Intervista a Marianna Benatti, Well-being & Employer branding Leader @Deloitte
Smart working, una parola sempre più utilizzata in tutto il mondo, sinonimo di un nuovo modo di lavorare. Facciamo riferimento, dunque, a una rivoluzione vera e propria nel mondo del lavoro, accelerata certamente dall'emergenza sanitaria che ci ha colpiti.
Se ne parlerà approfonditamente nella nuova edizione dei Digital Innovation Days Italy 2020 (#DIDAYS20 #DIDONLINEEDITION), nelle giornate del 29 e del 30 ottobre dedicate all'innovazione; l'evento, per la prima volta, sarà in versione full digital. Iniziamo a parlarne con Marianna Benatti, Well-being & Employer branding Leader @Deloitte, e speaker ai DIDAYS20.
Smart Working: come rendere i dipendenti più partecipi e concentrati anche da remoto?
Per rendere le persone più partecipi, anche se fisicamente distanti, è fondamentale organizzare dei momenti di condivisione e di scambio come una call settimanale di update del team, dove tutti aggiornano sulle proprie attività. Sono anche molto importanti, in questa direzione, i webinar della leadership e le comunicazioni periodiche che l’azienda manda alle proprie persone.
Per mantenere alta la concentrazione, è importante fare delle pause ed evitare il multi-tasking. Io, per evitarlo, quando possibile, faccio le call camminando così evito di rispondere alle mail o rivedere documenti, e curo anche il mio benessere fisico. Molto gettonata in questo periodo è “la tecnica del pomodoro”, che prende il nome dal timer da cucina a forma di pomodoro.
E’ una tecnica sviluppata da Francesco Cirillo alla fine degli anni ’80 che suddivide il tempo in mezz’ore, di cui 25 minuti sono da destinarsi al lavoro e 5 minuti alla pausa. Ovviamente, non sempre possibile applicarla, ma è sicuramente una tecnica molto valida.
Quando un luogo di lavoro si può dire "positivo"?
Un luogo di lavoro si può dire positivo quando le persone si sentono bene, sentono che possono essere loro stesse e che possono crescere.
Non esiste una formula “one size fits all” per contribuire al benessere delle persone, ma è possibile capire i need e agire di conseguenza per creare un ambiente di lavoro “positivo”. Noi l’abbiamo fatto e lo facciamo presso i nostri clienti, attraverso il Well-being Index, un indice che ci permette di andare a misurare il livello di benessere fisico, mentale e sociale delle persone e creare un piano di azione specifico.
Quali suggerimenti dare per fare team building anche da remoto?
Lavorando da remoto, si perdono i momenti di confronto informale che avvengo in ufficio quando ci si incontra, per esempio, alla macchinetta del caffè o si va a pranzo insieme. Questi momenti sono fondamentali per avere un buon clima aziendale e per creare delle buone relazioni con i colleghi.
Lavorando da remoto questi momenti vanno organizzati. Io, ad esempio, con il mio team, da inizio marzo ho istituito una merenda settimanale virtuale dove non si parla di lavoro ma parliamo di noi, di quello che abbiamo voglia di condividere. Inoltre, da quando siamo usciti dal lockdown, ho organizzato dei pranzi al parco con i colleghi che erano in città.
Si possono anche organizzare aperitivi virtuali, attività sportive ed eventi. In Deloitte, durante il lockdown abbiamo organizzato delle classi di yoga virtuali per fare attività fisica tutti insieme e sono state organizzate anche delle serate musicali su Zoom che hanno riscosso molto successo.
Pazienti.it Media Partner al Digital Innovation Days
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