Negli Stati Uniti oltre 2 milioni e mezzo di persone hanno problemi a parlare e devono ricorrere a una voce artificiale per poter comunicare. Non solo la voce è artificiale, ma data la poca varietà disponibile, molti di essi hanno la stessa voce.
Per regalare maggiore umanità a questi pazienti, il Professor Rupal Patel della Northwestern University e il dottor Tim Bunnel del Nemours Alfred I duPont Hospital for Children, hanno sviluppato un nuovo sistema tecnologico che permette loro di avere la voce reale di un donatore.
Come funziona?
Il sistema, chiamato VocaliD, ha come obiettivo quello di permettere a bambini e adulti che soffrono di problemi della parola di avere una propria voce e quindi una propria identità.
Il primo passo consiste nel selezionare un donatore simile per età, sesso e con una voce simile a quella del paziente. Una volta identificato, il donatore pronuncia migliaia di “frasi-modello”. Sono necessarie circa 800 frasi perché la voce sia utilizzabile e almeno 3.000 perché sembri il più possibile naturale.
Questo materiale viene poi combinato con qualunque tipo di suono che il ricevente è in grado di produrre attraverso un software chiamato ModelTalker per creare una voce sintetica simile a quella del ricevente. Questo software rompe le frasi pronunciate in unità minime di discorso, che vengono poi utilizzate dal paziente per comporre le frasi che desidera pronunciare.
Richiesta di donatori
I ricercatori stanno cercando donatori in tutto il mondo per poter costruire una sorta di “banca della voce”. Inoltre, stanno ideando un’applicazione per l’iPhone che semplifichi il più possibile il processo di donazione e lo renda divertente per i bambini.
Nonostante siano state prodotte fino ad ora solo poche voci, il sistema sembra essere una soluzione promettente per le persone che soffrono di disturbi del linguaggio e impedimenti a parlare.