Gentile Signora,
la tua
aracnofobia è diversa dal classico
sintomo aracnofobico, in cui si prova
ansia alla vista di un ragno reale o del possibile incontro con esso. Se ben capisco, la tua è una vividissima
immagine ipnopompica (cioè portata ai sensi dal
sonno) assai permanente, che scompare solo quando, spaventata, accendi la luce, ma che per il resto del giorno non ti assilla.
L'intensità estrema la rende, di fatto, un'esperienza
allucinatoria. Allo stesso tempo, assicuri di esserti sottoposta ad esami medici accurati, che inducono a scartare ogni causa organica del fenomeno. A questo punto, non resta che ragionare in termini di
esperienza psichica, ovvero di un'immaginazione inconscia che emerge prepotentemente, premendo sulla coscienza, non appena abbandoni la vigilanza sui tuoi pensieri e
perdi il controllo a causa del sonno.
Se questa immaginazione risulta così potente e inesauribile, è perché, probabilmente, esprime (in una forma allegorica) un
conflitto interiore inammissibile: Il
ragno, come ce lo descrive Ovidio, riporta mitologicamente al conflitto tra la fanciulla Aracne e la dea Atena: Aracne fu condannata a tessere eternamente la sua tela in forma animale, poiché aveva sfidato la divinità e svelato con la sua arte le magagne di tutte le potenze olimpiche. Insomma, fu il suo rappresentare la verità dei potenti a condannarla a quella condizione inferiore. D'altronde, l'ingegnosissimo ragno che tesse, in natura, le tele che tutti ammiriamo è sempre e solo di
sesso femminile.
Se questo discorso, all'apparenza così letterario e remoto, ci può dire qualcosa della tua ossessionante visione, è probabilmente perché ci conduce al tema dell'essere catturata da una tua
identità femminile competitiva nascosta nell'inconscio (il ragno, infatti, è noto per attendere pazientemente che le vittime restino incollate ai fili della sua trasparente ed esile, eppure resistentissima, struttura). L'immagine parrebbe quella del terrore di restare imbozzolata in una condizione che ti è preclusa e inaccessibile coscientemente, ma che pure, nel suo essere seducente e pericolosa, ti attrae irresistibilmente verso l'inconscio.
Non sapendo nulla della tua storia e di quale momento particolare della tua esistenza attraversavi quando è comparso questo sintomo così afflittivo, non riesco a dirti molto altro, purtroppo.
Spero ugualmente di essere riuscito ad offrirti qualche spunto di riflessione. Mi rendo conto, senza dubbio, che l'angoscia che provi sia incessante e acuta; ti suggerirei, pertanto, di rivolgerti al più presto ad un aiuto specialistico: psicoterapeutico e/o medico psichiatrico.
Cordialmente