Negli ultimi 25 anni, la
vitamina D si è rivelata essere un importante fattore nello sviluppo e nel funzionamento del
sistema nervoso e utile nella terapia di diverse
malattie neurologiche.
Più recentemente, dati sperimentali e pre-clinici hanno suggerito una relazione tra livelli di vitamina D e
funzioni cognitive. Vari studi sostengono che vi sia una correlazione tra bassi livelli di vitamina D nel sangue e la comparsa di
deficit cognitivi o
demenza nella popolazione anziana.
Inoltre, ricerche eseguite sugli animali mostrano che la somministrazione di vitamina D può proteggere contro i processi biologici associati alla
malattia di Alzheimer e che può migliorare le capacità di apprendimento e di
memoria. Secondo questi studi, i meccanismi attraverso cui la vitamina D può contrastare i processi neurodegenerativi sono molteplici.
Tuttavia, i risultati degli studi clinici si sono dimostrati deludenti e non hanno consentito di evidenziare un’associazione da aumentati livelli di vitamina D e un miglioramento delle funzioni cognitive.
In conclusione, ulteriori ricerche sono necessarie per stabilire se un deficit di vitamina D sia effettivamente un fattore di rischio per la malattia di Alzheimer e per la demenza in genere, e se un trattamento con vitamina D sia utile a prevenire o a trattare tali patologie.