Nel mondo si calcolano quasi 600 milioni di adulti obesi e addirittura 1,3 miliardi di persone in sovrappeso. Questa malattia causa centinaia di migliaia di morti ogni anno. Soltanto negli Stati Uniti, le spese mediche per l’obesità hanno superato i 147 miliardi dollari. Una ridotta attività fisica e una dieta alimentare scorretta sono certamente le cause principali di questi incredibili numeri, ma potrebbe non essere tutta qui la spiegazione.
Due recenti studi pubblicati sulla rivista scientifica Nature, infatti, si sono concentrati su altri aspetti del problema:
- ipotizzano l’idea di una predisposizione genetica collegata all’obesità;
- evidenziano le zone corporee dove il grasso è maggiormente presente, cercando una spiegazione.
Si spera che questi nuovi documenti possano aiutare a diminuire l’incidenza dell’obesità e disturbi correlati, consentendo inoltre lo sviluppo di trattamenti futuri sempre più adeguati.
I geni e la massa corporea
La prima ricerca ha messo a confrontato, su un campione di oltre 339.000 individui, il numero di genomi e l’indice di massa corporea.
Il risultato è stata l’individuazione di 97 loci presenti nel genoma collegabili all’obesità (quasi 60 di questi precedentemente sconosciuti). Inoltre, le regioni che si riferiscono alla predisposizione per l’obesità sono tutte collegate al sistema nervoso centrale. “Il nostro lavoro mostra chiaramente che la predisposizione all’obesità e l’aumento dell’indice di massa corporea non sono dovuti ad un singolo gene o ad una mutazione genetica”, afferma Elizabeth Speliotes, una delle autrici della ricerca. “Il gran numero di geni rende più difficile trovare una soluzione valida in generale che consenta di sconfiggere l’obesità, ma apre alla possibilità di utilizzare indizi genetici per aiutare la ricerca”.
Più geni sono coinvolti, più complesso è il problema dell’obesità. Contemporaneamente, però, è possibile utilizzare questa conoscenza per determinare quali geni sono coinvolti con l’insorgenza di patologie correlate all’obesità. Questo potrebbe portare a scoprire nuovi efficaci trattamenti.
“Al momento non abbiamo modo di sapere come si sviluppino queste malattie metaboliche legate all’obesità. Prevediamo di utilizzare questi marcatori genetici per aiutare i medici a decidere quali trattamenti possano funzionare meglio per la salute dei pazienti”, ha concluso Speliotes.
Come il grasso si distribuisce sul nostro corpo
Nel secondo studio, è stato analizzato il rapporto vita-fianchi con i genomi di oltre 224.000 persone, al fine di determinare una possibile componente genetica per la distribuzione del grasso sul corpo umano. I ricercatori hanno così scoperto ben 49 regioni di dispersione del grasso corporeo.
“È indispensabile conoscere queste particolarità genetiche perché diversi luoghi di deposito del grasso pongono diversi rischi per la salute”, ha spiegato Karen Mohlke, principale autrice dello studio. “Se scoprissimo che i geni influenzano le zone di deposito del grasso, questo potrebbe aiutarci a capire la biologia di molti disturbi di salute: il rapporto insulina/diabete, la sindrome metabolica, alcune malattie del cuore”.
Quale futuro per la cura dell’obesità?
Negli ultimi 35 anni il tasso di obesità globale è quasi raddoppiato. L’obesità è legata ad una serie di malattie: ipertensione, diabete di tipo 2, disturbi psicologici, problemi respiratori, diminuzione della fertilità, alcuni tipi di cancro.
È difficile trovare una soluzione rapida per risolvere il problema ma, confermando il legame genetico, è possibile aiutare la ricerca a trovare trattamenti adeguati per combattere questa malattia così diffusa.