Salve,
il
linfoma non Hodgkin è un
tumore che prende origine nel
sistema linfatico che è composto da
vasi, simili ai vasi sanguigni, che trasportano la
linfa, un fluido che contiene liquidi provenienti da vari tessuti e trasporta
linfociti e altre cellule del
sistema immunitario.
I
linfonodi sono invece agglomerati di
linfociti, un tipo di
globuli bianchi, e altre cellule immunitarie che si ingrossano in presenza di un'infezione da combattere.
Il
linfoma non-Hodgkin si può sviluppare in diversi organi (linfonodi, ma anche
stomaco,
intestino, cute e
sistema nervoso centrale, dai linfociti B e dai linfociti T. In linea generale, si distinguono i linfomi che derivano dai
linfociti B (fino al 90% dei casi) da quelli che derivano dai
linfociti T; ogni categoria si divide a sua volta in numerosi sottogruppi che tengono conto, tra l'altro, della velocità di crescita delle cellule tumorali (aggressività della malattia), del loro aspetto al microscopio e della loro localizzazione (raggruppate, come nel linfoma follicolare, o diffuse).
Per il linfoma non Hodgkin, si utilizza in genere il
sistema di classificazione di Ann-Arbor che distingue 4 stadi di malattia indicati con i numeri romani I, II, III e IV.
Per assegnare lo stadio, è necessario valutare diversi parametri, come il numero di linfonodi coinvolti, le sedi di malattia e la presenza o assenza di segni generali, come la
febbre, la
perdita di peso e le
sudorazioni notturne.
Dal punto di vista terapeutico, viene utilizzata la
chemioterapia (in genere, a base di diverse combinazioni di farmaci) e la
radioterapia che possono essere usate da sole o in contemporanea, a seconda dei casi. I cosiddetti
farmaci intelligenti rivestono un ruolo molto importante nella cura dei LNH: l'anticorpo monoclonale
Rituximab, per esempio, è in grado di colpire in modo selettivo una molecola presente sulla superficie delle cellule tumorali, mentre in altri casi, gli
anticorpi monoclonali possono essere legati ad una molecola radioattiva che rilascia la radiazione proprio a livello della cellula malata.
Se la malattia non risponde al trattamento o se si ripresenta dopo la terapia iniziale, è possibile ricorrere al
trapianto di cellule staminali autologo (con cellule prelevate dallo stesso paziente) o allogenico (con cellule provenienti da un donatore compatibile).
Prima del trapianto, in genere, si utilizza una dose molto elevata di chemioterapia che distrugge le cellule del
linfoma, ma anche quelle sane del midollo che verranno poi sostituite da quelle trapiantate.
Cordialmente