Mi scuso per non aver letto la tua lettera fin'ora; nel frattempo, avrai sicuramente confortato la tua amica, ma mi sembra opportuno approfittare della tua domanda per fare alcune considerazioni.
Innanzitutto, per legge, la famiglia e tutte le persone venute a contatto stretto con il malato sono sottoposte a profilassi.
Per contatto stretto si intendono i conviventi, l'ambiente di studio (la stessa classe) o di lavoro (la stessa stanza). Chi ha dormito, mangiato spesso nella stessa casa del malato. Le persone che nei 7 giorni precedenti l'esordio hanno avuto contatti con la sua saliva; attraverso baci, stoviglie, spazzolini da denti, giocattoli.
Il meningococco (Nesseria Menigitidis) alberga nelle alte vie respiratorie (naso, gola), spesso di portatori sani e asintomatici (2-30% della popolazione); la sua presenza non è correlata un aumento di rischio di meningite o di altre malattie gravi. Si trasmette da persona a persona attraverso le secrezioni respiratorie. Il meningococco è un batterio che risente delle variazioni di temperatura e dell'essiccamento.
Dunque, fuori dell'organismo sopravvive solo per pochi minuti. La principale causa di contagio è rappresentata dai portatori sani del batterio, solo nello 0,5% dei casi la malattia è trasmessa da una persona affetta dalla malattia. Dopo 24- 48 ore di trattamento, la persona affetta non è più contagiosa.
La profilassi va pertanto fatta solo nei soggetti che sono stati a stretto contatto con l'ammalato prima del trattamento. È evidente che nel tuo caso non vi sia nessun pericolo di contagio, potevi recarti a casa della tua amica già dopo un paio di giorni dall'attuazione della profilassi.
È importante però, per ridurre se non eliminare questa malattia, vaccinare i bambini e le persone a rischio contro il meningococco essendo disponibili dei vaccini efficaci e dotati di notevole sicurezza anche per evitare crisi di panico alla notizia di un caso sporadico di meningite.
Una profilassi inappropriata con farmaci all'occorrenza può favorire paradossalmente la diffusione del germe, perché vengono uccisi anche batteri non patogeni che albergano sulle nostre mucose che hanno la funzione di proteggerci dall'ingresso di quelli che provocano malattie.
Inoltre, i farmaci utilizzati per la profilassi (Rifampicina, Ceftriaxone e la Ciprofloxacina) sono spesso responsabili di effetti collaterali importanti e sicuramente molto più frequenti di quelli provocati dalle vaccinazioni di nuova generazione che, oltretutto, hanno una protezione duratura nel tempo. Invece, la profilassi con i farmaci che uccidono tutto, ovviamente, non può proteggerci da nuove infezioni, ma ci rende, come ho detto, ma mi piace sottolinearlo, meno difesi dai gemi "buoni" che vivono nel nostro organismo.