Gentile signora,
la tua preoccupazione, se confermata da altri fatti, è particolarmente appropriata, però non conoscendolo, visto che parliamo di tuo figlio, mi diventa difficile poterti dire se e come stiano le cose. Dici una cosa importante riguardo al rivolgersi ad uno psicologo, e penso che sarebbe il caso, ma la tua sensibilità a riguardo già pone una risposta, ovvero che questa domanda, questa necessità, dovrebbe scaturire da tuo figlio. Anche se sarà un cammino tortuoso, potresti aprire un dialogo con lui, senza porgli una questione di obbligatorietà.
Purtroppo, il pensiero corrente riguardo la psicologia, è che dobbiamo rivolgerci a questa solo se abbiamo una patologia, il che rende ancora più difficile aprire questa porta, mentre invece, secondo me, dovremmo rivolgerci ad essa in modo molto più ampio e naturale, anche solo per chiarire il momento che stiamo attraversando, i rapporti contrastati, il lasciarsi con la propria fidanzata, tutte situazioni che aiutano a doverci confrontare con la nostra depressione, se mai non patologica, ma funzionale. Io chiamo questo tipo di approccio con lo psicologo, Psicologia amica, che cerca di stabilire un nuovo modo di approcciarsi, al proprio mondo sconosciuto, il quale riserva delle sorprese interessanti.
Come avrai compreso, così a distanza non sono in grado di darti un parere più approfondito, però credo che il dialogo che s'instaura tra genitori e figli sia importante, fatto salvo che si rispetti l'intimità dell'altro. Vi auguro che possiate superare questo momento particolarmente preoccupante.
Distinti saluti