Come aiutare un bambino di 9 anni che vive un po' nel suo mondo?
Buongiorno dottore, vorrei un suo parere riguardo mio figlio che ha 9 anni. Legge bene, scorrevolmente, ma dimentica le parole corte, tipo di, in, con, sbadiglia mentre legge e spesso non rispetta la punteggiatura. Quando scrive, sembra un po' migliorato rispetto ai primi 2 anni di scuola: ha ridimensionato le parole, che prima scriveva troppo grandi. Fa moltissima fatica a scrivere in corsivo, è molto lento, ripassa le parole o alcune lettere più di una volta o fa errori di distrazione saltando qualche lettera; le maestre lo fanno scrivere soltanto in stampatello, ma anche così, lui non riesce a stare al passo con il resto della classe, sbaglia ancora spesso a scrivere il suo nome, quando scrive, mantiene una postura ingobbita, lo stesso quando mangia oppure si alza in piedi. Fa fatica a copiare dalla lavagna, quindi porta a casa i quaderni dei compagni, dai quali fa lo stesso molta fatica a copiare, si distrae spesso con qualsiasi cosa gli capiti sotto gli occhi, sia a casa che a scuola, non riesce a mantenere l'attenzione per più di mezz'ora, poi si stanca. I suoi quaderni, soprattutto matematica e geometria, sono molto disordinati, mentre in italiano scrive spesso le parole senza lasciare spazio tra una e l'altra o sbagliando a separarle. Alcune volte, se va un po' in fretta, scrive ancora le lettere troppo grandi, non sa stare negli spazi dei quadretti di mezzo cm. Quando si muove, spesso sbatte contro le cose o le persone, fa cadere oggetti come matite, cade spesso, anche durante lo sport (l'anno scorso ha praticato calcio e quest'anno lo iscriveremo a basket), porta gli occhiali, le lenti che ha vanno bene, non è un problema ottico. Il suo zaino è confuso e nell'astuccio parte mettendo tutti i colori in un certo ordine, ma poi a scuola non riesce a mettere via in tempo, quindi butta tutti i pastelli alla rifusa nell'astuccio o sparsi nello zaino, perde gomme, colle, matite. Sa allacciarsi le scarpe, anche se lo fa con i suoi tempi, è distratto (se lo mando nella sua camera a prendere una cosa, lui torna con un'altra). Fin da piccolo, ha dei momenti in cui fa cose strane, come tagliarsi una ciocca di capelli, tagliarsi le ciglia, tagliarsi i vestiti, ma quando viene scoperto si chiude e non parla più, alcune volte da' la colpa ad altri. Sa vestirsi da solo da prima dei 3 anni, ma da quando ha iniziato la scuola ha sempre bisogno di stimolo continuo per farlo, come per parecchie altre attività quotidiane (lavarsi i denti, mettere il pigiama). Fa ancora la pipì a letto, ma dopo i controlli, risulta che non ha problemi fisici. Ha comportamenti ancora infantili (fa i versi, suoni senza significato e ad un volume di voce alto e penetrante). Dice bugie, ha commesso per 2 volte furto, nonostante dopo la prima volta l'avessimo costretto a tornare in negozio per restituirlo. Le sue difficoltà a scuola lo portano ad essere molto stressato, agitato, ogni volta abbassa il tono dell'umore quando gli si chiede di fare i compiti o scrivere e in generale cerca sempre di evitare di prendere in mano una penna, mentre legge volentieri. È attualmente in cura con una psicologa del centro di neuropsichiatria della nostra città, soprattutto per capire (così ci han detto) da dove venga questa avversione alle attività scolastiche e come mai lo influenzi a tal punto sul piano dell'umore. È stato valutato per disturbi dell'apprendimento da una equipe di neuropsichiatria, ma il risultato è che non è possibile fare una diagnosi. La prima volta che è andato da un neuropsichiatra aveva 4 anni, le insegnanti alla materna dicevano che non portava a termine i compiti che gli assegnavano; poi, a 5 anni è stato valutato dalla stessa psicologa che vede ora perchè le insegnanti della materna dicevano che frequentava troppo i bambini più piccoli di lui ed aveva comportamenti non adatti alla sua età. In entrambi i casi, ci hanno rimandato a casa con la risposta che il bambino non aveva niente, anzi, aveva un q.i. superiore. A 6 anni, torna dalla neuropsichiatria area psicomotricità, perchè il bambino (primo anno di elementari) scriveva le lettere troppo grandi, non stava nelle righe o nei quadretti, non seguiva la linea dritta mentre scriveva, ma andava sempre più in obliquo. Inizialmente, si pensava che la sua difficoltà fosse dovuta al fatto che è mancino, ma dopo la psicomotricità la carta che ci hanno rilasciato diceva che l'obiettivo era stato raggiunto. Intanto è nato il fratellino. Ci sono stati periodi in cui perdeva persino la cognizione del tempo, cioè non si ricordava se avesse mangiato ed un episodio è successo di recente quando non si ricordava se era mattino o sera. A scuola va volentieri perchè gli piace tantissimo imparare, ma i suoi compagni lo vedono diverso e lo hanno etichettato come "piccolo". Grazie mille per l'attenzione.
Risposta
Buonasera signora,
alla tua lunga domanda occorrerebbe un mezzo metro di risposta. Cercherò di riassumere.
Mi trovo poco concorde con quello che ti hanno detto. Non si può fare una diagnosi: non è vero.
Il bambino che descrivi sembra affetto da vari problemi che, presi singolarmente, sono abbastanza banali, ma che nell'insieme danno il quadro che mi descrivi.
Il bambino ha molto probabilmente un
problema di maturazione psicomotoria. Ha mai fatto
riabilitazione psicomotoria (se sì, che cosa hanno fatto?)?
Ha anche problemi di
attenzione e dovrebbe essere aiutato a concentrala sulle cose (anche se, pare, si tratti di un bambino con caratteri di
iperattività).
Fa la pipì a letto? Anche se non ha nulla, deve essere trattato farmacologicamente per smettere (il fatto di farla a 9 anni, mina la sua autostima, lo rende facilmente sfottibile dai compagni e si rivolge ai più piccoli perchè sono meno cattivi).
Gli hanno mai fatto i
test per i DSA (
disturbi specifici di apprendimento)? Penso di no ed è una cosa da fare. Infine, lui è quasi sicuramente
dislessico e, se non cambiano i metodi di insegnamento (ai sensi di legge), il bambino odierà sempre più la scuola perchè non riesce a stare dietro agli insegnanti e si demotiva.
Risposta a cura di
Dr. Paolo Bonarrio
neuropsichiatra infantile