Il varicocele è una patologia del testicolo provocata dalla dilatazione della vena gonadica, il principale circolo venoso del testicolo.
È una malattia subdola, che può decorrere asintomaticamente anche se, più spesso, si presenta con dolenzie testicolari particolarmente intense in caso di sforzi o di una prolungata stazione eretta.
Il varicocele si sviluppa a causa dell’inversione di flusso nella vena gonadica, che causa un aumento della temperatura, un ristagno venoso e una riduzione dei livelli di ossigenazione.
La diagnosi può essere effettuata grazie a una visita, con evidenza di un ingrossamento del testicolo interessato e confermata da una ecografia testicolare, tramite ecocolordoppler nei casi dubbi.
Se la diagnosi è confermata è sempre necessario uno spermiogramma che, nel 70% dei casi, presenterà anomalie.
Varicocele e infertilità
Molti studi sostengono che il varicocele è causa di infertilità, confermati dal grande studio dell’OMS, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, che ha interessato 24 paesi. Questa ricerca ha provato che la presenza di varicocele negli infertili (25,4%) è molto più elevata rispetto alla popolazione generale (11,7%).
Le linee guida delle maggiori associazioni medico-scientifiche riportano che il varicocele è la principale causa di infertilità nella coppia. I meccanismi i attraverso i quali si realizza il danno della spermatogenesi sono:
- incremento dell’apoptosi cellulare (morte cellulare programmata);
- aumento dello stress ossidativo, cioè dei radicali liberi a livello del testicolo;
- danni genetici.
Trattamento
Il trattamento del varicocele si impone solo quando la patologia provoca dolore o un’alterazione del liquido seminale o, negli adolescenti, quando c’è uno sviluppo squilibrato del testicolo colpito rispetto a quello non colpito.
La terapia è quasi sempre chirurgica, utilizzando la tecnica cosiddetta “a cielo aperto” che, grazie all’ausilio del microscopio chirurgico, ha permesso di raggiungere elevati livelli di efficacia accompagnati da una sensibile riduzione delle complicanze e dei rischi.
Questo trattamento può essere effettuato in anestesia locale. La tecnica prevede che il chirurgo effettui un’incisione sub-inguinale e, con l’ausilio del microscopio, raggiunga e corregga la vena gonadica. Come detto, questa tecnica ha un tasso di successo molto elevato e, grazie alla riduzione delle complicanze post chirurgiche, permette di tornare in piena attività in un paio di giorni, anche se il dolore potrebbe persistere un po’ di più e costringere all’uso di antidolorifici.
Altre tecniche utilizzate sono la chirurgia laparoscopica e l’embolizzazione percutanea.
Nel primo caso, il chirurgo pratica una piccola incisione nell’addome, tramite la quale inserisce una sonda con uno strumento per procedere alla riparazione del varicocele. Questa procedura richiede una ospedalizzazione breve e l’anestesia generale.
L’embolizzazione percutanea viene eseguita in anestesia locale e in regime ambulatoriale. Un radiologo inserisce una cannula in una vena dell’inguine o del collo, attraverso cui passano gli strumenti da utilizzare per l’intervento.
La vena dilatata viene visualizzata su un monitor e viene trattata con una soluzione schiumosa sclerotizzante, in modo da occludere definitivamente la parte dilatata e ripristinare il regolare flusso venoso.
Fonti
http://www.healthline.com/health/varicocele#Diagnosis5
http://www.webmd.com/infertility-and-reproduction/varicocele-repair-for-infertility
http://www.mayoclinic.org/diseases-conditions/varicocele/basics/treatment/con-20024164