Si nasce, cresce, invecchia, muore. È il nostro destino di essere viventi: nessuno può evitare il declino delle proprie energie. O forse no?
Gabby ha dodici anni – ma ha le abilità espressive di un neonato, denti come se avesse 8 anni, un corpo minuscolo ed epilettico. Non cresce, né invecchia. Meglio, cresce disordinatamente, tutte le sue parti a un ritmo diverso, scoordinato, lentissimo. Ha la sindrome X, una famiglia che la ama e la protegge e uno scienziato che cerca ostinatamente di venire a capo della sua patologia: Richard Walker.
Poi ci sono Brooke, Mackenziee e le altre. Tutte in condizioni simili – bloccate in un corpo che non cresce – o meglio cresce disordinatamente, e le blocca in crisalidi dall’età incerta, in un’eterna infanzia. Hanno la stessa patologia? O solo sintomi in comune e null’altro?
La fonte della giovinezza
Richard Walker è un uomo che ha consacrato la sua vita alla ricerca sull’invecchiamento. È sua convinzione che la vecchiaia non sia causata dall’usura dei tessuti, insomma, dal passare degli anni. Ma che l’invecchiamento altro non sia che il naturale processo di crescita che, per ragioni biologiche, non si arresta mai. L’invecchiamento è dunque un processo biologico ininterrotto dalla nascita alla morte, che basterebbe trovare, comprendere e interrompere, per arrestare la propria crescita all’età adulta e non continuare a “crescere” (a invecchiare) fino alla vecchiaia.
On – off
Sono 50 anni che Walker ricerca l’interruttore della vecchiaia per metterlo su off. Nel corso della sua ricerca, ha incontrato queste ragazze. In esse ha intuito la pista che potrebbe condurlo all’eterna giovinezza.
Queste ragazze hanno disturbi drammatici dello sviluppo: il meccanismo della crescita in loro è caotico e qui e lì rotto. Se solo riuscisse a trovare nel loro DNA una sequenza comune, e se questa lo conducesse al meccanismo biologico dello sviluppo! Basterebbe confrontare i soggetti sani e trovare in essi la stessa sequenza senza errori: si avrebbe la formula genetica della crescita. Basterebbe arrestarla in tempo. Ma basterebbe?
Nonostante l’ammirevole ostinazione con cui il dott. Walker procede nella sua ricerca, l’accordo degli scienziati non è unanime. Che vi sia un continuum biologico tra crescita e vecchiaia, è un’ipotesi peraltro discutibile. E poi, perché mai collegare invecchiamento e sindrome X? E se le ragazze non avessero nulla in comune?
Perché operativamente il piano del dott. Walker è ambizioso, incerto, costoso. E prevede tempi lunghissimi per:
- sequenziare il DNA di tutte queste ragazze;
- trovare la sequenza comune (rischiando di non trovarla affatto);
- sequenziare moltissimi soggetti sani.
E poi verifiche, sperimentazioni, la ricerca di una terapia. Sono decenni di ricerca prima di avere un risultato significativo. E il rischio è di un colossale buco nell’acqua. Chi mai finanzierebbe un progetto simile per decenni? Lo stesso Walker si paragona a Mosè “per anni vagando ho cercato la terra promessa – forse riuscirò un giorno a intravederla. Entrarvi? Impossibile”.
Impresa impossibile
Del resto, questa impresa, se riuscisse, potrebbe portare a una cura per le numerose patologie legate all’invecchiamento e alla crescita. È recente la notizia della morte di Brooke ad appena 20 anni. E c’è l’Alzheimer, incubo di migliaia di famiglie. Chissà se l’azzardo si rivelerà vincente.