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Che fare se si prova angoscia?

Ho 18 anni, sono una ragazza tranquilla e piuttosto timida che si imbarazza e arrossisce facilmente con gli sconosciuti ma che con gli amici è molto più aperta, anche se mi contengo un po'. Con i familiari (e intendo solo genitori e fratelli) sono me stessa, completamente, perché non mi aspetto di ricevere domande sul mio comportamento visto che mi conoscono (forse non del tutto) o comunque visto che non mi importa della loro opinione mentre se mi comportassi come le sto per descrivere, non avrei amici. Dunque, la vera me è una ragazza generalmente distaccata, ad es. Se vedo un tipo che cade in bici o comunque qualcosa per cui gli altri "girerebbero la testa a guardare", se ne frega, nel senso ok c'è quella cosa e allora? Tendo a non guardare in faccia quando qualcuno mi parla, parlo in modo spento (con gli altri arrossisco e mi ingarbuglio a parlare), ma quando sono sola ho i pensieri più lucidi di quando sto con altri. Sono estremamente ordinata e pulita ma arrivo anche all'estremo disordine e disinteresse. In testa ho "o tutto o niente". Giorni fa ebbi un'allucinazione per la quale vidi mia sorella. In realtà non c'era nonostante la mia convinzione. A volte mi capita che per sciocchezze esplodo in attacchi di rabbia. Ad es. Poco fa mi stesi sul sul tavolo e presi il braccio di mia sorella che stava dall'altra parte e cominciai a morderla e picchiarla perché mi aveva rubato un paio di jeans, urlai talmente forte che ho leggermente male alla gola. A volte mi dico che sono unica, importante, potente, forte più degli altri, poi cado e mi sottovaluto fino ad odiarmi. Tempo fa credevo che tagliandomi leggermente (appena da far uscire un po' di sangue) mi purificassi. Ora non lo faccio più però credo che il dolore sia una liberazione dai pensieri confusi e tutto quanto. Dopo "attacchi di pensieri"provo un senso di vuoto e mi sento come in una dimensione diversa, sana, purtroppo temporanea. Per attacchi di pensieri intendo quando tutti i pensieri che mi creano disagio arrivano insieme e va a finire che mi copro il viso, mi rinchiudo nella mia stanza al buio stando a terra accovacciata. Quando sono a casa, tipo nelle vacanze, riesco a tranquillizzarmi con me stessa e a non avere pressioni invece nei periodi di scuola si scatena il caos: gli altri creano problemi in me, non mi sento parte della società perché non sono sveglia e scaltra come gli altri, on mi sento all'altezza. Sarò sincera perché voglio più aiuto possibile: molte volte penso che mi piacerebbe andare in un ospedale psichiatrico. Lo stesso vale per gli ospedali normali, vorrei stare male io per proteggere i miei genitori da eventuali sfortune perciò vorrei stare male e andare all'ospedale. Una purificazione da questa timidezza, insoddisfazione, angoscia. Voglio solo vivere spensieratamente o comunque tenere a bada emozioni e pensieri confusi come fa la gente normale e non prendere a morsi mia sorella che mi ha rubato i jeans. Aggiungo anche che mi da fastidio e crea una leggera rabbia anche solo prestare una cosa mia per un po' di tempo. Adesso non sto parlando di prestare la gomma al mio amico ma tipo prestare un paio di scarpe per 2 ore. Mi sveglio già la mattina con emozioni confuse miste tra rabbia, tristezza, angoscia per tutto ciò che so che mi aspetta durante la giornata. Tendo ad isolarmi quando è possibile, raramente sono realmente felice di fare qualcosa e spessissimo quando sono sotto stress ho tic nervosi alle dita, agli occhi, alle gambe tanto da sembrare posseduta e questo ricordo di portarmelo dietro da parecchio tempo. Le mie sorelle notano questi miei tic ma io ci rido su e anche loro. I miei mi reputano una con le "sue idee" ma secondo me non prendono seriamente la cosa. Loro non sanno che parlo da sola, non sanno che riesco perfettamente a nascondere tutto questo. Mi scuso per il papiro e tante grazie del suo tempo.

Risposta

Buongiorno! Grazie innanzitutto per la domanda e per la numerosa attenzione prestata anche ai particolari della situazione che stai vivendo. Penso che molto di quello che mi hai raccontato sia intimamente legato a come vivi la tua emotività e alla paura di soffrire nel non riuscire a contenere e canalizzare correttamente tutta l'emotività che è presente nella tua persona.

Certo, occorrerebbe capire quali siano le "radici" di questo tuo disagio e da cosa realmente stai cercando di difendersi, visto anche che manifesta verso gli altri e verso la famiglia caratteristiche che non sono di certo legate a parole come trasparenza, chiarezza, spontaneità. Reputo inoltre che parte del stuo disagio può essere legato ad una fase di transizione poiché 18 anni è una età nella quale non vi è una vera e propria 'presa di posizione' rispetto a ciò che si desidera.

Ma è una età che rispecchia debolezze e fragilità la cui espressione potrà nel tempo proiettarti verso delle scelte che comunque sarai destinata a fare. Magari fai un pensierino a farti una chiacchierata con uno psicologo della tua città, poiché un confronto potrebbe aiutarti molto nel capire cosa cerchi di 'tappare' della tua vita e come fare per essere più te stessa e meno una sorta di rappresentazione di te stessa.

Un caro saluto.

Risposta a cura di
Dr. Domenico Giuseppe Bozza Psicologo
Dr. Domenico Giuseppe Bozza
psicologosessuologo
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