Buongiorno,
la tua gentile domanda consente ed obbliga ad una disamina particolare.
Una
sudorazione abbondante può rientrare nei canoni della normalità, solo nei casi di eccessiva quantità o frequenza può essere sinonimo di patologia.
Il termine medico appropriato è quello di "
iperidrosi" che, occorre subito definire, come fisiologica allorquando è
primaria (quindi non dovuta ad una patologia sottostante) o focale (quindi che colpisce solo alcune zone del corpo: mani, ascelle, viso).
Se l'
iperidrosi non debba essere considerata indice di patologia, necessita definire, però, che essa possa essere un effetto secondario ad una patologia latente o misconosciuta.
Le
cause di iperidrosi secondaria possono essere diverse.
Alcuni cibi (ad esempio, è segnalata iperidrosi da consumo di
alimenti piccanti o di certi tipi di spezie, uso di alcoolici), alcuni stati fisio-ormonali (ad esempio,
gravidanza,
menopausa,
sindrome premestruale), taluni stati psicologici (
ansia e
stress) possono evocare, senza substrato patologico, iperidrosi frequentemente.
Per contro, ed è in questi casi che occorre concentrare la propria attenzione, può essere indice di malattia come in alcuni casi di:
cardiopatia,
diabete, malattie respiratorie, alterata funzione della ghiandola
tiroide.
Purtroppo, l'
iperidrosi è presente anche in alcune forme tumorali, quali
leucemie e
linfomi.
La domanda non chiarisce se la sudorazione lamentata sia "
calda" o "
fredda".
Occorre segnalare la possibilità di
iperidrosi fredda che può insorgere in malattie cardiache, ma anche in disturbi del tutto benigni e transitori quali
agitazione e
indigestione.
Nel caso specifico del
diabete mellito, la
sudorazione risulta essere "
fredda" in caso di
ipoglicemia.
Ciò può succedere per terapia incongrua, ovvero per abuso glicemico in caso di stress e/o sovraccarico fisico.
Ogni sudorazione fredda in diabetico deve essere considerata ed esigere una riconsiderazione dello stato metabolico del paziente.
In sintesi:
iperidrosi è un disturbo con ampio gap di possibilità, che spazia dal disturbo funzionale transitorio e benigno a gravi forme patologiche con importante substrato patogenetico.
Una valutazione serena dei sintomi da parte dello stesso utente può consentire di addivenire ad una conclusione di benignità.
In caso, per contro, di valutazione personale dubbia, invito, senz'altro il gentile utente a volere riformulare la domanda aggiungendo altri dati (tipo: età, sesso, pregresse malattie, terapia cronica in atto) a cui sarò ben lieto di aggiungere l'approfondimento.
Saluti