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Come comportarsi con un bambino di 8 anni che ha difficoltà a socializzare?

Salve dottore, mio figlio ha appena concluso la seconda elementare, ad ottobre compirà 8 anni. Fin dalla nascita, è stato un bambino "impegnativo": piangeva molto, dormiva pochissimo, crescendo erano capricci continui, rincorse da mattina a sera, problemi anche di integrazione con gli altri bambini, nel parchetto lo escludevano. Iniziato l'asilo, sono arrivate da subito le lamentele delle maestre: non sta seduto, vuole uscire solo in giardino, non s'interessa alle attività perché pianta il muso, sembra sempre annoiarsi. Anche per fargli una foto era una guerra. Riesce comunque a farsi 2/3 amichetti. L'ho fatto visitare dalla neuropsichiatria infantile, diagnosi: "q. i. 126, necessità psicomotricità". Fatta la psicomotricità, messa la maestra di sostegno all'asilo, è arrivato al secondo anno d'asilo dopo averne sentite di tutti i colori (colpa della madre, colpa del padre, poca educazione, è arrogante ed irrispettoso). Ci trasferiamo fuori città per cambiare qualità di vita, nel nuovo asilo mio figlio (anche per il cambiamento) peggiora: una maestra mi dice che non ha mai visto un bambino così, l'altra lo minaccia di chiamare i carabinieri. Lui piano piano, fa amicizia con quasi tutta la classe. Primo anno di elementari ancora peggio: note e richieste di parlarmi tutti i giorni, il bambino parla da solo mi dicono, insistenze nel farlo valutare assolutamente. Neuropsichiatria infantile dell'asl mi dà il responso dopo i test: disturbo d'attenzione con iperattività. Non necessita di maestra di sostegno, ma di una maestra più valida. Il secondo anno di elementari, ottimo rapporto con tutta la classe e pochi episodi rilevanti, ho avuto la dimostrazione che, effettivamente, col cambio di maestra che fortunatamente è avvenuto senza che cambiasse scuola, le cose sono migliorate notevolmente. La nuova maestra ha notato un'intelligenza e delle capacità fuori dalla norma, sacrificate dal lato comportamentale. Ha riconosciuto la bontà e la quasi totale assenza di malizia in mio figlio, è un bambino che preferisce denunciare a gran voce un torto, risentirsi profondamente e gridare, piuttosto che dire una bugia. Mi ha comunque invitato a chiedere la maestra di sostegno (cosa che ho fatto ed arriverà per l'anno prossimo), per poter essere più efficaci nella gestione delle emozioni esplosive e dei momenti di stanchezza di mio figlio e poterli rendere produttivi. Effettivamente il problema centrale è questo, le sue emozioni (che siano fastidio, noia, felicità, senso d'ingiustizia, rabbia) sono come amplificate e quindi anche stancanti, mandando il ragionamento a pallino. Ha tempi d'attenzione abbastanza brevi, si stanca facilmente quand'è concentrato. Sta diventando più consapevole anche lui piano piano, mi chiede con timore se sia normale che dopo un po' che scrive sbadiglia e non riesce più a seguire. Come se non bastasse, io ho avuto una diagnosi di bipolarismo di tipo 1 qualche mese fa e trovo molti dei miei comportamenti in lui. Sono tempestata di consigli: portalo lì, fagli fare là, deve fare sport di squadra. Il bambino non ha problemi a socializzare coi pari, ma a trovare una figura adulta esterna che lo comprenda come ha fatto questa maestra, qualcuno che non lo veda come un ingestibile maleducato, ma per quello che è: un bambino preda di emozioni ed insicurezze, spesso più grandi di lui. Gli educatori (del centro estivo, ad esempio) hanno sempre avuto un atteggiamento rigido ed accusatorio nei suoi confronti. Spero di avere da lei una dritta su come muovermi per fare davvero il bene di mio figlio.

Risposta

Salve,
difficile darti un consiglio su una situazione cosi complessa e complicata da una serie di interventi che non sono stati forse sempre i più adatti.
 
Ti chiedo: hanno mai somministrato un test ADOS? Credo di no.

Propenderei per un disturbo misto. Ha dei caratteri dell'iperattività (ma non mi sembra sia mai stato trattato adeguatamente) con delle note di spettro ad alto funzionamento.

Al tuo posto chiederei che fosse somministrato ADOS 2 in modo da escludere questa opzione. Poi, la scelta dei docenti e degli educatori (sport, centri estivi) è quella essenziale dopo il rapporto con i genitori (emotivo-affettivo) che nel tuo racconto mi sembra poco presente. 
Risposta a cura di
Dr. Paolo Bonarrio Medico Chirurgo
Dr. Paolo Bonarrio
neuropsichiatra infantile
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