Cos’è la polipectomia?
Si parla di
polipectomia quando ci si riferisce all’
operazione chirurgica per rimuovere i polipi, che si possono sviluppare nell’
apparato digerente, più spesso nel
colon o nel
duodeno.
I
polipi sono delle piccole protuberanze che si formano nella mucosa dell’
intestino. La maggior parte dei polipi è innocua ma, se lasciati crescere, possono trasformarsi in
cancro. La
rimozione dei polipi diminuisce la possibilità di sviluppare
cancro all’intestino o
adenocarcinoma gastrico.
Spesso, avere un polipo non causa alcun sintomo, mentre altre volte può causare sanguinamento o un cambiamento nelle abitudini intestinali. Qualsiasi persona è a rischio di sviluppare questa condizione, in particolare se:
- ha un’età superiore ai 50 anni
- ha avuto polipi in passato
- ha una storia familiare di cancro all’intestino
- fuma, è in sovrappeso o segue una dieta scorretta
Esistono diversi tipi di polipi: alcuni sono piatti, attaccati alla mucosa intestinale; altri assomigliano ad un fungo e sono attaccati alla mucosa intestinale tramite un peduncolo. Tre sono i tipi principali:
-
Adenomatoso. Circa due terzi dei polipi sono di questo tipo e solo una piccola percentuale di essi si trasforma in cancro
-
Iperplastico. A seconda della grandezza e del luogo in cui si trova, questo tipo di polipo può trasformarsi in cancro
-
Infiammatorio. Può svilupparsi dopo una colite ulcerosa, gastrite, esofagite con aumento della produzione di saliva (composta da acqua e ptialina) o come conseguenza del morbo di Crohn. Sebbene questo tipo di polipo non rappresenti un fattore di rischio alto, la presenza di colite ulcerosa o di morbo di Crohn aumenta il rischio di sviluppare cancro al colon.
Come viene eseguita?
La
polipectomia viene solitamente eseguita in regime di
Day Hospital.
Il paziente viene fatto sdraiare su un fianco e sedato per rendere l’esame meno doloroso. La
polipectomia viene eseguita più comunemente durante una procedura chiamata
colonscopia (nel caso di polipi intestinali), un esame di tipo esplorativo, in cui il colonscopio viene introdotto attraverso l'
ano e fatto risalire fino alla valvola ileocecale e/o sino alle ultime anse ileali.
Tale sonda può essere fatta passare anche dalla bocca (nel caso di polipi nell’esofago) per praticare un’
endoscopia digestiva e, in questo caso si parla di
gastroscopia. La procedura può durare dai 20 minuti ad un’ora.
Due sono le varianti principali di polipectomia:
-
Con elettrobisturi, in cui il polipo viene reciso alla base del peduncolo tramite un elettrobisturi dotato di ansa, o cappio, che taglia e coagula contemporaneamente il tessuto trattato, favorendo l’arresto dell’emorragia
-
Mucosectomia. Questo tipo di procedura viene utilizzato per i polipi molto grandi o piatti che sono più difficili da rimuovere. Questa tecnica permette di rimuovere non solo il polipo, ma anche lo strato mucoso della parete intestinale.
Durante l’esame, viene prelevato il polipo e, se necessario, viene fatta una
biopsia di un campione della mucosa per essere sottoposto ad
esame istologico.
Prima dell’intervento, bisogna preparare il proprio intestino e assicurarsi che sia libero da ostruzioni. Per questo si consiglia di utilizzare
lassativi uno o due giorni prima dell’intervento, assieme al
clistere e all’assunzione di prodotti alimentari leggeri o dieta liquida.
Cosa fare dopo la polipectomia?
Dopo la procedura, il paziente viene tenuto in osservazione per un periodo variabile che va dalle 24 alle 48 ore, a seconda del tipo di operazione effettuata.
I
rischi di una polipectomia includono
sanguinamento rettale e perforazione dell’intestino; in questo ultimo caso, è necessario un intervento chirurgico in urgenza.
Sebbene tali complicazioni siano considerate rare, è bene contattare il proprio medico nel caso in cui si sperimentino i seguenti sintomi: