Prima di tutto, premetto che la chirurgia del piede è molto complessa e difficile, che un'
osteofita dorsale e/o mediale può svilupparsi indipendentemente dalla tecnica e dalla validità del gesto chirurgico, che a volte capita una recidiva o un risultato anche immediato non desiderato, senza che ciò sia da imputare sempre e comunque a negligenza o imperizia del chirurgo. Inoltre, premetto che è difficile rispondere alle tue domande, poichè, oltre all'esame clinico-funzionale del piede operato, si dovrebbe valutare un esame radiografico ed un
esame baropodometrico computerizzato di entrambi i piedi, prima di stabilire un eventuale trattamento da eseguire.
La tua condizione che comprende dolore e limitazione della mobilità dell’articolazione metatarso-falangea, associata con la formazione di osteofiti dorsali della base della falange prossimale e della testa del primo metatarso, viene definita
alluce rigido.
Il trattamento non chirurgico di tale condizione prevede l’uso di
antinfiammatori e
fisioterapia mirata a ridurre l’infiammazione intrarticolare.
L’uso di
infiltrazioni locali di cortisonici devono essere evitate perché producono solo un miglioramento temporaneo, ma alla fine provocano un aggravamento del processo artrosico.
A causa della perdita dell’estensione dorsale, potrebbero essere utili
scarpe con tacco basso, suola rigida e preferibilmente a dondolo e plantari su misura che riducano il carico sul primo metatarso.
Quando i trattamenti conservativi falliscono, è indicata la
chirurgia che si può dividere in due grandi gruppi:
radicale e
conservativa.
Il primo comprende:
artroplastica di Keller (resezione della base della falange prossimale), protesi dell’articolazione metatarso-falangea e artrodesi della metatarso-falangea.
Le tecniche conservative, usate per migliorare la funzionalità dell’articolazione invece comprendono: cheilectomia (rimodellamento dell’articolazione con rimozione degli osteofiti dalla testa del metatarso, particolarmente quelli dorsali, associata ad escissione di un terzo della parte dorsale della superficie dorsale e alla liberazione della capsula e delle aderenze). Quando la sola cheilectomia da sola non produce un miglioramento della mobilità, essa può essere associata ad
osteotomia della falange prossimale, con un cuneo dorsale o ad osteotomia del primo metatarso. Tali tecniche si possono effettuate con tecniche percutanee. Permettono di intervenire attraverso delle incisioni di pochi millimetri evitando quindi vaste esposizioni con compromissione delle strutture vascolari e dei tessuti e con minor rischio infettivo.
Ti consiglio di consultare il tuo medico di fiducia per scegliere la terapia più adatta al tuo problema.