Buongiorno gentile utente,
è ben noto come esista il
diabete steroideo spesso indicato dai medici con la sigla
NOSID (acronimo di
New Onset Steroid Induced Diabets), che significa: malattia diabetica di nuova insorgenza, prodotta da
terapia steroidea; esso si manifesta in media nel 20% (anche con picchi fino al 60%) delle persone che si sottopongono a
terapia cortisonica.
Spesso, la diagnosi di tale evenienza sfugge oppure è tardiva, in quanto la
glicemia a digiuno può essere bassa.
Il paziente NOSID, ovvero il paziente con diabete provocato da terapia cortisonica, è spesso una persona che senza saperlo rischia ricovero ospedaliero per complicanza diabetica acuta e, come alcuni studiosi pensano, complicanze metaboliche croniche.
Quindi, la prima e doverosa risposta è che ogni terapia cortisonica incide sempre sulla glicemia.
La constatazione effettiva risulta dall'azione negativa che il
cortisone possiede sulla secrezione di
insulina, nonchè sull'
insulino-resistenza che viene a generarsi a livello dei
muscoli, del
fegato e dell'
adiposo, senza dimenticare la
funzione neoglucogenetica che il cortisone possiede (agendo sul metabolismo delle proteine, tende ad accentuare il loro uso metabolico verso una trasformazione in
glucosio).
Si sente spesso dire e accade di leggere anche su siti accreditati che occorre distinguere in base alla durata della terapia cortisonica. Si afferma che la terapia con
cortisone, se prevista fino ad un massimo di 15 giorni, può essere controllata con la dieta e con incremento di
attività fisica.
Questa assunzione può essere giudicata veritiera, ma solo come linea generale.
Nella maggioranza dei casi, una
terapia cortisonica viene prescritta per
malattia reumatologica o per
dispnea in
asma bronchiale o in
bronchite cronica: subito sovviene la possibilità che un paziente reumatologico non possa attuare un incremento della propria attività fisica, in quanto, proprio la malattia reumatologica glielo impedisce oppure che in un soggetto con asma bronchiale l'attività fisica sostenuta sia inapplicabile, data l'alterata funzione respiratoria.
Queste due constatazioni dimostrano in maniera evidente che l'approccio ad una terapia cortisonica debba possedere presupposti diversi e di sicura applicabilità.
Esistono delle regole fortunatamente a cui potersi riferire. Vediamole insieme.
Qualunque persona che debba iniziare una terapia cortisonica deve rispondere dapprincipio alla seguente domanda: "
sono una persona non diabetica e con valori di glicemia da sempre normali?" Oppure "
sono un soggetto diabetico o con alterata tolleranza al glucosio?".
Nel
primo caso, è necessario misurare la glicemia prima e dopo l'inizio della terapia cortisonica e tali misurazioni (effettuate anche per mezzo di striscia e svolte da sè a domicilio) devono essere fatte per i primi 3 giorni a digiuno, 2 ore dopo colazione e 2 ore dopo cena.
Se i valori dovessero iniziare ad alterarsi, occorrerà informare il proprio medico di base il quale predisporrà analisi per valutare la possibile insorgenza di
NOSID.
Ne caso di
paziente già diabetico oppure con alterata tolleranza al glucosio e in caso di familiarità diabetologica, occorre un
monitoraggio frequente e seriato della glicemia (aggiungendo anche valutazione di glicemia alle ore 17 e una 2 ore dopo la cena, oltre quelle previste per il caso precedente e al verificarsi di alterazione, necessiterà sempre e senza indugio rivolgersi al proprio medico il quale, in codesto caso, invierà il paziente allo specialista).
Volendo semplificare con dei numeri a cui poter fare riferimento, occorre che il valore della glicemia a digiuno raggiunga al massimo fino a valore di
130 mg/dl e che sia sempre inferiore a 180 mg/dl a 2 ore dopo i pasti.
È assolutamente consigliato controllare sporadicamente glicemia anche nel pomeriggio e prima di andare a dormire la sera.
Questi due ultimi controlli sono necessari in quanto i cortisonici non hanno tutti la medesima farmacodinamica e possono quindi agire in maniera diversa.
Volendo esemplificare in modo pragmatico circa i cortisonici maggiormente usati quali
Prednisone (il cui nome commerciale è
Deltacortene),
Metilprednisolone (
Medrol, Urbason) e
Desametasone (
Decadron), essi mostrano il picco nel sangue, cioè la loro concentrazione massima, dopo circa un'ora dalla loro assunzione e possiedono un'emivita di circa 2 ore e mezza (l'
emivita di una sostanza rappresenta il tempo necessario affinchè la sua concentrazione nel sangue si dimezzi), ma possiedono una durata di azione fino a 16 ore (anzi, il
Desametasone fino a 20 ore) e hanno il picco del loro effetto tra le 4 e le 8 ore dopo l'assunzione.
Questi dati spiegano bene perchè una persona potrebbe essere affetta da
NOSID e mostrare una glicemia normale a digiuno.
Quindi, la conclusione: attenzione estrema all'uso di farmaci con capacità e funzione cortisonica, non disconoscerne la pericolosità rappresenta il primo momento di prevenzione.
Il
cortisone è anche l'
ormone dello stress: questo vuol dire che, nei momenti di
stress, esso aumenta naturalmente la sua quota nel sangue e da ciò deriva che stati di stress anche solo dovuta premura, fretta, contrattempi,
ansia,
attacchi di panico possono alterare in senso diabetico il profilo della glicemia.
Da qui, il consiglio di vivere in maniera serena e razionale anche fatti avversi, ne trarrà beneficio il benessere generale e anche il profilo metabolico.
Saluti