Salve, è una domanda a cui rispondo con piacere, poichè molte volte le mamme chiedono a pediatri, educatori, o anche confrontandosi con altre mamme, informazioni sullo sviluppo del linguaggio.
Spesso purtroppo non vengono fornite le corrette informazioni, e l'atteggiamento è quello di dire "aspettiamo" perchè parlerà, è troppo "presto", ognuno ha i suoi tempi.
Seppur vero che ogni bambino ha i suoi tempi e vi è una grande variabilità tra un bimbo e un altro, vi sono delle tappe nello sviluppo della comunicazione e del linguaggio che devono essere raggiunte entro certi limiti di tempo ed è oggi riconosciuto che esistono già dai primi anni di vita degli indici di rischio ben definiti che possono far supporre la presenza di una difficoltà o di un ritardo nell'acquisizione del linguaggio.
Il periodo in cui emergono le prime parole viene fatto coincidere con il raggiungimento del primo anno di vita, tra i 10 e i 13 mesi. Si arriva alle prime paroline in seguito alla famosa fase della lallazione, che solitamente avviene tra i 6 e gli 8 mesi.
Intorno ai 16 mesi e fino ai 24 vi è la fase cosiddetta di "esplosione del vocabolario", cioè i bimbi acquisiscono moltissime parole nuove per giungere poi alla combinazione delle prime frasi intorno ai 24 mesi.
Ad oggi sono definiti "parlatori tardivi" quei bambini che tra 24-30 mesi presentano un lessico inferiore a 50 parole e/o assenza di combinazioni di parole. E' importante sottolineare che alcuni bambini mostrano un "ritardo nella partenza" ma un ritmo di sviluppo adeguato, cioè circa il 50% dei bambini che mostrano un ritardo di linguaggio a 24 mesi recuperano spontaneamente e colmano il ritardo entro i 36 mesi; vi è però una percentuale di bambini che oltre ad un ritardo nella partenza mostra anche un ritardo nell'acquisizione e alcuni di questi si trasformeranno in disturbi di linguaggio.
Per tale motivo è fondamentale controllare lo sviluppo linguistico fin dalle prime fasi e intervenire precocemente, in modo da rendere l'intervento sempre più efficace e meno lungo nel tempo.