Salve,
la
microalbuminuria è la presenza di piccole quantità di
albumina, una proteina, nelle urine.
È un disturbo molto frequente nei
diabetici. Si verifica quando i
reni, che filtrano il sangue, vengono danneggiati dal
diabete, consentendo il passaggio di proteine dal sangue alle urine.
Fino a poco tempo fa, si pensava che la microalbuminuria dovesse irrimediabilmente precedere gravi danni ai reni, ma, secondo un recente studio americano, non è così. Sembra che invece possa regredire nei pazienti che hanno un ottimo
controllo glicemico e buoni livelli di
colesterolo,
trigliceridi e pressione.
Il danno subito dai reni può non essere irreversibile. Soprattutto se la quantità di albumina nel sangue non è elevata, e quindi il danno non è grave, e se si agisce per tempo e con le cure appropriate. In questi casi, le nostre nonne guarivano l'
albuminuria rapidamente, facendo ingoiare al paziente, ogni mattina, un cucchiaino da caffè d'
argilla in mezzo bicchiere d'acqua.
Se si manifestavano anche dolori ai reni, si applicavano sulla parte dei cataplasmi, sempre d'argilla, freddi, fino a quando scomparivano.
Tuttavia, non sempre l'argilla è a portata di mano e non tutti possono digerirla facilmente. Si ricorre allora alle tisane. Eccellente quella, specifica per tale malattia, di gambi di ciliegie, ottenuta facendo bollire in 1 litro d'acqua per 5 minuti 50 gr di gambi. Trascorso il tempo di bollitura, si lasciano in infusione i gambi per un quarto d'ora circa, poi si passa la tisana al colino. La dose è di un paio di tazze al giorno, fredda.
Se la stagione non è adatta, si ricorre ad un'altra tisana: quella di barbe di mais (50 gr), preparata esattamente come la precedente. Questo rimedio però, essendo più blando, deve essere preso in dosi maggiori. Praticamente, più se ne beve durante la giornata, più la cura risulterà efficace e la guarigione rapida.
Anche l'orto offre un rimedio eccellente contro l'albuminuria: i fagioli e, più precisamente, il baccello dei fagioli. Si prendono 100 gr circa di baccelli e si fanno seccare al sole o nel forno; si sminuzzano poi il più finemente possibile e si fanno bolire in 1 litro e mezzo d'acqua finchè, evaporando, il liquido si riduce alla metà. Si raccomanda di consumare la tisana, tiepida, entro un paio di giorni, bevendola tra un pasto e l'altro. Questa ricetta, tuttora in uso, sembra risalga a Caterina de' Medici, regina di Francia, la quale, sofferente di albuminuria, la ebbe nientemeno che dal grande Nostradamus. E non è difficile che allo stesso sapiente personaggio si debba la cura a base di cenere che guariva tale disturbo e che si preparava semplicemente facendo sciogliere 150 gr di cenere in 1 litro di buon vino. 2 bicchieri al giorno garantivano la guarigione.
Cordiali saluti