Da molti anni, i neuroscienzati si sono concentrati sullo studio del cervello umano di pazienti affetti dalle più disparate condizioni neurologiche. E degli ottimi risultati sono stati raggiunti grazie a quel trattamento chirurgico noto come stimolazione cerebrale profonda (DBS), tramite il quale si tenta di ridurre i sintomi motori di disturbi come il Parkinson, la distonia o il tremore essenziale.
Ora, la scienza sta per fare un nuovo passo avanti. Quest’approccio, infatti, si vorrebbe utilizzare per ridurre i sintomi dei pazienti che soffrono di sindrome di Tourette, un disturbo che interessa lo 0,05 per cento della popolazione e che si manifesta, sin dalla tenera età, con tic singoli o multipli che tendono a peggiorare col tempo, accompagnandosi inoltre a brontolii, sospiri rumorosi, grida, colpi di tosse, disturbi ossessivo-compulsivi e imprecazioni immotivate. Vediamo insieme quali sono le novità.
Stimolazione cerebrale profonda: una nuova cura per la sindrome di Tourette?
Che sia per la cura del Parkinson o per la cura della sindrome di Tourette, la stimolazione cerebrale profonda è un vero e proprio intervento chirurgico che prevede la perforazione del cranio in anestesia locale.
Il trattamento, infatti, consiste nell’impianto chirurgico di elettrocateteri in quelle aree del cervello deputate al controllo dei movimenti e di un dispositivo medico nei pressi della clavicola o della regione addominale. Quest’ultimo strumento, molto simile a un pacemaker cardiaco, invia degli impulsi elettrici agli elettrodi già situati nelle aree cerebrali, bloccando proprio quei segnali che provocano dei sintomi motori disabilitanti, dalla causa incerta. In questo modo, i pazienti riescono ad avere un vero e proprio miglioramento del proprio quadro clinico.
Il dr. Michael Okun, presidente di neurologia all’Università della Florida e coordinatore della ricerca sulla stimolazione cerebrale profonda per la cura della sindrome di Tourette, si è mostrato molto speranzoso, tanto più che la ricerca presenta un carattere collettivo. Gli studi, infatti, sono stati eseguiti in più cliniche e condivisi in un unico database, in modo tale da aumentare il numero dei dati, dei pazienti coinvolti e dei risultati tangibili.
Come migliorare i tic della sindrome di Tourette
I primi risultati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista JAMA Neurology. E sono molto incoraggianti. Su 171 pazienti provenienti da 31 istituti e 10 paesi, la stimolazione cerebrale profonda ha determinato una riduzione del 44% dei tic associati alla sindrome di Tourette.
Ovviamente, come sottolineato dallo stesso Okun, la via chirurgica non è e non deve essere la prima opzione per chi soffre di questa sindrome.
«L’utilizzo di questo dispositivo non è adatto a tutti – ha affermato – Chi soffre di sindrome di Tourette dovrebbe tentare tutte le terapie farmacologiche e comportamentali prima di sperimentare l’opzione chirurgica anche se, in quest’ultimo caso, il trattamento potrebbe essere più efficiente e personalizzato».
Ad oggi, infatti, è possibile alleviare i sintomi tramite la somministrazione di farmaci e una cura psicologica e comportamentale. Ed è vero, interventi terapeutici migliorano sensibilmente la qualità della vita dei giovani pazienti, in particolare quando sono afflitti da forme gravi della malattia. Fino ad oggi, la chirurgia è sempre stata considerata una opzione dall’esito in certo. Ma i risultati del team di Okun sembrano essere alquanto incoraggianti.