Prime ipotesi sulla necessità di una terza dose del vaccino Pfizer sono state mosse dal Ceo dell'Azienda, Albert Bourla.
La ragione? Prevenire l'aumento dei contagi causati dalle varianti del Covid-19 facendo riferimento, in particolare, alla variante Sudafricana .
Terza dose e richiami del vaccino anti-Covid
6 mesi o 12 mesi dopo l'inoculazione della seconda dose del vaccino Pfizer, potrebbe essere necessaria una terza. In generale, si pensa a un richiamo annuale ma, lo sottolineiamo, si tratta di prime considerazioni che potrebbero cambiare ancora.
“É estremamente importante eliminare il bacino delle persone che possono essere esposte al virus”, afferma ai media americani Bourla.
Vaccino Pfizer: efficacia e modalità di somministrazione
Il vaccino Pfizer è un vaccino a mRNA per prevenire il Coronavirus 2019, nei pazienti di età pari o superiore a 16 anni. É caratterizzato da una molecola denominata RNA messaggero (mRNA), con le istruzioni necessarie per generare una proteina presente su SARS-CoV-2. Il vaccino non contiene il virus e non può scatenare la malattia.
Secondo la Casa Farmaceutica, il farmaco ha un’efficacia superiore al 91% e maggiore del 95% nello scongiurare il verificarsi di forme gravi dell'infezione, anche 6 mesi dopo la somministrazione della seconda dose.
Ricordiamo che il vaccino COVID-19 mRNA BNT162b2 (Comirnaty), ad oggi, è somministrato in due dosi a distanza di 21 giorni l’una dall’altra.
Lo scenario futuro
Un futuro incerto e mutevole, se guardiamo ai vaccini. Sicuramente, i richiami saranno importanti, e i vaccini a mRNA sono quello su cui l'Europa sta puntando. L'eurodeputato della Cdu tedesca, Peter Liese, portavoce per la Salute del gruppo Ppe (Partito Popolare Europeo) ha affermato: "La Commissione in futuro non comprerà più vaccini da Johnson&Johnson e AstraZeneca, ma si affiderà ai vaccini a m-RNA di BioNTech/Pfizer, Moderna e CureVac, per combattere nel lungo termine la pandemia".
Una nuova terapia antivirale contro il Covid-19 (non solo vaccini)
Non solo vaccini. Pfizer è in prima linea nello studio di una nuova terapia antivirale, da assumere per via orale, per la lotta al Covid-19 e agli altri tipi di Coronavirus. Obiettivo? Far sì che non accadano altre epidemie dopo quella in corso.
A essere oggetto di studio è “un antivirale orale (PF-07321332), un inibitore della proteasi SARS-CoV2-3CL, che ha dimostrato una potente attività antivirale in vitro contro SARS-CoV-2, nonché attività contro altri Coronavirus, suggerendo un potenziale utilizzo nel trattamento di Covid-19 e un potenziale utilizzo anche per affrontare future minacce di Coronavirus".
La scienza, dunque, non si arresta, ma tantissime sono le novità che possono condurci il più velocemente possibile fuori da questa emergenza sanitaria. E noi (e tutti) non vediamo l'ora.
Per maggiori informazioni sui vaccini anti-Covid, invitiamo a visitare il portale ufficiale del Ministero della Salute, cliccando qui .