prodotto dalle cellule principali. Aiuta a disgregare i grassi a catena corta e media.

Anche l'amilasi si trova nei succhi gastrici, ma non è prodotta dallo stomaco. Questo enzima deriva dalla saliva e viaggia insieme al bolo nello stomaco. L'amilasi spezza i legami presenti nei carboidrati, ma la sua azione viene indebolita dall’acidità gastrica.

Il fattore intrinseco è secreto dalle cellule parietali ed è necessario affinché il corpo assorba la vitamina B12. Questa è essenziale per una sana funzionalità del sistema nervoso e per la produzione di cellule del sangue.

Infine, i succhi gastrici contengono acqua e muco. Il muco è secreto dalle cellule del colletto e aiuta a rivestire e proteggere il rivestimento dello stomaco dall'ambiente acido.

A cosa servono?

I succhi gastrici secreti delle ghiandole gastriche sono indispensabili per una iniziale digestione degli alimenti nello stomaco. Si presentano come un liquido trasparente formato da acqua, sali minerali, muco, acido cloridrico e la pepsina nonché l'enzima che inizia la digestione delle proteine trasformandole in peptidi.

Succhi gastrici in gola

Il reflusso gastroesofageo è la risalita involontaria dei succhi gastrici e di parte del contenuto dello stomaco lungo l’esofago, talvolta fino alla gola. La causa è nella maggior parte dei casi una cattiva occlusione della valvola detta cardias che tecnicamente dovrebbe impedire il ritorno indietro, verso l’esofago, del bolo alimentare.

Quando il disturbo si presenta più volte nel corso della giornata e si associa ad altre complicazioni si parla di malattia da reflusso gastroesofageo (MRGE).

Vomitare succhi gastrici

Se si soffre di reflusso gastrico (o, per meglio dire, di reflusso gastroesofageo), può capitare di vomitare i succhi gastrici. Ciò può succedere perché i succhi gastrici contengono acidi.

Di solito, nel reflusso, il cibo si ferma a livello esofageo, per poi ritornare nello stomaco; gli acidi dello stomaco, a contatto con l'esofago, possono poi provocare il cosiddetto bruciore di stomaco. Il reflusso gastrico non va confuso con la malattia da reflusso gastroesofageo (MRGE) che ne costituisce una forma più grave.

A volte può capitare di vomitare succhi gastrici anche se è in corso un'influenza intestinale. Il vomito, infatti, dopo che avrà espulso il cibo contenente nello stomaco, continuerà a sopraggiungere coi suoi conati, facendo espellere al soggetto acqua e/o succhi gastrici, dal momento che ormai lo stomaco è privo di altro contenuto.

Sintomi del reflusso gastrico (o gastroesofageo)

Il sintomo caratteristico della iperproduzione di succhi gastrici è una sensazione di rigurgito acido nell’esofago, associato a bruciore localizzato al petto e nello stomaco.

Il sintomo diventa acuto durante la notte e quando ci si corica. Nei casi gravi, il dolore al petto è così intenso da essere confuso con un attacco di cuore o di angina.

A causa della spiccata acidità, il passaggio dei succhi gastrici all’interno dell’esofago provoca l’irritazione delle mucose e, talvolta, delle vie respiratorie e della gola provocando disturbi alle corde vocali, abbassamento di voce, laringite, raucedine, tosse cronica e asma.

Succhi gastrici in eccesso, rimedi

Il trattamento si basa sia sull’assunzione di farmaci, sia sul cambiamento di alcune abitudini a tavola e dello stile di vita. I farmaci impiegati per la terapia sono: 

  • antiacidi
  • procinetici
  • inibitori della pompa protonica che riducono la secrezione acida 
L’alimentazione dovrebbe essere basata su cibi poco grassi e poco zuccherati. Importante anche una riduzione dello stress.
Sarebbe, dunque, opportuno mangiare lentamente, evitare cibi grassi, insaccati, soffritti, vino bianco, superalcolici, formaggi stagionati, cacao, tè, caffè, agrumi, bibite gassate, pomodoro, menta e il fumo di sigaretta. Il latte tampona l’acidità dello stomaco, ma essendo ricco in grassi può rallentare la digestione favorendo il disturbo.

Evitare i farmaci che possono aumentare l’acidità gastrica, come i FANS (antinfiammatori non steroidei) e alcuni ansiolitici.

Quando si verifica l’ipercloridria?

Le condizioni che più di frequentemente si associano ad ipercloridria e ad aumento di pepsina gastrica sono rappresentate dalla ulcera duodenale, dalle gastriti iper-secretive e anche da alcune malattie endocrine come nella gastrite atrofica, nel carcinoma gastrico, nell'anemia perniciosa e dopo interventi chirurgici delicati ovvero la vagotomia e la gastroresezione.

Nel succo gastrico si possono anche ricercare sostanze anomale che solitamente non sono presenti come l'acido lattico, che qualora si osservasse in assenza di acidità cloridrica in abbinamento a processi fermentativi non conformi potrebbe indicare possibile di carcinoma gastrico. L’eventuale presenza di sangue nel succo gastrico, questa potrebbe indicare un processo infiammatorio ulcerativo o neoplastico in corso a carico della mucosa gastrica.

Dr. Enrico Tempèra Medico Chirurgo
Dr. Enrico Tempèra
gastroenterologo

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