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È necessario l'intervento per una frattura del trochite omerale?

Buongiorno, 
sono caduto dalla bicicletta e la diagnosi è la seguente: "frattura composta del collo chirurgico e del trochite omerale, conservati i rapporti articolari". Risultato: intervento chirurgico con inserimento di una placca d'acciaio, è proprio indispensabile? Ci sono alternative? Ho 54 anni ed ho paura dell'intervento. 

Grazie mille

Risposta

Salve,
tutto dipende dal grado di scomposizione della frattura (cioè da quanto sono lontani i frammenti tra loro e quanti sono i frammenti) e dal rischio di un'eventuale necrosi della testa omerale (i vasi sanguigni sono completamente interrotti, non arriva sangue all'apice del braccio e l'osso prima soffre, poi tende a morire), poi ci sono altri elementi come l'età, la presenza di ulteriori patologie, aspettative sportive/lavorative.

Nel tuo caso, si parla di una frattura composta cioè i cui frammenti non si sono allontanati più di tanto tra loro.

Il tipo di trattamento in alcuni casi può anche essere conservativo, cioè senza intervento chirurgico, ma come detto sopra, bisogna valutare bene caso per caso.

Se necessario il trattamento chirurgico, lo scopo finale sarà quello di mantenere i frammenti di osso tutti insieme con un qualsiasi strumento tra quelli indicati di seguito, così che l'immobilizzazione e la stabilità della frattura permetta una buona guarigione ed una riabilitazione precoce.

In alcuni casi, a seguito di fratture complesse, si può anche ricorrere alla protesi. Di massima e sinteticamente le fratture si "sintetizzano" (cioè si sistemano) con apparecchi tipo:

  • placca e viti: una placca viene appoggiata all'osso a ponte tra la parte sana e la parte fratturata, e le viti servono a mantenere i frammenti in sede, per far ciò si rende necessaria una più o meno ampia incisione cutanea
  • chiodo endomidollare: un lungo stelo in titanio viene messo dentro il canale midollare (la parte vuota dentro l'osso) e con delle viti si sintetizzano i frammenti, per far ciò sono sufficienti piccole incisioni poco più lunghe di 1 cm
  • fissatore esterno: dei moduli in metallo esterni al corpo mantengono i frammenti stabili con delle lunghe viti che penetrano la cute
  • solo viti: in alcuni casi delle semplici viti possono essere sufficienti a mantenere i frammenti
  • placchette sottocutanee con fili metallici: una sorta di incrocio tra una placca ed un fissatore esterno, che però rimane sotto cute e sono molto piccole (2-4 cm circa).
Ognuno di questi sistemi presenta delle indicazioni precise, dei rischi e dei vantaggi. La scelta dipenderà anche dalla familiarità del chirurgo con uno o più di questi mezzi.

Se hai dei dubbi circa vantaggi e svantaggi ed opzioni terapeutiche, parlane con il tuo chirurgo di riferimento o in alternativa chiedi un nuovo consulto qualora non dovessi ritenerti soddisfatto: la scelta e l'arrivo ad un intervento chirurgico sono un percorso che va fatto insieme al chirurgo di fiducia.

Saluti

Risposta a cura di
Dr. Giorgio Rotundo Medico Chirurgo
Dr. Giorgio Rotundo
chirurgo della spallamedico legale
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