Il trombo e l'embolo sono due condizioni diverse ma entrambi fenomeni che possono compromettere il flusso sanguigno nei vasi. Si tratta, infatti, di coaguli di sangue che riducono o bloccano la circolazione all'interno dei vasi sanguigni.
Vediamo qual è la differenza tra embolia e trombosi.
Differenza tra trombo e embolo
La trombosi è una condizione che si verifica quando un coagulo di sangue (trombo) si forma all'interno di un vaso sanguigno, rallentando o bloccando il flusso di sangue.
L'embolia, invece, si verifica quando un frammento di trombo o un'altra sostanza (embolo) si stacca dalla sua sede originaria, viaggia attraverso il sistema circolatorio e blocca un vaso più piccolo in un'altra parte del corpo, interrompendo l'apporto di sangue a quell'area.
Cos'è il trombo
Il trombo è un coagulo adeso alla parete che occlude totalmente o parzialmente un vaso. Si tratta di una massa solida composta da piastrine, globuli rossi, globuli bianchi e fibrina che si forma all'interno di un vaso sanguigno, aderendo in parte alle sue parete.
Può formarsi sia nelle arterie che nelle vene:
- trombo arterioso: chiamato "trombo bianco", si verifica quando il coagulo di sangue ostruisce un'arteria e si forma principalmente a causa dell'aterosclerosi che danneggia le pareti arteriose. Le arterie trasportano il sangue ricco di ossigeno dal cuore al resto del corpo;
- trombo venoso: detto "trombo rosso", si verifica quando il coagulo di sangue ostruisce una vena. È più comune negli arti inferiori ed è causato da fattori come immobilità, traumi, interventi chirurgici, gravidanza. La trombosi venosa profonda (TVP), la forma più frequente, di solito si forma nelle vene profonde della parte inferiore della gamba, ma può formarsi anche nelle vene della coscia, del bacino e del braccio.
Un trombo può ostruire parzialmente o totalmente il vaso in cui si è formato, causando ischemia e danni agli organi non più irrorati in modo corretto.
Le trombosi arteriose
Le trombosi arteriose si verificano quando depositi di grasso e calcio (placca) si accumulano sulle pareti delle arterie che forniscono sangue al cuore.
Quando questo accumulo rende le pareti delle arterie spesse, si parla di arteriosclerosi; questo ispessimento rallenta o blocca il flusso del sangue e provoca l'aumento della pressione sanguigna.
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Se un deposito di placca si rompe, si può formare un coagulo di sangue e causare un attacco cardiaco. Se blocca le arterie che portano il sangue al cervello, invece, può causare un ictus.
Cos'è l'embolo
L'embolo è un sostanza estranea che viaggia nel flusso sanguigno, percorrendo un tratto del sistema vascolare finché non si incunea in un vaso di calibro inferiore alle sue dimensioni, ostruendolo.
Spesso l'embolia è causata da un trombo, o da un pezzo di trombo, che si stacca e si sposta in un'altra zona del corpo: questa occlusione determina a sua volta una lesione ischemica da mancato afflusso o mancato deflusso in un determinato organo.
L'embolo può essere composto da:
- frammenti di trombo distaccatisi (tromboembolismo);
- grasso (embolia adiposa);
- aria (embolia gassosa);
- liquido amniotico;
- cellule tumorali (embolia neoplastica);
L'embolo può bloccare arterie di organi vitali come polmoni (embolia polmonare), cervello (embolia cerebrale che porta a ictus ischemico), cuore (infarto miocardico); rappresenta quindi una complicanza molto grave della trombosi.
Tipi di trombosi ed embolie
Esistono diversi tipi di trombosi ed embolie. Con il termine più generico – tromboembolismo venoso – ci si riferisce ai coaguli di sangue che si formano nelle vene.
La complicazione più grave di questi coaguli è, appunto, l'embolia polmonare, che si verifica quando il coagulo viaggia attraverso il flusso sanguigno fino al polmone, dove può causare danni permanenti.
I sintomi di trombosi ed embolia
Nel valutare i sintomi di trombosi ed embolia, bisogna considerare alcune variabili che ne determinano il quadro clinico.
È altresì importante sottolineare che l'assenza di sintomi non esclude affatto la presenza di trombi potenzialmente pericolosi.
Dunque, ancora una volta una diagnosi precoce basata sui fattori di rischio è fondamentale per prevenire eventuali complicanze più gravi.
Ecco i fattori che determinano i sintomi:
- il tipo di vaso sanguigno coinvolto (arteria o vena): le trombosi arteriose sono generalmente più pericolose perché privano i tessuti di sangue ossigenato, bloccandone il flusso in arrivo;
- la posizione del trombo o dell'embolo influenza gli organi e i distretti corporei interessati. Nel caso di emboli polmonari si incorre in dispnea, dolore toracico e a volte emottisi, mentre le trombosi venose agli arti si manifestano attraverso gonfiore, dolore e arrossamento locale;
- l'impatto sul flusso sanguigno: le ostruzioni complete sono più gravi di quelle parziali. Trombi ed emboli di piccole dimensioni possono essere asintomatici, mentre quelli estesi causano sintomi eclatanti per mancanza di ossigenazione dei tessuti.
I sintomi della trombosi venosa profonda:
- dolore;
- gonfiore;
- arrossamento nella zona interessata;
- sensibilità al tatto.
I sintomi della trombosi arteriosa:
- intorpidimento o debolezza su un lato del corpo;
- improvvisa alterazione mentale;
- dolore al petto;
- cambiamento del colore della pelle;
- pelle fredda al tatto nell'area interessata.
I sintomi dell'embolia polmonare:
- difficoltà respiratorie;
- battito cardiaco rapido e irregolare;
- dolore o fastidio al petto;
- emottisi (tosse con sangue);
- pressione sanguigna molto bassa;
- vertigini o svenimento.
Le principali cause di trombosi ed embolia
Tutto ciò che rallenta il flusso sanguigno o altera l'equilibrio tra fattori pro-coagulanti e anticoagulanti può causare trombosi ed embolia.
Ci sono alcune cause e fattori di rischio che possono causare embolia e trombosi:
- rimanere fermi per lungo tempo (per es: ricoveri ospedalieri o allettamento) può rallentare il flusso sanguigno e favorire la formazione di coaguli, soprattutto nelle vene delle gambe;
- interventi chirurgici e traumi: intorno al sito di un intervento chirurgico (soprattutto di ossa e articolazioni) o di un trauma maggiore si possono formare coaguli che possono migrare ai polmoni causando embolia;
- gravidanza e puerperio: le donne in gravidanza e nel periodo post-parto sono più a rischio di trombosi venosa ed embolia a causa di fattori ormonali e compressione dei vasi pelvici da parte dell'utero;
- terapie ormonali: la terapia ormonale sostitutiva e la contraccezione orale combinata (estro-progestinica) possono aumentare il rischio trombotico;
- trombofilia: una condizione ereditaria che rende il sangue più "coagulabile", chi ne è affetto è maggiormente a rischio;
- fattori di rischio cardiovascolare: condizioni come obesità, fumo, ipertensione, diabete e dislipidemia, che danneggiano le pareti arteriose (aterosclerosi), favoriscono la trombosi arteriosa.
Diagnosi di trombosi ed embolia
La diagnosi di trombosi ed embolia si basa su un'attenta valutazione clinica, integrata da esami strumentali e di laboratorio; un approccio multimodale permette di localizzare il coagulo, identificarne la causa e impostare la terapia più efficace per prevenire complicanze gravi.
Per diagnosticare una trombosi o un'embolia, il medico segue un approccio sistematico che include diverse fasi:
Anamnesi e esame fisico
Il primo passo è raccogliere informazioni dettagliate sulla storia clinica del paziente e sui sintomi attuali; il medico esaminerà anche con cura le aree sospette per rilevare segni di gonfiore, arrossamento o indolenzimento.
Esami di diagnostica per immagini
Per localizzare con precisione il coagulo, il medico può prescrivere diverse tecniche di imaging, tra cui:
- radiografia;
- ecografia;
- risonanza magnetica (RM).
Questi esami permettono di visualizzare i vasi sanguigni e individuare eventuali ostruzioni.
Esami del sangue
Alcune analisi di laboratorio possono fornire indizi sulla presenza di trombi o emboli:
- l'emocromo valuta la composizione del sangue, incluse le piastrine coinvolte nella coagulazione;
- il test della troponina rileva le proteine rilasciate dal cuore danneggiato, come in caso di infarto;
- il test del D-dimero misura i livelli di un frammento proteico che aumenta in caso di coagulazione eccessiva. Un valore elevato di D-dimero, però, non è necessariamente indice della presenza di un trombo: il test ha valore in caso di negatività, potendo escludere un tromboembolismo in atto; tuttavia, un valore elevato non lo include con certezza, e richiede ulteriori valutazioni.
I risultati di questi esami aiutano il medico a identificare la causa del coagulo e a pianificare il trattamento più adeguato.
Esami specifici per l'embolia polmonare
Diagnosticare un'embolia polmonare può essere complesso, specialmente in presenza di altre patologie cardiache o polmonari. Oltre agli esami già citati, il medico potrebbe richiedere:
- radiografia del torace;
- angiografia polmonare TC;
- scintigrafia polmonare perfusionale;
- angiografia polmonare.
Attraverso queste indagini è possibile visualizzare i vasi polmonari e rilevare eventuali deficit di perfusione causati da emboli.