Il nuovo anno scolastico parte il 5 settembre per gli alunni della Provincia autonoma di Bolzano e delle scuole dell'infanzia della Lombardia. Seguono, il 9 settembre, quelli della Provincia autonoma di Trento, l’11 settembre gli studenti di Marche, Piemonte, Friuli Venezia Giulia, Valle d’Aosta, Umbria e Veneto, il 12 settembre quelli di Lombardia, Campania, Sardegna e Molise e, il 16 settembre, gli alunni di Calabra, Lazio, Abruzzo, Liguria, Basilicata, Emilia-Romagna, Toscana e Puglia.
Il rientro a scuola, però, si prospetta ricco di incognite sotto il punto di vista della possibilità di infezioni respiratorie, il cui rischio di contagio quest’anno è alto.
Cerchiamo di scoprirne di più.
La situazione
Le malattie infettive che possono segnare questo rientro a scuola sono le stesse che si sono imposte nell’ultimo periodo: si parla di morbillo (i cui casi sono in netto aumento in Europa), di Covid (dal 22 al 28 agosto i casi sono aumentati dell’11% rispetto alla settimana precedente, quando i casi sono stati 15.221), il virus respiratorio sinciziale (Rsv), il rinovirus, l’enterovirus e l’Mpox.
Gli esperti, sotto questo punto di vista, scelgono la strada della cautela: Massimo Andreoni, direttore scientifico della Società Italiana malattie infettive e tropicali, sottolinea come la ripresa delle scuola – e il ritorno in ufficio – sia il momento di maggior circolazione delle malattie infettive più comuni, essendo aule, uffici e mezzi pubblici i luoghi di maggior contatto tra le persone.
Secondo Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario dell’Ospedale Galeazzi-Sant’Ambrogio di Milano, l’onda lunga del contagio dai virus non è mai terminata: la scuola è il principale luogo di contatto per bambini e famiglie, se si notano sintomi quali chiazze rosse sulla pelle, mal di gola o febbre sarebbe meglio contattare il pediatra.
In questi casi, secondo il virologo, può essere utile arieggiare i locali, anche se l’indice di contagiosità del morbillo è molto alto (quindi, se non si è vaccinati, è difficile non infettarsi); Pregliasco, infine, scongiura l’ipotesi Mpox: “Alcuni casi dobbiamo aspettarceli, ma l’allerta dell’Oms è rivolto soprattutto alla popolazione africana. Invece, il virus respiratorio sinciziale (Rsv) arriverà da ottobre in poi. Ora i giovanissimi sono interessati soprattutto da enterovirus, virus parainfluenzali e rinovirus”.
La prevenzione
Con l’inizio delle scuole a settembre, il clima permetterà ancora per qualche tempo di poter tenere aperte le finestre delle aule, ma le migliori difese rimangono quelle seguite durante la pandemia: mascherina e lavaggio delle mani.
Secondo Andreoni “Il morbillo, malattia che avevamo sperato di aver eliminato dall'Italia, si sta riaffacciando. Segnali che riportano l'attenzione sulla campagna vaccinale autunnale e sulla necessità di un impegno del ministero della Salute su questo fronte. Per quanto riguarda la prevenzione delle malattie infettive a scuola, abbiamo delegato ai pediatri e medici di famiglia, ma è chiaro che le campagne vaccinali si devono promuovere anche tra i ragazzi”.
Matteo Bassetti, direttore di Malattie infettive dell'ospedale policlinico S. Martino di Genova, va controcorrente: “Oggi il Covid non è un problema e dobbiamo voltare pagina anche sulla prossima riapertura della scuola. Per quanto riguarda il morbillo, bisognerebbe fare un'informazione diversa e spiegare ai ragazzi l'importanza della prevenzione vaccinale, come funziona l'immunizzazione già alle elementari e medie, dare in classe i primi rudimenti che poi torneranno utili da adulti. Dobbiamo fare di più nelle scuole per quanto riguarda le malattie infettive”.