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Come fare ad alimentare un paziente non collaborante?

Come si può aiutare ad alimentare un paziente che ha avuto un infarto, una paralisi, un ictus o che è in coma?

Risposta

A seconda dello stato e dell'affezione avuta dal paziente, il metodo di alimentazione cambia.

In tutti i casi, se l'alimentazione non è attuabile attraverso bocca e il paziente risulta compromesso nella masticazione o deglutizione, è consigliata, attraverso il posizionamento di un sondino nasogastrico o di una sonda percutanea detta PEG che riduca il rischio di inalazione di materiale nei polmoni e la conseguente polmonite AB ingestis. Queste soluzioni sono attuabili se il sistema digestivo del paziente non è stato compromesso, in caso lo fosse, si ricorre ad un'alimentazione parenterale cioè all'alimentazione per via endovenosa

Il sondino e la PEG sono spesso gestibili a casa dai familiari del paziente, la via parenterale richiede quasi sempre l'assistenza medica-infermieristica e comunque entrambe le metodiche (enterale o parenterale) richiedono ai familiari un addestramento dei dispositivi.
Risposta a cura di
Manuel Piubello Infermiere
Manuel Piubello
infermiere
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