Gentile utente,
dal tuo racconto, mi sembra d'intendere che hai già spiegato chiaramente al tuo compagno ciò che provi e desideri. Sarebbe difficile aggiungere altro. Vorrei, però, sottolineare un aspetto diverso della questione.
Nel definirti una ragazza di 26 anni, mi sembra che ti sottovaluti, poiché lo stile deciso e consapevole con cui ti esprimi testimoniano la verve di una donna certamente giovane, sì, ma già matura, nel pieno delle sue possibilità esistenziali.
Ora, però, la domanda che da psicologo del profondo devo farti è la seguente: cosa di te (che non appare nitidamente, che resta inespresso, inconscio) quest'uomo timido e ritroso, forse non abbastanza virilizzato da tenerti testa e perciò aggressivo/passivo, potrebbe esprimere?
È infatti difficile pensare che la scelta di un partner nasca dalle sole motivazioni apparenti: ve ne sono altre più oscure che alimentano il legame, in un modo spesso ambivalente; se esplorate con attenzione, per altro, queste ragioni tracciano i confini di una parte di noi inespressa, che prova faticosamente a venire alla luce. Quel contenuto inconscio, all'inizio, ci si presenta, infatti, come un accidente del caso: un incontro straniante, un problema di coppia, una difficoltà di studio o di lavoro, una malattia, un elemento estraneo, se non proprio nocivo, che comunque ci mette in scacco, ci frustra, ci rende addirittura impotenti.
Oso credere che tu sia una persona di notevole valore, ma che vive ancora al di sotto delle possibilità di realizzazione psichica che la tua personalità forte e volitiva tende ad esprimere. Mi verrebbe da ipotizzare che, a partire da questo smacco di coppia, tu possa iniziare a integrare coscientemente una parte di te gravata da insicurezza, incertezza, indefinizione.
Ti invito a ricordare le potenzialità che, agli esordi del rapporto, hai scorto in quest'uomo che adesso ti delude: ciò potrebbe fornirti l'identità di quel contenuto psichico che attende di affiorare e di dispiegarsi nel mondo, ma che ancora teme di esporsi e di perdersi.