Come può, una donna di 40 anni, affrontare una situazione familiare molto difficile?
Buonasera, sono una donna 40enne con diverse problematiche di natura psichica, familiare, fisica e esistenziale. Provengo da un ambiente familiare violento, i miei genitori, fin da quando ero piccolissima, si sono sempre relazionati tra loro litigando, l'atmosfera in casa era sempre tesa, io e mia sorella venivamo coinvolte costantemente nelle loro discussioni, spesso per far cessare le liti intervenivano parenti e amici in famiglia. I motivi delle discussioni tra i miei genitori erano differenti: mentalità opposte, visioni educative diverse, problemi economici. l litigi perduravano ore e ore, dal pomeriggio si arrivava fino a tarda sera. I toni erano sempre esasperati, drammatici. Mia sorella, per reazione, divenne ingestibile, aggressiva e violenta fisicamente sia con mio papà e mia mamma che con me. Io invece implosi, all'età di 16 anni interruppi gli studi della scuola media superiore e mi chiusi fisicamente prima in casa, poi nella mia stanza per più di 10 anni anni, trascorsi in profonda solitudine. Con mia sorella avevo e ho un rapporto distruttivo, mi ha sempre umiliata, denigrata, mai una parola d'aiuto, un minimo di empatia e comprensione dimostrata nei miei confronti, solo violenza. Il comportamento deviante di mia sorella negli anni si è fortificato grazie al sostegno di mia madre, la quale, per evitare di contraddirla e per una sorta di sudditanza, ha sempre giustificato e tollerato i suoi atteggiamenti, facendo ricadere le colpe a fattori esterni, a me, papà o se stessa, mai la figlia. Mia sorella senza motivo, perché reali motivi per giustificare la sua violenza non esistono, percuote con calci, pugni, urla, parolacce, bestemmie. Questa situazione è continuata fin quando non se n'è andata di casa dopo la laurea. Il problema è proseguito nelle relazioni intrecciate con i vari partner fino al matrimonio e alla separazione in atto in questo momento con l'attuale marito. Dal loro matrimonio è nata una bimba, ora ha 4 anni. Mia nipote, a causa delle crisi di rabbia della madre che manifesta spudoratamente in presenza della piccola, senza ritegno (urla continue, sfoghi, parolacce riguardanti il marito e noi), si sta esaurendo: è aggressiva, ha crisi di pianto, urla. Mia sorella, in questo momento, è disoccupata ma scarica quotidianamente la figlioletta dai nonni e poco importa se nostro padre 80enne malato di tumore alla trachea è debilitato, stanco e rimette il pranzo e non fa nulla se nostra madre ha un principio di demenza senile, un prolasso alla vescica e si trascura perché è assorbita totalmente dalle cure per la nipotina. Ho tentato più volte di far comprendere a mia sorella che i nostri genitori non sono nelle condizioni psicofisiche di prendersi cura a tempo pieno di sua figlia, ma come risposta è successa una tragedia davanti a mia nipote. Mia sorella come sempre ha fatto, ha stravolto le mie parole insorgendo con urla, insulti di tutti i tipi per ore. So che è in cura presso uno psicologo, lo è da più di una decina d'anni, ma miglioramenti non ne ha avuti. Io sono una persona passiva,remissiva, accondiscendente. Tendo alla depressione con fobia sociale, ho la miastenia gravis oculare e generalizzata. Attualmente, sono in cura con Mestinon e cortisone. Mi sono ammalata 20 anni fa, ho altri disturbi: sindrome di cushing, tumore benigno alla tiroide, osteoporosi, ciste alla ghiandola pineale, cervicalgia cronica che mi porta a star male quasi tutti i giorni con vomito, emicrania e giramenti di testa, purtroppo sono anche affetta da calvizie androgenetica per me socialmente invalidante. Sono disoccupata e mio padre non provvede in alcun modo al mio mantenimento, resta ed è un uomo ansioso, nevrotico, agitato come mia sorella, stesse modalità di comportamento. Mia mamma è perennemente depressa, l'ho sempre vista piangere, struggersi e dormire tantissimo: ora, entrambi sono malati, fanno i salti mortali per supportare mia sorella trascurando loro stessi. La vita in casa è un inferno: tutti i giorni c'è mia nipotina, mio padre, se non accorro e non provvedo alle necessità di mia nipote, mi insulta, io faccio quel che riesco e posso, il mio aiuto non è considerato. Mia mamma desidera che me ne vada il prima possibile di casa, non le interessa dove e come, me ne devo andare. Ho chiesto aiuto ad un centro anti violenza e avrò 5 appuntamenti presso una psicologa e da un'avvocatessa che si occuperà delle pratiche per l'invalidità inerente alla mia malattia fisica. Ho considerato più volte il suicidio, ma non l'ho mai attuato. Non vedo futuro e non conosco speranza, non so dove e a chi aggrapparmi per uscire dal delirio in cui sono sommersa: in casa non c'è pace, tranquillità, fuori il mondo esterno mi spaventa e comunque non possiedo gli strumenti per poterlo affrontare. Chiedo aiuto con tutte le forze rimaste e il poco barlume di lucidità mentale. Grazie per aver letto il mio grido di disperazione.
Risposta
Buongiorno,
la situazione che descrivi non è certo semplice. Vorrei portare la tua attenzione però al fatto che nella tua lettera ti concentri principalmente sui problemi dei tuoi famigliari.
Il tuo quadro clinico e psichico è senza dubbio un ostacolo per riuscire ad uscire da una situazione così difficile, però devo farti i miei complimenti per il fatto che hai preso contatti con il centro antiviolenza per avere un aiuto: è un passo importante di cui devi andare molto fiera. Lì troverai qualcuno che può aiutarti dal punto di vista pratico e ascoltarti con professionalità.
Vorrei farti riflettere sul fatto che non possiamo risolvere i problemi degli altri o cambiarli, ma possiamo solo lavorare su noi stessi e sul nostro benessere.
Ti consiglierei di rivolgerti al CPS (Centro Psico Sociale) dell'ASL della tua zona per chiedere un supporto psicologico almeno a medio termine.
Se alzi la testa e guardi oltre la cortina di fumo che ti sta avvolgendo, vedrai un mondo a colori e una vita che vale la pena di vivere.
Risposta a cura di