A cura del prof. Claudio Ferri – Professore Ordinario in Medicina Interna – Direttore UOC di Medicina Interna e Nefrologia – Ospedale San Salvatore di Coppito (AQ).
In collaborazione con la Società Italiana dell’Ipertensione Arteriosa - SIIA.
Sonnolenza e senso di debolezza, durante e dopo un pasto (soprattutto, se particolarmente ricco), sono sensazioni comuni generate da un abbassamento della pressione. Parliamo, infatti, di ipotensione post-prandiale.
Ma in quali casi prestare attenzione e quali sono le cause?
Lo abbiamo chiesto al prof. Claudio Ferri, Professore Ordinario in Medicina Interna presso l’Università dell’Aquila.
Cosa si intende con ipotensione post-prandiale e come riconoscerla?
Si intende la riduzione della pressione arteriosa, che si realizza in maniera acuta oppure sub-acuta, nel periodo peri-prandiale, non solo quando è finito il pasto, ma anche mentre si mangia.
Si tratta di un fenomeno tipico di molte condizioni, come quelle di tipo neurologico, ma anche congenito e, sicuramente, è molto comune nei pazienti anziani, nello specifico in persone di età superiore ai 70 anni e nei pazienti con problemi a carico dell’apparato cardiocircolatorio.
Tecnicamente, possiamo parlare di ipotensione quando la pressione arteriosa (ad esempio, sistolica) scende di almeno 20 mm di mercurio o 30, generando più o meno sintomi. La presenza dei sintomi definisce comunque la patologia, anche se il decremento pressorio è modesto.
Un altro punto importante da considerare, a questo proposito, è il valore della pressione di partenza; una persona che non è ben controllata e ha 180 di pressione, passando a un valore di 160, potrebbe non avvertire alcun sintomo; al contrario, una persona che da 105 di pressione scende a 85 potrebbe avere disturbi.
Quali sono le cause?
Le cause più comuni sono i problemi vascolari che rendono l’albero arterioso particolarmente rigido, e i problemi cardiaci, che rendono il compenso che dà la frequenza cardiaca, quando va giù la pressione, non completamente efficiente.
Un paziente di circa 70 anni, dunque, mangiando, soprattutto se in presenza di placche delle carotidi, scompenso cardiaco e/o disturbi nella regolazione della frequenza cardiaca, può manifestare un evidente ipotensione .
Ciò perché l’apparato gastroenterico durante i pasti richiama sangue ai fini della digestione, riducendo l’afflusso cerebrale.
Ovviamente, più è “complicato” sotto il profilo digestivo sarà il cibo e più sangue verrà richiamato.
Compaiono così i sintomi classici, ovvero la forte sonnolenza sino ai disturbi della coscienza (con il cadere dalla sedia o il reclinare il capo a tavola).
Quali sono i "rischi" dell’ipotensione post-prandiale, se mal gestita?
Tutti i fenomeni ipotensivi, così come l’ipoglicemia, possono esporre il sistema nervoso centrale, il cuore e i reni a danni.
Il sistema nervoso centrale ha bisogno di sangue e, se si è in salute, è capace di “auto-regolarsi” ma, se si è arteriosclerotici, il sistema nervoso non funziona più correttamente e si verificano i disturbi della coscienza.
Il cuore, anche, ne può soffrire. Si tratta di un organo particolare che si nutre durante la fase diastolica e non durante la fase sistolica e, dunque, se scendono molto la pressione sistolica e la diastolica, il cuore e le coronarie possono avere disturbi, come l’ ischemia .
Anche il rene solitamente si auto-regola ma, al di sotto di un certo livello di millimetraggio, non riesce a essere perfuso come dovrebbe e, quindi, si verifica il cosiddetto “blocco renale”, ovvero un insufficienza renale.
Quali sono i trattamenti?
Prima di tutto, bisognerà verificare che non si tratti di altro (come ipoglicemia), ma di ipotensione, e non fare confusione.
Se si tratta di persone, più comunemente anziane, affette da malattie neurologiche come il morbo di Parkinson, bisognerà verificare che si tratti effettivamente di ipotensione peri-prandiale e non delle conseguenze del Parkinson e/o della sua terapia.
Oltre a questo, sempre più facilmente un paziente anziano può essere iperteso e ricevere un trattamento antipertensivo. La comparsa di ipertensione peri-prandiale dovrà far pensare alle necessità di rimodulare i dosaggi, sempre sotto stretto controllo medico.
Bisogna, infine, tenersi più idratati e dare spazio a una dieta quotidiana leggera e non abbondante.