Un intervento per un carcinoma del colon-retto, che abbia già dato metastasi a distanza non operabili, non migliora la sopravvivenza del paziente. Anzi talora la riduce, perchè la diminuzione delle difese immunitarie secondaria a ogni trauma (intervento chirurgico compreso) può accelerare la crescita delle metastasi stesse.
In linea di massima si interviene, a scopo palliativo, sul tumore primitivo quanto questo dà come sintomi: sanguinamento (che però non è quasi mai severo da non essere controllabile con trasfusioni), occlusione intestinale (che però può essere spesso risolta con un trattamento endoscopico), dolori non controllabili dalla terapia antalgica.
La speranza è che la chemioterapia dia una risposta ottimale e, caso non del tutto eccezionale, le lesioni epatiche rientrino nei limiti dell'operabilità. Allora l'indicazione all'intervento può essere modificata.
Cordialità